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La solitudine dei numeri 1

A Doha si è interrotta la striscia iniziale di vittorie da n°1 per Andy Murray. Prima volta in assoluto che il leader ATP subisce il suo primo stop dal numero 2. Numeri e riferimenti storici relativi ai 25 re del circuito. Come dite? Sono 26? Sì, ma scoprirete che…

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Da quel giorno di fine agosto del 1973, le sconfitte patite da un numero 1 del ranking sono state in tutto 487, anche se 16 di queste sono avvenute per ritiro e di conseguenza rivestono un valore piuttosto ridotto. In generale, i numeri uno hanno disputato complessivamente 3406 incontri vincendone 2919 per una percentuale pari 85,7%. Stando a questi numeri, solo sette leader hanno fatto registrare un valore superiore alla media e sono, in ordine alfabetico: Borg, Connors, Djokovic, Federer, Lendl, McEnroe e Murray. Nella tabella che segue non vedrete comparire il nome di Pat Rafter in quanto l’australiano diventò n°1 del mondo il 26 luglio del 1999 e rimase tale una sola settimana, durante la quale non partecipò a nessun torneo e quindi è anche inevitabilmente l’unico leader del ranking ATP a risultare imbattuto. Ma siamo certi che il canguro avrebbe preferito restare in vetta più tempo e affrontare quanti più avversari possibile. In ogni caso, gli altri 25 sono stati ordinati in base alla percentuale di successi, dal migliore (Bjorn Borg) al peggiore (Marat Safin, che è l’unico ad avere un record sotto il 50%). Inutile sottolineare che, per i tennisti ancora in attività, le cifre sono suscettibili di modifiche.

N°1 Numero incontri Vittorie Sconfitte % Vittorie
BORG 176 164 12 93,2%
CONNORS 445 402 43 90,3%
MURRAY 10 9 1 90,0%
LENDL 405 361 44 89,1%
FEDERER 478 426 52 89,1%
DJOKOVIC 331 292 39 88,2%
McENROE 268 235 33 87,7%
EDBERG 116 96 20 82,8%
SAMPRAS 405 335 70 82,7%
NADAL 178 145 33 81,5%
HEWITT 104 83 21 79,8%
COURIER 99 79 20 79,8%
AGASSI 136 108 28 79,4%
NASTASE 91 72 19 79,1%
FERRERO 14 11 3 78,6%
BECKER 18 14 4 77,8%
NEWCOMBE 8 6 2 75,0%
KUERTEN 64 47 17 73,4%
MOYA 3 2 1 66,7%
RODDICK 11 7 4 63,6%
MUSTER 8 5 3 62,5%
WILANDER 13 8 5 61,5%
KAFELNIKOV 10 6 4 60,0%
RIOS 4 2 2 50,0%
SAFIN 11 4 7 36,4%

Continuando ad esaminare i riscontri della tabella si evidenzia che Roger Federer è il leader delle classifiche relative al maggior numero di incontri disputati e di vittorie conseguite, rispettivamente 478 e 426. Alle sue spalle Connors (445-402) e Lendl (405-361).

In 48 occasioni il n°1 del mondo ha perso dal n°2 ma sembra quasi incredibile che per oltre 10 anni questa circostanza non si sia verificata, ovvero dal 10/09/1995 (Sampras-Agassi 6-4, 6-3, 4-6, 7-5 nella finale degli US Open) al 05/03/2006 (Nadal-Federer 2-6, 6-4, 6-4 nella finale di Dubai). Per rimanere in tema di strisce, Bjorn Borg detiene il doppio primato relativo alle vittorie iniziali e assolute. Lo svedese diventò n°1 del mondo esattamente quattro anni dopo che l’ATP aveva stilato il primo ranking (23/08/1977) ma, proprio come succederà a Rafter, tenne il primato per una sola settimana durante la quale non giocò. Il primo match da leader lo disputò invece al Country Club di Montecarlo contro Paolo Bertolucci il 10 aprile 1979 (6-0, 6-1) al quale fece seguire altre undici vittorie che gli valsero i titoli sul rosso del Principato di Monaco e sul duro di Las Vegas oltre alla finale nel Masters WCT di Dallas, in cui sarà John McEnroe a batterlo.

