L'altra versione di Roger pronto per Wimbledon (Clerici), Musica Maestro. Federer a Halle suona la nona sinfonia (Crivelli), È l'erba di casa Federer (Mancuso)

Rassegna stampa

L’altra versione di Roger pronto per Wimbledon (Clerici), Musica Maestro. Federer a Halle suona la nona sinfonia (Crivelli), È l’erba di casa Federer (Mancuso)

Pubblicato

il

 

Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

L’altra versione di Roger pronto per Wimbledon

 

Gianni Clerici, la repubblica del 26.06.2017

 

Federer è ritornato se stesso, ha vinto sulla riarsa erba tedesca di Halle, e mi ha ricordato, tra gli applausi, il proverbio “Dagli amici mi guardi Iddio”. Avevo infatti scritto che, giocando come l’altro ieri contro il bambinone Khachanov, Roger non avrebbe vinto Wimbledon e, all’entrata nel mio club, un partner di doppio, sventolandomi sotto il naso il giornale, mi fa: «Ma la legge anche Federer, la Repubblica?». «Temo di no. Dei sei libri usciti su di lui, mi aveva detto di aver sfogliato solo quello di René Stauffer, del Tages Enzeiger». «Sembra proprio ti abbia ascoltato attentamente. Dalla semifinale pare sia uscito un nuovo personaggio. Ha battuto il bambino Zverev (che proprio a Halle l’aveva superato lo scorso anno 7-6, 5-7, 6-3 ) in cinquantadue minuti: 6-1, 6-3 con ventidue winners contro otto gratuiti. Anche il tuo amico Ljubicic, ora suo allenatore, non riusciva a trattenere gioia mista a sorpresa. Adesso avrai il coraggio di contraddirti, e scrivere che vincerà Wimbledon». «Certo che un Federer come quello di oggi potrebbe, se…». «Se cosa?». «Se riesce a mantenere un livello simile a quello di Halle per un minimo di due ore, o per più di tre set. Se il capo giardiniere di Wimbledon non gli ha messo troppa gramigna tra i piedi. Se le altre teste di serie – Roger è ora numero tre – non migliorano dai loro ultimi tornei». «E ti pare possibile?». «Mi pare possibile dopo quello che ho visto oggi ad Halle. Se è in grado di rinnovare i ventotto punti a tredici del primo set contro Zverev. O la sequenza di dodici punti a due dal quinto al settimo game del secondo, l’alternanza tra servizio in centro e esterno, i drop seguiti da vollee. Tutto quanto, insomma, costituisce il nuovo sostantivo, la Federarità. Se rimane eguale ad Halle, se gli avversari non imitano il gioco da banale sparapalle di Zverev, se i suoi Dei lo assistono, Federer può vincere Wimbledon». «Scommetti?» ha chiesto il mio sfortunato partner di un doppio sicuramente perduto. «Me lo impedisce il regolamento dell’Itwa, International Tennis Writers Association» ho concluso. A presto, dunque. A Wimbledon.

 

Musica Maestro. Federer a Halle suona la nona sinfonia

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 26.06.2017

 

La melodia celestiale del Maestro è un impasto di note troppo complesso e inavvicinabile per il giovane apprendista. Beethoven in fondo è nato a due passi da qui, dal giardino dell’eden di Halle, dove l’erba di Roger rimane sempre più verde. E’ la nona sinfonia federeriana nel torneo della Westfalia, una dimostrazione di grazia e talento che lascia senza parole e senza contromisure la stellina Zverev. Guarda e impara, Sascha: l’anno scorso la vittoria in semifinale era stata agevolata da un Federer dimesso, con schiena e ginocchio pizzicati dal dolore. Stavolta è una lezione memorabile, un’esibizione al diapason che proietta su Wimbledon e il suo sogno l’ombra lunga e autorevolissima del dominatore che fu e vuole tornare a essere. FOLLIA Se Roger gioca come ieri, a Church Road sarà perfino vietato scommettere su un vincitore diverso. Zverev aveva perso due servizi in 48 turni, ne cederà tre nel primo set di fronte al Divino ispiratissimo, che è una sentenza alla battuta (93% di punti con la prima), che attira fuori dalle sue zolle il tedesco con l’uso sapiente del rovescio in back, che risponde senza patemi a bordate a 215 all’ora e che quando Sascha rimane inchiodato a fondo lo irride con armoniose palle corte cariche di veleno. Dura 53 minuti la perfetta esecuzione svizzera, la seconda finale più corta tra quelle vinte, che per un solo minuto non eguaglia Basilea del 2014 (doppio 6-2 a Goffin). Per Federer è il 92 successo in carriera (16 sui prati), a due dal secondo posto assoluto di Lendl (guida Connors con 109), a questo punto decisamente a rischio entro la fine dell’estate se quel signore di quasi 36 anni (ma non può essere vero), al quarto trionfo in altrettante finali in stagione, continuerà a toccare la racchetta come uno Stradivari. In giornate così, Roger abita in un’altra dimensione, tanto che lo sconfitto usa un termine inglese che spiega tutto, per definirne la prestazione: «Insane». Che, tradotto, significa folle, fuori da ogni comprensione umana. FIDUCIA Eppure, la cavalcata domenicale sotto il tetto chiuso causa bizze meteorologiche del Centrale della cittadina renana non pub far dimenticare la sconfitta di primo turno a Stoccarda contro Haas o le difficoltà incontrate anche in questa settimana prima di approdare ial paradiso. Come sarà il Federer di Londra, che tornerà a giocare tre set su cinque dopo sei mesi, quale sarà la sua capacità di tenere questo livello per due settimane e contro avversari con il sangue agli occhi già dai primi giorni? Molto come sempre dipenderà dal tabellone, ma aver concesso quattro giochi alla più brillante delle nuove star costituisce un balsamo portentoso: «Dopo aver perso da Haas — confessa Roger, che ai Championship sarà testa di serie numero 4 dopo Murray, Djokovic e Nadal — avevo cominciato a dubitare un po’ di me stesso, perché perdere al primo turno sull’erba dopo 15 anni (2002, Ancic a Wimbledon, rtdr) mi aveva scosso. Perciò sono contento per come ho reagito, per come ho dimenticato quell’episodio dimostrando a me stesso di poter giocare di nuovo bene sull’erba. E’ una spinta alla mia fiducia, soprattutto perché mi sento in ottima forma fisica. E sono tornato fresco anche mentalmente». Roger, così cattivo in campo e così dolce fuori, quando sparge miele sul tedesco denudato in tutti i suoi difetti di gioventù: «Il futuro è suo, sarà il punto di riferimento per i prossimi anni. Ma per me era troppo importante rivincere qui, è una sensazione meravigliosa e siccome non so se succederà ancora, voglio godermela fino in fondo». Come già in Australia, il Maestro lascia il proscenio della vittoria spargendo un po’ di mistero su ciò che sarà domani. Dicci che è uno scherzo, Roger: la tua musica non pub finire mai.

