[1] A. Murray b. F. Verdasco 6-3 6-2
Seconda finale del 2017 per Andy Murray, chiamato al riscatto dopo la sconfitta nell’atto conclusivo del torneo di Doha e, soprattutto, la cocente eliminazione australiana. Ad attenderlo dall’altra parte della rete c’era Fernando Verdasco, reduce da una settimana in cui si è espresso su ottimi livelli, peraltro ottenendo lo scalpo di Gael Monfils. I precedenti tra i due vedevano lo scozzese avanti 12-2.
Si parte con tre break nei primi in altrettanti game. Murray fatica molto al servizio, commettendo ben tre doppi falli – tutti da sinistra – e un gratuito con il dritto a campo aperto che portano Verdasco sul 2-1. Nel quarto game Nando riesce ad allungare salvandosi da 0-30 e chiudendo il game con un ace sulla “T”. Lo spagnolo cerca di comandare con il proprio dritto, il quale indirizza quasi sempre verso il rovescio dello scozzese, che in questo inizio di sfida sente poco la palla e sbaglia molto, non riuscendo quasi mai a centrare la palla nel momento d’impatto ideale. Ciò nonostante, il madrileno gioca tre metri dietro la riga di fondocampo e stecca due dritti che danno ossigeno al rivale. Una brutta volée e un altro errore di Verdasco portano Andy sullo 0-40, che ottiene il controbreak grazie ad una splendida risposta d’incontro con il rovescio in diagonale stretto: 3 pari.
Il numero uno del mondo inizia a registrare i colpi e a mettere costantemente sotto pressione l’avversario, che non forza mai la prima di servizio. La tattica non paga e nell’ottavo game concede due gratuiti che valgono il 5-3. La percentuale di prime di Andy adesso inizia ad essere buona – 54% complessivo nel primo parziale – e il set si chiude rapidamente: 6-3 in 38 minuti.
La seconda frazione di gioco inizia con lo spagnolo che soffre nuovamente al servizio, dopo un dritto a campo aperto indirizzato nella direzione sbagliata che gli costa il punto. Stavolta la battuta viene in suo aiuto e gli consente di chiudere il game. Tuttavia il numero 35 ATP continua a giocare lontano dal campo, non tentando mai il cambio in lungolinea con il dritto; nel terzo gioco due errori banali lo portano sotto 0-30. Una smorzata su cui Murray si avventa con facilità fa sì che quest’ultimo si procuri due chance di break. Verdasco annulla la prima andando a rete, sulla seconda fa lo stesso ma gioca lo schiaffo al volo senza angolare la palla, consentendo al britannico di andare a segno con il passante di rovescio: 2-1. Andy concede le briciole al servizio e consolida il break con un ace esterno a 204 km/h. L’iberico sembra non credere nella possibilità di invertire la rotta, mentre Murray prosegue verso il sentiero della vittoria servendo bene, non sbagliando mai e comandando la maggior parte degli scambi, specialmente quelli più importanti.
Sul 4-2 Verdasco continua a non essere lucido sotto il profilo tattico e sbaglia uno schiaffo al volo di dritto che gli costa il 30-40, ma riesce a salvarsi. Nel punto successivo affossa una volée di rovescio tutt’altro che impossibile, ma un ace centrale a 212 km/h sistema le cose. Il pubblico si scalda, inducendo addirittura l’arbitro ad invocare “relax”. Tuttavia Nando, lungi dall’essere rilassato, commette l’ennesimo gratuito, con Murray che sul terzo break point comanda lo scambio inducendo lo spagnolo all’errore: 5-2. Un altro disastro a rete di Verdasco inaugura l’ottavo game, nel quale il numero uno del mondo non ha problemi nel chiudere la contesa, che finisce con il punteggio di 6-3 6-2 dopo un’ora e 13 minuti.
Buona prestazione di Murray che, scampato il “pericolo Kohlschreiber”, si aggiudica il suo primo torneo dell’anno, il 45esimo della sua splendida carriera (nove ATP 500). Da lunedì il britannico avrà il vantaggio più ampio sul numero due da quando è diventato il leader del tennis mondiale (Djokovic avrà infatti 2215 punti in meno). Delude Verdasco – 15esima finale persa su 22 disputate – apparso rinunciatario e poco convinto nelle sue possibilità.