Focus
Settimana degli italiani: un lampo nel buio
La vittoria di Fognini contro Murray non rende meno amaro il bilancio degli azzurri agli Internazionali BNL d’Italia

Appena una, ma per fortuna ottima: escludendo dalle analisi finali il derby di primo turno tra Fabio Fognini e Matteo Berrettini, si può così si può sintetizzare il bilancio complessivo vittorie-sconfitte dei tennisti azzurri nei tabelloni di singolare maschile e femminile dell’edizione 2017 degli Internazionali d’Italia. Alla grandissima vittoria del numero 1 azzurro su Murray, hanno fatto purtroppo da contraltare sette sconfitte amare, anche per la maniera in cui sono giunte, spesso in maniera netta: aumenta la delusione osservare il computo totale dei parziali vinti e persi dai nostri tennisti, 3-14. Nonostante l’aiuto del passionale e numeroso pubblico romano, il nostro movimento non ha potuto mai gioire, se non per l’estemporanea e dirompente esibizione di talento del ligure contro il numero 1 del mondo. Una fotografia amara, ma perfetta del convalescente stato di salute del tennis italiano nell’unico ed attesissimo appuntamento annuale nel nostro Paese col meglio della racchetta mondiale. Mancavano solo Paolo Lorenzi (infortunio) e Camila Giorgi (annosa controversia con la Federtennis) tra i nostri tennisti abituati attualmente a competere a questi livelli, ma difficilmente, anche con la loro presenza, sarebbe cambiato qualcosa nel commento finale di un bilancio che, considerando anche il tabellone delle qualificazioni, vede una bocciatura netta del nostro tennis. Nel tabellone cadetto i ragazzi, infatti, hanno raccolto appena una vittoria (con Arnaboldi) a fronte di sei sconfitte, mentre le donne hanno fatto ancora peggio, perdendo tutte e quattro al primo turno.
Se non si parla di tragici risultati sportivi, il nostro tennis lo deve dunque al freschissimo padre Fabio Fognini, solitamente non a proprio agio sulla terra del Foro Italico, sulla quale in nove partecipazioni nel tabellone principale, una sola volta era giunto agli ottavi, nel 2015, quando perse da Berdych, allora 5 ATP. Il taggiasco ha qui ottenuto una prestigiosissima vittoria battendo il numero 1 del mondo, impresa che ad un tennista italiano non riusciva dal 2007, con Filippo Volandri che, proprio a Roma, eliminò agli ottavi Roger Federer, per poi giungere sino alle semifinali dopo aver battuto anche Berdych. Per arrivare ad affrontare Murray, Fabio aveva precedentemente sconfitto al primo turno, in una sorta di derby generazionale italiano, il 21enne romano Matteo Berrettini, 249 ATP, che godeva di una wild card guadagnata attraverso le pre-quali. Fabio ha avuto facilmente la meglio sul giovane connazionale, visibilmente emozionato, specie nel primo set, per l’esordio sul Centrale e in un Masters 1000. L’allievo di Franco Davin ha infatti vinto nettamente con il punteggio di 6-1 6-3 in 1 ora e 10 minuti, al termine di un match in cui ha vinto l’82% dei punti giocati sui propri turni di battuta. Al secondo turno, quando già era conscio di essere rimasto l’ultimo italiano in gara, Fabio ha affrontato il numero 1 del ranking e detentore del titolo degli Internazionali, Andy Murray. Nonostante il gran nome dello scozzese, Fognini è sceso in campo consapevole delle sue possibilità di vittoria, sicuramente memore di come lo avesse battuto 2 delle 5 volte in cui si erano già affrontati e che, nell’ultimo confronto dello scorso agosto a Rio, avesse per un set e mezzo messo alle corde Andy.
Fabio, sebbene vada anche detto che Murray abbia confermato a Roma di vivere un pessimo momento di forma (deficitario il rendimento del servizio dello scozzese: solo il 48% di prime in campo, 38% di punti vinti con la seconda) ha giocato una partita praticamente perfetta sino a pochi minuti dalla conclusione del match, quando probabilmente si è reso conto dell’impresa che stava compiendo e si è fatto prendere dalla tensione. Grazie ad un tennis di grandissimo livello, Fognini ha portato a casa quella che anche a suo dire è stata una delle tre vittorie più importanti della sua carriera, sconfiggendo Murray con un nettissimo 6-2 6-4 in 1 ora e 33 minuti di gioco. Purtroppo Fabio ha poi mancato una sorta di prova del nove che aveva negli ottavi con il leader della Race to Milan, Alexander Zverev: è vero, il ventenne tedesco, 17 ATP, si isserà poi alla vittoria del titolo romano, ma dal nostro tennista ci si poteva quantomeno attendere una prova ben migliore di quella offerta al Foro Italico contro il tennista di Amburgo, nella quale, almeno sino al 3-6 0-4, non ha quasi mai giocato nei turni di servizio dell’avversario – che ha vinto il 70% dei punti giocati sul suo servizio – soffrendo inoltre troppo nel conservare i suoi. Inevitabile, è arrivata una sconfitta con un duplice 6-3 in 1 ora e 18 minuti, che non intacca però il giudizio positivo sul torneo del ligure, distratto anche dall’imminente nascita del primogenito, avvenuta l’indomani.