 

È l’erba di casa Federer

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 26.06.2017

 

Nona volta ad Halle e titolo n.92 in carriera per King Roger. Oltre che presenza fissa nell’albo d’oro del torneo (è il vincitore più anziano) il fenomeno di Basilea compare nella carta stradale della cittadina della Germania, dove c’è una via a suo nome, la “Roger Federer Allee”. Nella finale sull’erba di Halle c’erano di fronte il campione infinito e quello del futuro Alexander Zverev divisi da 16 anni: quasi 36 lo svizzero (li compirà l’8 agosto), 20 il tedesco. King Roger ha offerto il meglio del suo repertorio: 6-1 6-3 in 53 minuti e 102esima vittoria in carriera in meno di un’ora di gioco. UNA LEZIONE Quando il Divino ha fatto la sua prima apparizione ad Halle nel 2000, Zverev aveva 3 anni. Ieri il Maestro ha mostrato al talento emergente come si gioca sui prati: il Next Gen Millennials è stato spazzato via senza capirci nulla. Eppure alla vigilia c’era chi aveva azzardato un possibile successo del tedesco. Nei turni precedenti Federer non aveva convinto. alternando giocate sopraffini a pause preoccupanti. Dubbi spazzati via da una prestazione perfetta: 53 minuti di drop shot deliziosi, volèe da sballo, passanti magistrali. Il tutto con percentuali mostruose al servizio (93% di punti con la prima) e in risposta che hanno disinnescato la potenza dei colpi del rivale. Solo un attimo di distrazione, nel primo game del secondo set, in cui ha concesso una palla break cancellata con la solita prima. Zverev, che quando deve usare mano e tattica ancora non è un mostro, ha allargato le braccia, volto lo sguardo sconsolato al suo angolo e atteso il momento di stringere la mano al Maestro. Lo svizzero ha saltato la stagione sulla terra lasciando la ribalta a Nadal, raggiunto ieri nel numero di titoli stagionali (4: Australian Open, Indian Wells, Miami e lialle). Cancellato l’incidente di percorso sui prati di Stoccarda, dove al rientro era stato battuto da I laas: «Dopo due mesi di pausa le sensazioni sono eccellenti – ha sottolineato – sono pronto per Wimbledon’ . Il via lunedì prossimo: sarà testa di serie n.3 dietro Murray e Djokovic e davanti a Nadal. Gli organizzatori, come da tradizione, si concedono la licenza di non seguire pedissequamente il ranking. ECCO PETRA La sensazione è che lo svizzero possa dettar legge: il suo tennis aggressivo come mai sarà un’arma in più. L’ottavo trionfo all’All England Club, dove ha vinto l’ultima volta nel 2012, non è mai stato così vicino. Wimbledon attende un’altra protagonista, Petra Kvitova. Alle 27enne ceca, campionessa ai Championships nel 2011 e nel 2014, sono bastati due tornei per tornare al successo aiutata dal grande feeling con l’erba. Lo scorso dicembre era stata aggredita in casa con un coltello: ne era uscita con i tendini e due nervi lesionati e tagli profondi alla mano sinistra, quella con cui tiene la racchetta. Dopo una delicata operazione e 6 mesi di stop, era rientrata al Roland Garros lo scorso maggio. Ieri ha conquistato il 20esimo titolo in carriera a Birmingham battendo in finale l’australiana Ashleigh Barty per 4-6 6-3 6-2. Per Wimbledon c’è anche Petra.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement