WTA IW: lotta Kerber, bene Venus e Keys. Eliminate Halep e Aga

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WTA IW: lotta Kerber, bene Venus e Keys. Eliminate Halep e Aga

Angie rischia l’eliminazione contro Parmentier, Mladenovic domina Halep. Venus supera Safarova, Aga Radwanska eliminata da Shuai Peng. Keys e Wozniacki a vele spiegate

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[9] M. Keys b. N. Osaka 6-1 6-4 (da Indian Wells, Luca Baldissera)

Il primo incontro della sessione serale, sul campo centrale di Indian Wells, vede uno scontro sulla carta molto intrigante tra due rappresentanti della cosiddetta “next gen” del circuito femminile, la statunitense Madison Keys (22 anni, 9 WTA), e la giapponese (di nazionalità, ma residente negli USA a Fort Lauderdale) Naomi Osaka (19 anni, 52 WTA), due ragazze dotate di potenza devastante con tutti i colpi, a partire dai grandissimi servizi. L’unico confronto diretto risale agli US Open dell’anno scorso, fu una battaglia tremenda vinta dalla Keys per 7-5 4-6 7-6(3). Gli ingredienti per un bello spettacolo ci sarebbero tutti. La formula dubitativa deriva dal fatto che l’inizio del match è un autentico choc per Naomi: 5-0 con due break in meno di un quarto d’ora in favore di Madison, le due giovani giocano un tennis speculare fatto di botte con i servizi (velocità massime della battuta, 190 kmh Keys, 193 Osaka), e drittoni a chiudere appena possibile, non si superano i tre scambi a punto, solo che a Madison la maggior parte delle legnate a tutto braccio stanno in campo, a Naomi no. Il 6-1 per la Keys arriva in 19 minuti, Osaka sembra stordita, il coach David Taylor (ex allenatore di Samantha Stosur, uno che di gran picchiatrici se ne intende) scende in campo per provare a resettare la mente della sua giocatrice, ma non ottiene grandi risultati.

In avvio di secondo parziale, infatti, Naomi cede per la terza volta il servizio, bisogna dire che Madison appare centratissima, quello che deve fare lo fa bene, spinge e corre, è Osaka che deve aggiustare la mira, i gratuiti sono davvero troppi. Tengono la battuta entrambe senza sussulti fino al 3-2 e servizio Madison, quando la statunitense si fa invischiare in un game lungo (12 punti), affronta le prime due palle break della partita (annullate entrambe con il servizio vincente al centro), poi con un ace (il sesto) e un drittone dei suoi in contropiede sale 4-2. Naomi almeno adesso sta servendo bene e sbagliando meno, e rimane in scia, 4-3. La velocità di palla rimane altissima, così come rimangono scarni gli scambi, due botte e via, punto per l’una o per l’altra, siamo a 14 game in 46 minuti compresi i cambi campo. Un paio di buonissime risposte e accelerazioni portano altre due palle break a Osaka, ancora cancellate da Keys in spinta con servizio e rovescio, arriva il 5-3. Adesso c’è equilibrio, l’impressione però è che Naomi si sia svegliata troppo tardi (sul 6-1 2-0), tiene a 15, ma ora tocca a Madison servire per il match sul 5-4. Brutto doppio fallo Keys, ancor più brutto dritto largo Osaka, Keys restituisce il regalo in modo identico, 15-30, poi dritto e servizio vincenti e siamo al match point, su cui Keys piazza l’ottavo ace per chiudere in meno di un’ora. Potenzialità enormi per Naomi, ma ancora tanto lavoro da fare per mettere insieme i pezzi del puzzle. Ottima affermazione per Madison, che attende agli ottavi di finale la vincente tra Katerina Siniakova e Caroline Wozniacki.

S. Peng b. [6] A. Radwanska 6-4 6-4 (Giovanni Vianello)

Esce di scena, sullo Stadium 2, Agnieszka Radwanska, t.d.s. 6, battuta da un’ottima Shuai Peng.
I precedenti, d’altronde, erano in equilibrio, recitavano 3-2 in favore della polacca (anche se la cinese vanta un’ulteriore vittoria per walk-over a Tianjin l’anno scorso), con le giocatrici che in quattro occasioni su cinque erano andate al terzo set (nel 2009, a Wimbledon, il parziale decisivo terminò addirittura 9-7 in favore di Agnieszka).
L’avvio di match suggerisce una partita facile per Aga, che nel terzo game, grazie a delle distrazioni della Peng, opera un break. Nel game successivo, tuttavia, è la polacca a spegnersi; Radwanska concede il contro-break, il punteggio recita così 2-2. Shuai Peng tiene il seguente turno di battuta, poi si verifica un altro scambio di break e contro-break. Si arriva al 5-4 in favore della cinese, che sul servizio della testa di serie n. 6 si porta 0-40; Radwanska a questo punto arriva prima alla parità (salvando così 3 set point consecutivi) e poi a vantaggio, ma infine la cinese strappa la battuta ad Aga in maniera decisiva per quanto riguarda il primo set, chiudendo il parziale con un gran rovescio incrociato, 6-4 Peng.

In avvio di secondo set le cose sembrano volgere al peggio per Radwanska, che nel secondo game subisce l’ennesimo break. Anche in quest’occasione, tuttavia, la Peng concede un immediato contro-break. Aga tuttavia deve ancora trovare il suo miglior tennis ed in seguito va sotto 5-2. La Peng a questo punto è due volte a due punti dal match, prima sul 15-30 e poi sul 30-30 (il punto che consegna il 30 pari alla polacca la vede peraltro prevalere grazie ad un nastro che definire fortunato sarebbe un eufemismo). La partita tuttavia prosegue, e la cinese sembra ancora una volta sciogliersi, quando sul 5-3 e servizio a suo favore concede un break a zero (da segnalare il punto che consegna lo 0-40 a Radwanska, con la polacca che recupera uno smash). Non è tuttavia una giornata positiva per Aga, che trovandosi una seconda volta a servire per rimanere nel match, perde la battuta a 30, venendo così eliminata dal torneo. Seppure Radwanska non fosse in una delle sue giornate migliori, va dato merito alla Peng di aver giocato un gran match. La cinese è stata particolarmente efficace con il pressing da fondo, mettendo in campo un tennis quasi “robotico”, ma, soprattutto di dritto, ha saputo anche prodursi in notevoli palle corte. La Radwanska dal canto suo non ha sfigurato, sciorinando il suo solito vasto repertorio sia difensivo che offensivo, ma si è concessa delle distrazioni che con la Peng di oggi le sono costate la partita.

[2] A. Kerber b. P. Parmentier 7-5 3-6 7-5 (Matteo Polimanti)

Angelique Kerber apre il programma del campo centrale di Indian Wells, con il suo match di terzo turno contro la francese Pauline Parmentier, numero 62 del mondo e giocatrice che all’età di 31 anni sembra essere tornata ai livelli espressi nel 2008 quando fece registrare il best ranking al numero 40; seconda sfida tra le due tenniste, con l’unico precedente che si giocò sulla terra di Bogotà quando una giovane Kerber lasciò solamente 5 giochi alla Parmentier. Primo set lottato e equilibrato: la tedesca non riesce a imporre il suo asfissiante ritmo da fondo che le ha permesso di raggiungere i risultati eccelsi del 2016, lasciando alla francese la possibilità di esprimere il suo tennis caratterizzato da colpi pesanti e solidi; la prima svolta arriva nel quarto gioco quando dopo ben 22 punti e 11 minuti di gioco Kerber effettua il break salendo 3-1: Parmentier però non si disunisce, strappa al game seguente la battuta alla teutonica e sul 4-4 arriva un nuovo break a zero a suo favore che le permette al cambio campo di servire per il set. Parmentier si procura un set point, annullato brillantamente con il dritto lungolinea della tedesca che impatta sul 5-5. Il gioco si sviluppa ormai prevalentemente sulla diagonale destra dove Kerber con il rovescio incrociato va a pizzicare il dritto croce e delizia della francese che con il passare dei minuti diventa sempre più falloso: dal 5-5 Kerber infila un parziale di 8 punti a 2 chiudendo 7-5 un primo set molto complesso durato 1 ora e 2 minuti.