A Roma è invece continuato il momento nero di Andreas Seppi: non vince due partite di seguito addirittura dagli Australian Open e sulla terra quest’anno nei tabelloni di singolare ha battuto il solo Mikael Ymer, 409 ATP . Avendo ricevuto una wild card dagli organizzatori, al Foro Italico tornava per la 12esima volta in un torneo nel quale, a parte l’expolit del 2012 – nel quale aveva sconfitto Wawrinka ed il top 10 Isner prima di cedere a Federer nei quarti – non ha mai fatto bene, non raggiungendo in nessuna circostanza gli ottavi. Opposto al 31enne spagnolo Nico Almagro, 73 ATP, che aveva sconfitto in due delle tre occasioni nel quale lo aveva affrontato (perdendo però l’unico precedente sulla terra), ha fatto, seppur salvando 11 palle break, partita pari sino al tie-break, nel quale è stato in vantaggio 5-2, prima di crollare e consentire ad Almagro l’accesso al secondo turno, dopo 1 ora e 56 minuti, col punteggio di 7-6(6) 6-3. Non è andata meglio ad un’altra wild card, dopo quella di Berrettini, del quale abbiamo raccontato la netta sconfitta contro Fognini, concessa dalla federazione ai vincitori delle pre-quali: il 22enne di Biella, Stefano Napolitano, 181 ATP, è stato almeno autore di un buon primo set nel match che l’ha visto contrapposto al 31enne serbo Viktor Troicki, 36 ATP. L’azzurro, issatosi a due set point quando il suo avversario serviva per rimanere nel set su 5-6, una volta non essere riuscito a convertirli, si è sciolto come neve al sole, finendo per cedere 7-6(1) 6-2 dopo 1 ora e 28 minuti di partita nella quale non è mai entrato in partita sul servizio del serbo, che ha portato a casa il 75% dei punti giocati quando era al servizio.
Chi ha fatto decisamente bene, pagando però l’emozione e la desuetudine nel giocare ad alti livelli, è stato Gianluca Mager, il quale, contro il naturalizzato britannico Aljaz Bedene, 55 ATP, si è trovato avanti nel punteggio 7-6(3) 4-3 e servizio prima di calare e poi cedere ai crampi all’inizio del decimo gioco del secondo parziale, rendendo inutili e scontati gli ultimi giochi. Il 22eenne di Sanremo da quel momento in poi non ne ha avuto più ed è arrivato il suo ritiro, al termine di una prova che ci si augura gli dia fiducia e stimoli nel lavorare sempre più e meglio: al secondo turno è andato però Bedene, con lo score di 6-7(3) 6-4 3-0 dopo 2 ore e 10 minuti di partita. Come accennato, ai nostri colori non è andata meglio nelle quali, dove il solo Andrea Arnaboldi, beneficiario di una wild card per il tabellone cadetto, ha vinto una partita: il 29enne mancino canturino Andrea Arnaboldi, 242 ATP, ha infatti battuto 6-0 5-7 7-6 (2) in 2 ore e 19 minuti di partita il portoricano classe 81 Victor Estrella Burgos, 85 ATP, prima di cedere però nel turno decisivo ad un altro veterano del circuito, Carlos Berlocq, 68 ATP, che in 97 minuti gli ha rifilato un netto 6-1 7-5. Degli altri italiani usufruitori di un invito della federazione ed impegnati nelle quali, due giovani hanno vinto un set ed offerto buone prove che li hanno fatti uscire tra gli applausi del pubblico del Foro: il primo è Lorenzo Sonego, 22enne di Torino al 328°posto del ranking ATP, l’anno scorso autore di un gran match nel primo turno del tabellone di singolare contro Joao Sousa. Il piemontese è andato a servire per il match sul 6-5 del terzo, prima di cedere ad Almagro, vincitore dopo 2 ore e 18 minuti col punteggio di 6-3 3-6 7-6(3). Il secondo è Salvatore Caruso, 198 ATP: il tennista di Avola è stato sconfitto 4-6 6-4 7-5 in 2 ore e 34 minuti di battaglia tennistica da Adrian Mannarino, 47 ATP, dopo essere stato in vantaggio 3-1 nel terzo. Subito disco rosso, infine, per la wc Andrea Pellegrino, 511 ATP, eliminato da Denis Istomin, 82 ATP, in 103 minuti di partita con lo score di 6-4 7-5; per Luca Vanni, battuto da Kevin Anderson, 63 ATP, 4-6 6-1 6-2 dopo 1 ora e 39 minuti di match e per Alessandro Giannessi, fermato da Ernesto Escobedo con un netto 6-3 6-4 in 74 minuti di partita.
