E se Djokovic e Thiem fossero rimasti a casa?

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E se Djokovic e Thiem fossero rimasti a casa?

Il serbo e l’austriaco sono stati gli unici top 10 a scendere in campo la settimana prima di Wimbledon. Scelta azzardata o coraggiosa?

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Wimbledon: tabellone maschile – tabellone femminile

Ogni Slam è preceduto da eventi ATP appartenenti alla categoria 250: ad anticipare gli US Open ne abbiamo uno, mentre nella settimana prima degli altri major si disputano due tornei. Si suppone che i giocatori dalla classifica più alta, nello specifico i top 10, dovendo preservarsi per gli eventi più importanti dell’anno decidano di non scendere in campo in queste settimane: ovviamente non sempre accade. Spesso possono esserci motivazioni di tipo economico, altre volte di legame verso il proprio paese, in certi casi semplicemente si vuole passare più tempo sul campo per prepararsi a dovere. La stagione su erba passa veloce quanto un servizio di Muller che colpisce il gesso e schizza via, e a qualcuno può capitare di ritrovarsi a Wimbledon senza un adeguato numero di match disputati sul verde.

Fatta eccezione per Federer e Cilic, gli altri top 10 in questo 2017 hanno davvero deluso sui prati: Nishikori e Tsonga sono scesi in campo due volte mentre Murray, Wawrinka e Raonic hanno rimediato una sconfitta nel loro primo match stagionale sull’erba. Nadal invece ha scelto il ‘modello-Roger’ saltando la stagione sulla superficie per lui meno congeniale – ma a differenza dello svizzero sarà presente allo Slam. Dominic Thiem, come il giapponese e il francese, fino a qualche giorno fa aveva all’attivo una vittoria e una sconfitta ma evidentemente ha deciso che questo record non gli bastava; per concludere Djokovic, come di consueto, sembrava che volesse far tappa solo a Londra. Ed invece alla fine i due, affrontatisi nei quarti del Roland Garros, hanno deciso di preparare nuovamente il borsone e di tirar fuori in anticipo il loro completo bianco: Djokovic ha accettato una wild card per Eastbourne, Thiem ha sorvolato tutto il Mediterraneo per atterrare ad Antalya. I due ovviamente vengono da situazioni completamente differenti e ci si domanda a chi dei due può aver giovato una scelta del genere.

Come ha lui stesso, Djokovic preferirebbe prendersi una pausa dal tennis (o quanto meno allentare i ritmi), quindi se ha preso questa decisione all’ultimo momento sicuramente non è per obblighi contrattuali o a causa di qualche accordo fatto in passato, ma esclusivamente in vista di Wimbledon. L’ultimo match sull’erba giocato da Nole, che non sia avvenuto sui campi di Church Road, risale al 2010 quando al Queen’s Club, dopo aver battuto al primo turno Lorenzi, perse in tre set da Xavier Malisse: è inoltre la prima volta in carriera in cui partecipa ad un torneo la settimana immediatamente prima di Wimbledon. Djokovic sembra dover ritrovare innanzitutto un po’ di serenità. I tornei della categoria 250, anche quando vantano la presenza di big, non perdono il loro caratteristico ambiente accogliente e la loro atmosfera di familiarità, tutte condizioni ideali per Nole affinché possa ritrovare il suo tennis senza la pressione del pubblico o l’insistenza della stampa. Tra i gabbiani e le spiagge di Eastbourne Nole ha avuto l’occasione per disputare dei match in condizioni molto simili a quelle di Wimbledon e pur essendo arrivato fino in fondo al torneo non sarà difficile per lui recuperare: ha passato tre settimane ai box dopo il Roland Garros. I ritardi causati dalla pioggia non lo hanno coinvolto più di tanto, e nella vittoria con Pospisil ha mostrato un elevato livello di concentrazione, costante dall’inizio alla fine. È stato solido al servizio, senza mai perderlo e concedendo solo tre palle break, e ha sfruttato i momenti di distrazione del canadese. Le stesse cose valgono solo parzialmente per il match contro Young, dove sul finale ha mostrato qualche crepa dal punto di vista mentale. Il NextGen Medvedev non è stato in grado di impensierirlo per più di mezzo set, e lo stesso discorso dicasi per la finale, dove Monfils ha pagato il fatto di aver sempre servito per primo.