Si potrebbe pensare ad un facile epilogo per la tedesca, ma Parmentier dimostra di fare sul serio anche nel secondo parziale e nei primi tre game delizia il pubblico californiano con una serie infinita di vincenti che lasciano ferma Kerber sia con il rovescio, sempre solido e penetrante, che con il dritto, fondamentale che l’aveva abbandonata nelle fasi calde del primo parziale. Parmentier sale 3-0 con doppio break, tiene poi fino al 5-2 quando ancora una volta nel momento di servire per chiudere il set non riesce a mantenere un livello elevato e perde la battuta: Kerber però gioca un nono game terrificante e con un doppio fallo consegna a zero, break e set, con il punteggio di 6-3, rinviando l’esito dell’incontro al terzo. Le situazioni climatiche cominciano ad essere proibitive, il set decisivo inizia alle 13 locali quando la temperatura raggiunge picchi di 35 gradi, la tedesca appare molto provata e con il linguaggio del corpo non lascia presagire segnali positivi: infatti sul 2-1 per la francese, Kerber come nel finale di secondo set perde a zero il servizio ancora una volta con un doppio fallo; l’inerzia è ormai tutta dalla parte della francese che senza troppi patemi sale 4-2, qui sul 40-30 ha la possibilità di scappare sul 5-2 e durante lo scambio un rovescio della tedesca fuori di millimetri non viene chiamato, Parmentier non ferma il punto che le avrebbe dato il gioco, Kerber ringrazia, effettua il contro-break e impatta sul 4-4. Si assiste a questo punto ormai ad un’autentica lotta, da una parte la tedesca sembra aver ritrovato verve ma dall’altra la francese nonostante il vantaggio non sfruttato non perde la calma dimostrando la sua esperienza; sul 5-5 altro game infinito dove succede praticamente di tutto, Parmentier fa e disfa con vincenti e errori grossolani e dopo 5 palle break Kerber riesce a strapparle la battuta e va a servire per il match sul 6-5; anche il dodicesimo game del set non è privo di emozioni, Kerber commette un doppio fallo sul match point, annulla una palla break e chiude poi al terzo match point con il dritto lungolinea, dopo oltre 2 ore e 30 di battaglia.

Partita soffertissima e dispendiosa per la futura numero 1 del mondo che dovrà recuperare in fretta le energie per l’incontro di ottavi di finale di domani contro Elena Vesnina contro cui conduce per 3-1 nei precedenti. Onore delle armi alla trentunenne Parmentier che ha certificato il suo buon momento di forma con una prova notevole, mancando nei momenti focali dell’incontro in cui la differenza di ranking e di spessore è uscita fuori a favore della tedesca.

[28] K. Mladenovic b. [4] S. Halep 6-3 6-3 (Manuel Calcaterra)

Sotto il sole cocente californiano, tra un colpo e l’altro devono boccheggiare in cerca di ossigeno la n.4 del seeding, Simona Halep, e la francese Kiki Mladenovic, ventottesima testa di serie del torneo di Indian Wells. È la tennista con il ranking più basso quella che si presenta maggiormente in forma all’appuntamento: Mladenovic, infatti, a febbraio ha vinto il suo primo premier WTA a San Pietroburgo e solo pochi giorni fa ha raggiunto la finale del torneo di Acapulco; la giocatrice rumena, invece, in questo 2017 ancora non ha trovato il giusto feeling con il suo tennis, colpa anche dei continui fastidi al ginocchio sinistro che già l’avevano costretta al ritiro proprio nel torneo russo vinto dalla sua avversaria odierna. È la battuta, probabilmente, il fondamentale più condizionato dalle alte temperature presenti a Indian Wells e nei primi due giochi si registrano subito un break e un contro break. Complessivamente, il numero di palle break del primo set è particolarmente elevato, 7 in favore di Mladenovic e ben 14 per Halep; la prima partita dura in totale 9 game, 5 dei quali persi dalla giocatrice al servizio; a vincerlo è la tennista meno nervosa e più concentrata nei momenti decisivi, ovvero la transalpina Mladenovic. Kiki, forte del 6-3 con cui ha chiuso il primo set, parte carica anche nel secondo e in poco più di mezz’ora si ritrova a servire per il match, sul punteggio di 5-2. Qui, la francese mette in scene un turno di battuta da psicodramma, commettendo 5 doppi falli, di cui due su i primi due match point, e perdendo un game che potrebbe riaccendere le speranze di Halep. Ma la rumena dimostra di essere ancora l’ombra di se stessa e, perdendo l’ennesimo turno di battuta, cede il passo agli ottavi di finali del torneo a Kiki Mladenovic che affronterà, da favorita, la tennista di casa Lauren Davis.