Segue a pagina 2: la settimana al Foro delle azzurre
ATP
ATP Miami: Alcaraz e Fritz ai quarti, Ruusuvuori sarà l’avversario di Sinner
Il numero 1 del mondo prosegue incessante la sua marcia, Fritz batte un Rune irriconoscibile, a Ruusuvuori la battaglia contro Van de Zandschulp

[1] C. Alcaraz b. [16] T. Paul 6-4 6-4

Primo set ad altissimo ritmo sin dai primi game: Paul cerca di rimanere aggrappato con il servizio e a reggere l’urto da fondocampo, ma a volte è troppo passivo e lascia l’iniziativa ad un Alcaraz semplicemente letale e inarrestabile. Il break maturato nel terzo gioco è decisivo ai fini della conquista del primo set dello spagnolo, nonostante lo statunitense provi una reazione, specie nell’ultimo turno di servizio del set, quando si procura una palla del contro-break grazie a un punto pazzesco vinto con un passante in tuffo e un altro recupero eccezionale. Questo punto è un po’ la fotografia del match: Paul deve sempre fare qualcosa di straordinario per fare il punto al campione in carica del torneo di Miami, che appare sempre in controllo, ma ogni tanto commette qualche imprecisione, figlia anche della giovane età di questo fenomeno. Anche nel secondo set il break arriva nel terzo gioco dopo che il tennista del New Jersey aveva salvato due palle break nel game prima grazie a due ace con traiettoria esterna. Ci sono altri scambi spettacolari, con entrambi i giocatori che esprimono un livello di tennis decisamente sostenuto e Alcaraz continua a impressionare per la sua rapidità di piedi, facendo spesso giocare una palla in più all’avversario. È il caso dell’ultimo game del match, quando lo spagnolo alza un pallonetto difensivo che costringe Paul all’errore sullo smash. L’americano non può stare tranquillo in nessun game di servizio, ma riesce comunque ad arrivare sul 4-5. Il murciano serve per il match con estrema freddezza, ottenendo punti diretti con la prima, eseguendo alla grande un serve and volley e chiudendo con un rovescio lungolinea in controbalzo paranormale. Per Alcaraz la difesa al titolo passerà dal quarto di finale con Taylor Fritz e all’orizzonte ci potrebbe essere un’altra semifinale con Sinner.
[9] T. Fritz b. [7] H. Rune 6-3 6-4

Per la prima volta in carriera Taylor Fritz è nei quarti di finale del Miami Open presented by Itaù: l’ex numero 5 del mondo supera 6-3 6-4 Holger Rune in un’ora e 26 minuti di gioco, disputando un match decisamente più ordinato e concreto del suo avversario, che sbaglia tante scelte e commette tanti errori nei momenti più importanti.
Inizio particolarmente aggressivo di Holger Rune in risposta: il danese fa partire quasi sempre lo scambio, si procura subito due palle break, ma Taylor Fritz è bravo a salvarsi con due servizi vincenti nei momenti più difficili. Nel game successivo è la testa di serie numero 7 a concedere la palla break e sul 30-40 commette un doppio fallo, regalando così il 2-0 allo statunitense. I due continuano ad avere problemi alla battuta e l’idolo di casa concede la palla del contro-break nel terzo gioco, ma la annulla con un bel servizio al centro. Alla sesta palla break il nativo di Gentofte riesce a convertire, allungando sempre di più gli scambi e sfruttando i limiti negli spostamenti del suo avversario, giocando con più coraggio. Il set prosegue sui binari dell’equilibrio fino al 4-3, quando Rune gioca un game scellerato, fatto di scelte errate come il serve and volley ed errori piuttosto inspiegabili. Fritz ha preso decisamente più ritmo e costanza al servizio dall’inizio del match, ha alzato le sue percentuali e chiude il primo set sul 6-3.