Sorte assai peggiore, quanto a esordi da n°1, è capitata ad altri quattro colleghi dello scandinavo. Appena indossata la corona, dopo aver vinto gli US National Indoor’s a Memphis, John McEnroe fu costretto a scendere in campo al 1510 di Olleros, Buenos Aires, dove ad attenderlo c’erano due tra i più temibili terraioli del circuito. Argentina-Stati Uniti dentro la cattedrale del tennis biancoceleste, il Lawn Tennis Center, si dimostrò molto più che un battesimo del fuoco per Supermac. Per quella finale interzone Tony Trabert, capitano degli ospiti, si affidò a Gottfried oltre che a McEnroe e Fleming (quest’ultimo per il doppio) ma sulla lenta terra sudamericana il mancino di Wiesbaden perse sia contro Clerc al debutto, che contro Vilas nel primo singolare della terza e decisiva giornata.

Esito analogo ebbe il battesimo di Lleyton Hewitt. Il 30 novembre del 2011, ossia undici giorni dopo essere diventato n°1 del mondo aggiudicandosi a Sydney il Masters ATP, “Rusty” tornò in campo per cercare di conquistare l’insalatiera. Per l’occasione, all’interno della Rod Laver Arena venne steso un manto d’erba che avrebbe dovuto favorire i padroni di casa. In effetti, oltre a Hewitt, il capitano John Fitzgerald poteva contare su Pat Rafter, Wayne Arthurs e Todd Woodbridge e l’Australia era largamente favorita nei confronti della Francia. Guy Forget si affidò invece a Escude e Grosjean per i singolari mentre il punto del doppio se lo giocò con i veterani Pioline e Santoro. Anche se la sfida fu piuttosto contrastata e la differenza la fece proprio il doppio, non ci sono dubbi che la vittoria al quinto set di Escude su Hewitt aprì alla Francia le porte di un inatteso successo.

Gli altri due leader ad aver debuttato con un ko sono stati Thomas Muster, che perse a Dubai da Sandon Stolle (n°161 del mondo) nel febbraio del 1996, e Marcelo Rios, battuto oltre due anni più tardi a Cincinnati da Daniel Vacek.

Tornando alle strisce, Bjorn Borg è in testa anche nella graduatoria che tiene conto delle vittorie consecutive generali: dalla sconfitta patita da Roscoe Tanner nei quarti di finale degli US Open 1979, Borg infilò una serie di 48 successi tra circuito e competizioni ufficiali a squadre e fu proprio in una di queste, la Coppa delle Nazioni a Dusseldorf, che vide interrompersi il record ad opera di Guillermo Vilas in semifinale. Al secondo posto Roger Federer: tra Cincinnati 2006 (dove venne battuto da Murray) e Indian Wells 2007 (in cui perse con Cañas al secondo turno), l’elvetico giocò 41 match senza perderne alcuno.

Veniamo ora, per ultimo, a quelli dall’altra parte della rete che sono riusciti a imporsi al n°1 del mondo. Dei 210 “fortunati” (ma soprattutto bravi), oltre la metà (120) ci sono riusciti una sola volta e tra questi ci sono anche due numeri 1: John Newcombe (che ha battuto Connors) e Thomas Muster (Sampras). Sono invece Boris Becker e Rafael Nadal i due tennisti ad aver collezionato il maggior numero di scalpi eccellenti: 19 volte ciascuno, sia pur con diverse modalità. Il tedesco ha distribuito le sue vittorie con ben sei avversari diversi (Lendl, Wilander, Edberg, Courier, Sampras e Agassi) mentre lo spagnolo ha battuto solo due colleghi (13 volte Federer e 6 volte Djokovic). Per trovare, in questa speciale classifica, un atleta che non sia mai stato n°1 bisogna scendere all’11° posto dove si trova Juan Martin del Potro, che ha avuto la meglio su un leader ATP in ben 8 occasioni (Federer, Nadal e Djokovic le sue vittime), mentre un gradino sotto si trovano Chang e Krajicek, con 7 vittorie a testa. Di grande rilievo, per finire, gli exploit di Dominik Hrbaty e Greg Rusedski che vantano 4 vittorie a testa ottenute contro altrettanti avversari.    

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