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Federer-Nadal: la rivincita del tifoso ultras di Roger

La finale dell’Australian Open attesa e poi vissuta da un pasionario dello svizzero, rassegnato all’ennesima mazzata. Cosa ha provato dopo la vittoria? Viaggio nella mente tormentata di chi lotta contro l’odio per il nemico di sempre

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GLI ISTANTI FINALI E LA PREMIAZIONE SCONVOLGENTE

È fatta! È fatta! È fatta! È fatta!”. Una grande, immensa, fottuta gioia. L’ultras federiano urlava come un vichingo, mentre Roger esultava e piangeva. Sembrava persino troppo bello per essere vero! Lui non ci credeva più, ma il Tennis gli aveva ricordato, ancora una volta, che è finita solo quando si stringe la mano all’avversario. Finirà mai di stupirlo, di fargli vibrare le corde dell’anima come fa vibrare la palla dopo una smorzata divina? Lacrime di miele avvolgevano il suo volto, lavando le ferite che negli anni quel mancino maledetto gli aveva provocato dopo ogni batosta. Già, quel mancino maledetto. Lo fissava beffardo: Nadal aveva quell’espressione seccata e delusa che lui non vedeva da un pezzo. Finalmente! Poi durante la premiazione il nemico prese la parola, parlando a lungo, e il nostro estremista rimase sbalordito. Quella faccia corrucciata era già scomparsa, Rafa aveva il volto incredibilmente disteso, sembrava persino sereno. Come era possibile? Per la prima volta l’estremista si era reso conto che gli elogi per il Tennis sono sinceri, ma non era nemmeno quello a sorprenderlo, ciò che lo lasciava di sasso era proprio la serenità di Nadal. Che parlava tanto, tantissimo, mentre il nostro federiano se lo sarebbe immaginato seccato e quasi monosillabico. Invece ora gli sembrava che Rafa gli stesse dicendo: “Io questo momento me lo godo fino alla fine, anche se ho perso. Sono tornato anch’io, e ringrazio anche te che in fondo mi hai sempre ammirato”.

Dio, che campione di uomo, come aveva potuto scoprirlo solo ora? Quasi si stava vergognando il pasionario, ma ecco che arrivò Roger. Non si aspettava molto di più da lui, le sue lacrime e la sua gioia avevano detto già tutto. Federer, divino anche nella signorilità, ringraziava tutti e mentre il nostro, ormai trasfigurato e davvero redento, stava per spegnere la tv, udì distrattamente queste parole uscire dalla bocca del Re: “È stato un grande torneo. Oggi mi andava bene anche perdere con Rafa”. Questa poi! La zampata gaglioffa e bugiarda, da parte di chi non era mai e poi mai andato sopra le righe. L’ultras riprese il sorriso beffardo e tornò a godere, incredulo di vedere il Dio del tennis così umano e cattivo. “Come no, Roger, ti andava bene anche perdere, hahahahahaha”. Non c’è nulla da fare, un estremista è sempre un estremista. Se ne rendeva conto persino lui, le sue certezze avevano appena vacillato di fronte alla serenità di Rafa Nadal, ora era davvero consapevole che quelli che lo additavano come cieco ultras, come parte della falange Scientology del tennis, avevano completamente ragione. Già, loro avevano ragione. Lui invece aveva diciotto tornei dello Slam. Forza, provate a raggiungerlo adesso.

 

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