Il secondo set si apre con un altro passaggio a vuoto di Rune che si fa brekkare da 40-15 sbagliando malamente ancora sotto rete e un paio di dritti alla sua portata. Il servizio del danese continua a balbettare per tutto il parziale, annulla una palla del doppio break sull’1-3, mentre Fritz è ordinato, commette pochi errori e al servizio si salva sempre quando va sotto nel punteggio nel game grazie all’apporto della prima palla. Un secondo set ai limiti della perfezione per il californiano come testimoniano anche i numeri: appena tre errori gratuiti, sette vincenti e soli sei punti persi al servizio in cinque turni di battuta. Adesso scoglio più complicato ai quarti di finale per il campione di Indian Wells 2022 che affronterà uno tra Tommy Paul e il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz.
E. Ruusuvuori b. [26] B. van de Zandschulp 4-6 6-4 7-5

Emil Ruusuvuori riesce a venire a capo di un match incredibile contro Botic van de Zandschulp vincendo in rimonta con il punteggio di 4-6 6-4 7-5: due ore e 46 minuti di partite condite da tantissimi errori da ambo le parti, 54 per il finlandese e 38 per l’olandese. L’approccio al match è stato sicuramente più favorevole al numero 32 del mondo che parte forte in particolar modo al servizio, perde appena sei punti alla battuta nel primo set e raccoglie i tanti errori del suo avversario che non sembra essere in giornata positiva. Anche nel secondo parziale il neerlandese va per due volte avanti di un break e si ritrova 4-3 e servizio dopo un game disastroso di battuta del tennista di Helsinki. I problemi arrivano alla battuta per van de Zandschulp che è sempre più negativo anche con il linguaggio del corpo, si lamenta tanto con il suo angolo e perde sei game consecutivi tra la fine del secondo set e l’inizio del terzo. Ruusuvuori mantiene il break di vantaggio nel set decisivo fino al 5-3, quando non riesce a chiudere il match, commettendo qualche errore di tensione e si fa controbrekkare sul più bello. Il finlandese annulla anche due palle break pericolose con due bellissimi dritti in diagonale sul 5-5 e approfitta di un game disastroso al servizio da parte dell’olandese sul 5-6, con tre errori gratuiti dovuti all’impazienza. Ruusuvuori sarà quindi per la terza volta l’avversario di Sinner a Miami: l’azzurro ha vinto nel 2021 e lo scorso anno annullando ben tre match point.
ATP
ATP Miami: Sinner express, avanza senza problemi su Rublev
Jannik Sinner batte per la terza volta in carriera Andrey Rublev con una prestazione superlativa. Sesta vttoria su un top10 e quarti di finale in grande stile

Da Miami, il nostro inviato
[10] J. Sinner b. [6] A. Rublev 6-2 6-4


Continua senza sosta la marcia di Jannik Sinner verso i piani altissimi della classifica. In un percorso a tappe forzate verso il traguardo finale delle Nitto ATP Finals di Torino, Jannik Sinner è arrivato senza perdere un set ai quarti di finale del Miami Open presented by Itaù, e lo ha fatto sconfiggendo nel suo ultimo incontro Andrey Rublev, numero 6 del seeding e numero 7 del ranking mondiale, che veniva da 10 vittorie negli ultimi 12 incontri sul cemento, compresa la finale nell’ATP 500 di Dubai.
Sinner aveva già battuto Rublev in precedenza, ed era in controllo del punteggio lo scorso anno al Roland Garros quando fu costretto a ritirarsi, ma non l’aveva mai sconfitto in una maniera così dominante e perentoria.
Un match giocato splendidamente dal ragazzo di Sesto Val Pusteria, che ha lasciato solamente sei game al suo avversario senza mai concedere una palla break. E soprattutto ha dimostrato una superiorità quasi schiacciante dalla parte del rovescio, con il quale ha quasi sempre dominato gli scambi mettendo in enorme difficoltà il russo.
PRIMO SET – Inizio della partita con cielo velato e sole che faceva capolino tra le nubi, lascito dei temporali della sera prima che hanno fatto sensibilmente aumentare l’umidità. La partenza di Sinner è a razzo, quella di Rublev un po’ meno travolgente, e il break arriva subito al terzo gioco quando dopo due accelerazioni di rovescio di Sinner il russo si trova 15-40. La prima palla break viene annullata con un diritto vincente, ma sulla seconda un diritto di palleggio finisce in rete.