Nel complesso comunque la scelta di giocare a Eastbourne ha apportato benefici, forse più sull’aspetto mentale che fisico – non era seguito da nessun coach. In ogni sua partita ha mostrato segni di nervosismo ma sono andati scemando col passare dei giorni; chissà se per Wimbledon sarà svanito del tutto. Certe volte per ritrovare la passione verso una disciplina la cosa migliore da fare è perseverare concentrandosi più sulla qualità e sul piacere di giocare che sui risultati, magari modificando la propria routine. Il miglior risultato nell’era Open ottenuto da un tennista che ha preso parte ad un torneo la settimana prima di Wimbledon risale al 1970 ed è opera di John Newcombe. L’australiano, all’epoca numero due del mondo dietro Rod Laver, perse proprio dal suo connazionale la finale del Queen’s che all’epoca si disputava a ridosso dei Championship, ma andò poi a vincere lo Slam battendo in finale un’altro australiano, Ken Rosewall. Non sappiamo quanto possa essere di buon auspicio per Djokovic, ma la cosa certa è che mai nessuno ha trionfato a Wimbledon provenendo da un torneo vinto.

Thiem invece non è nuovo a giocare prima di uno Slam. Quest’anno lo aveva già fatto in Australia giocando a Sydney perdendo ai quarti da Evans, e il precedente che ci interessa maggiormente è quello del 2015 quando, al secondo anno nel circuito maggiore, decise di far precedere il suo Wimbledon dal torneo di Nottingham, all’epoca ATP 250, quest’anno declassato a Challenger. Nella città di Robin Hood l’austriaco centrò la sua prima vittoria sull’erba in carriera (contro Jaziri), ma non andò molto lontano e anche nello Slam londinese uscì al secondo turno (per mano di Verdasco). Da lui tuttavia ci si può aspettare un comportamento del genere considerando l’elevata frequenza con la quale scende in campo; la stanchezza comunque non conosce età e se tanti tornei giocati non portano i risultati attesi forse conviene rivedere il calendario. Nei primi anni di carriera bisogna prendere confidenza con la superficie, dato che come ci ha spiegato Shapovalov nel circuito Junior di erba se ne vede poca, ma ora che il talento di Thiem è venuto fuori sembra che lui abbia trovato il feeling giusto. La vittoria a Stoccarda dello scorso anno, con tanto di scalpo di Federer, e la semifinale ad Halle persa dal poi campione Mayer rappresentano i picchi per Dominic: la sconfitta di quest’anno nel 500 tedesco, rimediata contro Robin Haase, non sembra sufficiente per giustificare una trasferta fino ad Antalya. Stando alle parole del suo coach Bresnik, anche in allenamento Thiem da tutto se stesso, quindi viene da domandarsi quali siano le motivazioni dietro questa scelta a dir poco azzardata. Si tende a pensare che un top 10 parta sempre da favorito in un ATP 250 ma è difficile credere che Thiem abbia voluto giocare in Turchia per puntare alla vittoria, preferendolo magari a Stoccarda dal tabellone più ostico; inoltre se è vero che non bisogna mai dare un match per scontato, questo principio vale ancora di più sull’erba, superficie che continua ad annoverare molti specialisti. Ora considerare il numero 222 del ranking Ramanathan uno specialista è eccessivo, quello che sappiamo però è che le condizioni veloci dei campi dell’hotel di lusso Kaya Belek, dove si svolge il torneo, gli sono stati congeniali: se l’austriaco ha tratto qualche beneficio dalla sconfitta con l’indiano arrivata lunedì sicuramente non è sul piano del gioco, dato che è apparso molto scarico e poco presente mentalmente. Paradossalmente forse l’aspetto favorevole di questo risultato è proprio quello di aver avuto più tempo per rientrare alla base e continuare con gli allenamenti. La scelta di giocare la settimana prima di Wimbledon l’avremmo definita azzardata se avesse rimediato qualche infortunio, coraggiosa invece se avesse finito con l’alzare il trofeo. Nessuna delle due opzioni si è verificata, quindi la possiamo considerare semplicemente evitabile.

Segnaliamo infine che l’ultimo tennista a vincere i Championship avendo giocato la settimana precedente fu Lleyton Hewitt nel 2002, quando prima del suo successo Slam scese sui campi di ‘s-Hertogenbosch, arrivando fino ai quarti di finale per poi perdere da Clement. Nel tabellone olandese c’era anche Roger Federer, che qualche giorno dopo avrebbe perso al primo turno di Wimbledon da Mario Ancic. Resta da capire quali degli effetti collaterali vedremo a Wimbledon.

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