ATP Dubai: Murray ha otto vite

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ATP Dubai: Murray ha otto vite

Il numero uno del mondo vince un tiebreak da trentotto punti contro Kohlschreiber: salva sette match point prima di chiudere al terzo. Vincono Verdasco e Pouille

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Fatica tantissimo Andy Murray per raggiungere la semifinale dei Dubai Duty free Tennis Champioships, contro un Philip Kohlschreiber in versione deluxe. Lo scozzese, pur conducendo 4-1 nei precedenti, ha sempre sofferto contro il tedesco che è riuscito a vincere almeno un set in tutte le sfide passate. L’inizio della partita fa intuire che anche oggi ci sarà battaglia. Kohlschreiber sente benissimo la palla e trova tanti vincenti, soprattutto di dritto. Murray risponde colpo su colpo e anzi è lui il primo ad avere la possibilità di spezzare l’equilibrio nel sesto gioco. Il teutonico si salva e continua imperterrito a spingere a tutto braccio. Due dritti, uno vincente a 161 km/h e uno a sventaglio non ribattuto da Murray, procurano a Kohlschreiber due palle break consecutive, ben annullate dal numero uno al mondo. Entrambi continuano a giocare in modo molto solido e la logica conclusione di questo parziale è il tiebreak. Murray recupera dopo il doppio fallo iniziale e cambia campo in vantaggio 4-2. Kohli però impatta sul 4-4 con il quindicesimo vincente di dritto e, grazie a un doppio fallo dell’avversario, si aggiudica il jeu decisif per 7 punti a 4. Il tedesco sulle ali dell’entusiasmo vince i primi cinque punti del secondo set che sommati agli ultimi del primo fanno una striscia di dieci punti consecutivi a favore del numero 29 del mondo. A questo punto però si registra un piccolo passaggio a vuoto da parte di Kohlschreiber, che vince appena due dei successivi quattordici punti e si ritrova sotto 3-1. Si procede poi senza sussulti fino al 5-4, quando Murray va a servire per il set. Qui il tedesco pesca il jolly e con due dritti vincenti riporta il match in parità.

Si approda di nuovo al tiebreak, dopo due ore di gioco. Murray sale abbastanza rapidamente 6-4, ma si vede il primo set point cancellato da una splendida palla corta. Sul secondo il tedesco gioca tutto in spinta e ottiene il 6 pari. Da qui in avanti sarà un turbinio di set point e match point, ma soprattutto di punti da incorniciare. Kohlschreiber annulla altri due set point sul 7-6 e sull’8-7 prima di arrivare a match point sul 9-8 (annullato da una smorzata assolutamente folle di Murray). Il livello è altissimo, fioccano i vincenti e si gioca senza timore, a prescindere dalla delicatezza della situazione. Alla fine, dopo sette match point annullati d’autorità, è il tennista di Dumblane a chiudere 20-18 all’ottava occasione utile. Un set pari dopo 2 ore e 25 minuti. In apertura di terzo set, il tedesco non sembra aver accusato alcun contraccolpo psicologico, conscio forse di avere poco da rimproverarsi sui match point, e si procura una palla break nel terzo gioco. Non riesce però a trasformarla e si scioglie tutto insieme. Se da una parte Kohlschreiber cala, Murray sale e il risultato di questa equazione è il 6-1 che chiude la partita. Prestazione da numero uno esperto per Murray che viene a capo di una situazione complicatissima contro un Kohlscreiber in stato di grazia. In semifinale attende il vincente del match tra Pouille (3-0 i precedenti) e Donskoy (1-0 i precedenti).

Il primo quarto di finale dell’ATP 500 di Dubai aveva visto scendere in campo Robin Haase ( 66 ATP ) e Damir Dzumhur (77 ATP), mattatori rispettivamente di Tomas Berdych e Stan Wawrinka. L’unico precedente, l’anno scorso sulla terra rossa di Montecarlo, si era concluso con una netta vittoria del bosniaco ( 6-2 6-0 ). Nel primo set Dzumhur cerca di far muovere il proprio avversario sia orizzontalmente che verticalmente, con frequenti smorzate e discese a rete. L’olandese però, nonostante l’altezza (un metro e novanta) , si muove benissimo e non si lascia irretire dalle trame del bosniaco, ottenendo il break già nel terzo gioco. Dzumhur, visibilmente contratto ed emozionato, commette qualche errore di troppo in manovra e non si rende mai pericoloso in risposta. Dal canto suo, Haase fa valere la differenza di cilindrata tra i due, continua a spingere e strappa nuovamente la battuta al proprio avversario nel settimo gioco. Poi con l’ennesimo turno di servizio a zero, chiude 6-2 un set nel quale ha perso un solo punto al servizio. Il secondo parziale inizia in continuità con quanto visto finora. Haase infatti si procura una palla break nel terzo gioco, non riuscendo però a sfruttarla. Il tennis si sa è il gioco del diavolo e nel game successivo ne abbiamo l’ennesima prova. Dzumhur, che fino ad allora aveva vinto un solo punto in risposta, approfitta di una paio di incaute avventure a rete di Haase e piazza il break. Dopo essere salito 4-1 però, torna a subire il tennis potente dell’olandese e si fa recuperare. Haase si issa anche a palla break nel nono gioco, ma Dzumhur è bravo ad annullarla e a ottenere a sua volta, nel game successivo, due chance di break, che sono anche due set point. Sul primo Haase si salva col dritto, ma sul secondo è ingannato dal nastro che devia la risposta del bosniaco. 6-4 Dzumhur e un set pari dopo un’ora e cinque minuti. Il terzo set si apre malissimo per il tennista di Sarajevo che perde la battuta a zero con due doppi falli di fila. Haase lo imita commettendo tre doppi falli, di cui due consecutivi, e restituendo il break. Dzumhur però non ne approfitta e cede per la seconda volta il servizio, ancora con un doppio fallo. Da qui in avanti i due giocatori tengono facilmente i propri turni di battuta, nonostante due piccole interruzioni per pioggia, e il match scivola placidamente in mani olandesi in poco meno di due ore di gioco. Con questa vittoria Haase vola in semifinale e rientra in top-50, mentre Dzumhur sale alla 67esima posizione, suo nuovo best ranking.