Sul suo servizio Sinner è una sentenza (saranno solo quattro i punti persi in questo set sulla sua battuta, e due soli in più nel set successivo), e in risposta aggredisce le seconde come lo abbiamo visto fare solo molto di recente. Rublev cancella una palla del doppio break con uno schema servizio-diritto, ma il 4-1 pesante arriva poco dopo: se Sinner riesce a tenere il diritto di Rublev fuori dallo scambio non c’è gara.
Sull’1-5 Rublev muove il punteggio nella sua casella a forza di prime di servizio, ma il set ormai è andato e Sinner perfeziona il 6-2 in 32 minuti.
SECONDO SET – La breve durata del primo set fa si che il consueto esodo di spettatori che vanno a rinfrescarsi alla fine di ogni parziale sia molto meno consistente de solito, anche se la giornata è decisamente calda e l’orologio segna quasi mezzogiorno. Rublev resiste meglio a Sinner di quanto aveva fatto nel primo set, ma sulla battuta dell’altoatesino è sempre traffico a senso unico. Sul 2-2 Andrey recupera da 15-30 con il servizio e con un po’ di fortuna quando un suo recupero di rovescio finisce per diventare una palla corta incrociata sulla riga. Il break arriva due game più tardi, quando Sinner carica in risposta sulla seconda di servizio e Rublev cede la battuta con un altro errore di diritto.
Prima che Sinner serva per il match sul 5-4 il deejay prova a mettere un po’ di pepe nella sfida scegliendo “Hit Me With Your Best Shot” di Pat Benatar come canzone per il cambio di campo, ma Jannik è inscalfibile e chiude il match in un’ora e 12 minuti raggiungendo i quarti di finale a Miami per la terza volta in carriera.
VICINO ALLA TOP 10 – Con questa vittoria Sinner diventa virtualmente n. 10 del ranking mondiale e potrebbe essere superato solamente da Khachanov o Paul nel caso in cui si aggiudicassero il torneo. Per consolidare il suo ritorno nei Top 10 Sinner dovrebbe vincere anche il prossimo match contro chi si qualificherà tra Botic Van de Zandschulp ed Emil Ruusuvuori. Con Ruusuvuori ci sono stati quattro precedenti confronti diretti (più uno a livello Challenger), tutti vinti da Sinner (che invece aveva perso il primo scontro in un Challenger in Australia), ma alcuni con punteggi molto equilibrati come il 10-8 al tie-break del terzo set dello scorso anno qui a Miami. Contro Van de Zandschulp invece sarebbe uno scontro inedito.
ATP
ATP Miami: Sinner e Sonego entrambi agli ottavi come nel 2021
E’ la quinta volta che due italiani raggiungono il quarto turno in un Master 1000 sul veloce. Gli ultimi Sinner e Berrettini ad Indian Wells

Per Sonego è stata una delle migliori partite della sua carriera. Quella contro l’americano Tiafoe non era per l’italiano una partita con i favori del pronostico. Ma un’ora e due set dopo Lorenzo riesce nell’impresa di vincere una partita forse inattesa per noi, ma assolutamente alla portata per lui. A fine match il nostro Gibertini lo incalza: la migliore partita di sempre? “La migliore qui a Miami, e tra le tre migliori di sempre. Conoscevo l’avversario, sono entrato in campo molto determinato. Si è trattato di una partita quasi perfetta, senza sbavature, ho fatto pochi errori e sono stato molto aggressivo come l’avevamo preparata”.
Nel dettaglio quella contro il semifinalista dello US Open 2022 è stata per Sonego una partita da record. Innanzitutto la percentuale di punti con la prima palla (91%) è la migliore della carriera. Così come i punti vinti con la seconda palla (82%, non era mai andato oltre il 78%). Infine è stata il il 13° match chiuso senza concedere palle break. Considerando il fatto che ha ottenuto tutto questo contro il n.14 del ranking si può affermare che questa rappresenti senza ombra di dubbio una delle vittorie più prestigiose ottenute dal piemontese nel circuito maggiore.
A suggello di questa vittoria abbiamo due italiani negli ottavi di finale di un Master 1000, Sinner e Sonego, come nel 2021. Si tratta della quinta volta in assoluto che questo succede (sul veloce). Prima di loro ci sono stati: Shanghai 2019 (Berrettini/Fognini) ; Miami 21 (Sinner/Sonego); Cincinnati 21 (Berrettini/Sonego) e Indian Wells 22 (Sinner/Berrettini). Sperando di poter spingerci ancora un po’ più in là, possibilmente con gli sfavori del pronostico.