[12] V. Williams b. L. Safarova 6-4 6-2 (Giacomo Capra)

Una ottima Venus Williams centra l’accesso agli ottavi di finale superando in due set Lucie Safarova, attuale numero 40 WTA ma con un best ranking al numero 5. Sei precedenti in tutto: dopo quattro vittorie consecutive dell’americana tra il 2006 e il 2010 gli ultimi due incroci erano stati ad appannaggio della ceca, a Cincinnati 2014 e Dubai 2015. Primo set che non può che riportare alla mente il celebre “Match Point” di Woody Allen. Infatti nell’ottavo gioco, Venus trasforma una palla break grazie all’aiuto del nastro. La statunitense va a servire per il set ma Safarova sale 15-30. Il net però rema ancora contro la ceca trascinando fuori l’accelerazione che l’avrebbe portata a due palle del controbreak. Sul 30 pari ci pensa Williams a fare un regalo a Lucie fermando il gioco su una palla che aveva colpito in pieno la riga e consegnando di conseguenza il punto all’avversaria. Qui, sul 30 -40, finalmente il nastro rende ciò che aveva tolto a Safarova consegnandole il punto che le permette di recuperare il break. Se fossimo stati in un film certamente la ceca avrebbe portato a termine la rimonta, invece il set si conclude con Safarova che non riesce a difendere il turno di battuta successivo e il conseguente 6-4 Williams. A inizio secondo parziale la 30enne di Brno, che appare parecchio sfiduciata, va subito sotto di un break. Non riuscirà più a ricucire lo strappo, complice anche un’avversaria efficientissima al servizio e in risposta, e finirà per cedere set e match grazie a un doppio fallo al termine dell’ottavo gioco. Venus vola così agli ottavi dove attende Shuai Peng.

[13] C. Wozniacki b. K. Siniakova 6-3 6-1 (Michelangelo Sottili)

Il programma dello Stadium 3 si chiude con Caroline Wozniacki che ritrova Katerina Siniakova dopo Wuhan 2016, dove la danese si impose in due set. Quest’anno, la ventenne ceca ha conquistato il primo titolo in carriera e raggiunto il suo best ranking, n. 39, mentre Caroline ha perso due finali e detto la sua sulle wild card per MashaPartenza in salita per Siniakova che cerca di mettere pressione all’avversaria, però trova errori e cede il servizio al secondo gioco. Wozniacki le restituisce subito il favore, ma sale comunque 4-1 salvando il successivo turno di battuta con due vincenti consecutivi di dritto. Per nulla impressionata, Katerina conquista due giochi di fila e allora Caro chiama in campo il babbo che, evidentemente, fa il suo dovere di coach: Wozniacki si alza dalla sedia, alza anche il livello e chiude il set 6-3. Adesso tocca a Siniakova chiedere il coaching che, tuttavia, non si dimostra una scienza esatta e, infatti, la ceca si ritrova sotto 0-3 con Wozniacki padrona del campo. Gioco sospeso per un massaggio al collo ceco da parte della fisioterapista, mentre Caroline chiacchiera di nuovo con papà Piotr e si fa prestare un tubo di palle usate per provare qualche servizio. C’è giusto il tempo per una timida reazione di Siniakova che ha la palla per accorciare sul 2-4, ma tutto rientra in fretta nella norma e la campionessa del 2011 chiude in 79 minuti. Troppo fallosa la ceca e, contro avversarie come quella di stasera, la mancanza di un colpo del k.o. diventa evidente. Al prossimo turno, Wozniacki troverà Madison Keys contro cui ha vinto l’unico precedente.

Risultati:

[2] A. Kerber b. P. Parmentier 7-5 3-6 7-5
[12] V. Williams b. L. Safarova 6-4 6-2
[9] M. Keys b. N. Osaka 6-1 6-4
[14] E. Vesnina b. [25] T. Babos 6-4 1-6 6-4
[Q] S. Peng b. [6] A. Radwanska 6-4 6-4
L. Davis b. J. Goerges 6-1 6-4
[28] K. Mladenovic b. [4] S. Halep 6-3 6-3
[13] C. Wozniacki b. K. Siniakova 6-3 6-1

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