Il secondo match in programma è quello tra la testa di serie numero 4 Gael Monfils e Fernando Verdasco ( 35 ATP ). Tre i precedenti tra i due, tutti piuttosto datati e tutti vinti dal parigino. Dopo un primo turno di battuta tenuto a zero dallo spagnolo, segue un game fiume da sedici punti, nel quale a Monfils non bastano tre ace, di cui due su palle break, per arginare la potenza di un Verdasco molto propositivo sin da subito. Il madrileno spinge con entrambi i fondamenti e mette a segno molti vincenti, limitando al contempo il numero degli errori. Monfils è costretto a rincorrere in lungo e in largo e si trova a dovere fronteggiare una palla del 5-1 che di fatto chiuderebbe il set. Il francese si salva e nel gioco successivo approfitta di un piccolo calo del proprio avversario per procurarsi una palla del controbreak, sulla quale lo spagnolo fa buona guardia. Si tratta dell’ultimo sussulto del primo set che viene incamerato da Verdasco col punteggio di 6-3 in 37 minuti. Nel secondo set Verdasco continua a tirare forte e a sbagliare poco, Monfils fatica da fondo ed è costretto a rifugiarsi nel proprio servizio. Dopo quattro giochi relativamente facili per chi è alla battuta, lo spagnolo torna a farsi pericoloso in risposta e centra il break, confermato subito dopo a zero. Il francese ora è in confusione e con due dritti fuori misura concede tre consecutive palle break. Sulla prima il challenge smentisce il giudice di linea che aveva giudicato buono il passante di rovescio di Verdasco, sulle altre due è bravissimo Monfils che poi chiude il game ai vantaggi. La situazione sembra comunque ormai compromessa, perché il madrileno oggi è intrattabile alla battuta ( 88% di prime palle in campo e 84% di punti vinti con la prima). Inizia però a piovere piuttosto intensamente, cosa che spinge il giudice di sedia a sospendere il match per una mezz’oretta circa. Al rientro Monfils tiene la battuta e nel gioco successivo ottiene il break a zero, approfittando di un Verdasco forse distratto dalla pausa. Il francese però non è proprio in giornata oggi e restituisce subito il favore. Questa volta lo spagnolo non si fa pregare e chiude con l’ennesimo turno di servizio immacolato. In semifinale affronterà Robin Haase da favorito (3-3 i precedenti).

L’ultimo incontro in programma comincia quando a Dubai sono già abbondantemente passate le 23. A sfidarsi sono Lucas Pouille(15 ATP), reduce dalla finale a Marsiglia persa da Tsonga e ancora alla ricerca della forma migliore dopo l’infortunio al piede patito a gennaio, e Evgeny Donskoy (116 ATP), giustiziere di Roger Federer. L’unico precedente tra i due risale agli US Open 2015 ed ha visto la vittoria del russo in quattro set. I due mettono in campo un gioco abbastanza simile: esplosivo, anticipato e con una buona propensione alla verticalizzazione. Il russo, come ieri contro Federer, tiene benissimo il campo e anche grazie al servizio non concede chance. Pouille non è da meno e il match fila via liscio fino al decimo game. Qui il russo incappa in quattro errori non forzati e cede il set 6-4 in 33 minuti. Nel secondo parziale la musica non cambia, entrambi procedono spediti, cancellando col servizio ogni minima velleità del giocatore in risposta. Sul 5-5 Donskoy scherza con le righe e alla sesta palla break, strappa la battuta all’avversario. Il russo non trema e chiude il set con un ace. Nel terzo set Pouille prova a fare corsa di testa sin da subito e si invola sul 4-1, salvo poi subire la rimonta di un Donskoy mai domo. Sul 5-4 il francese riesce a procurarsi due match point, ma commette errori banali e tiene in scia il russo, che appare più pimpante al momento. Si arriva quindi al tiebreak decisivo: Pouille parte a tutta e si porta sul 5-0, poi amministra il vantaggio e chiude 7-2, dopo 2 ore e 22 minuti. Per il francese si prospetta una durissima sfida contro Andy Murray, col quale non ha mai vinto in tre incontri. Per Donskoy resta un’ottima settimana, impreziosita dallo scalpo di Roger Federer.

Risultati:

R. Haase b. D. Dzumhur 6-2 4-6 6-4
F. Verdasco b. [4] G. Monfils 6-3 7-5
P. Kohlschreiber 6-7(4) 7-6 (18) 6-1
[7] L. Pouille b. E. Donskoy 6-4 5-7 7-6(2)

Lorenzo Colle

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