Trionfa Dimitrov. Battuto Kyrgios Carriera al bivio? (Crivelli), Us Open record soldi per tutti (Zanni)

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Trionfa Dimitrov. Battuto Kyrgios Carriera al bivio? (Crivelli), Us Open record soldi per tutti (Zanni)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Trionfa Dimitrov. Battuto Kyrgios Carriera al bivio?

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 21.08.2017

 

Che sia la volta buona? Che gli alti e bassi di una carriera fin qui al di sotto delle aspettative, delle ambizioni e del talento lascino il posto alla solidità e alla concretezza? Intanto Grigor Dimitrov, a Cincinnati, conquista il trofeo più importante della carriera, per di più senza perdere neppure un set. Nella prima finale di sempre di un Masters 1000 tra due giocatori nati negli anni 90, il bulgaro si dimostra più lucido e completo di Nick Kyrgios, abbagliando il pubblico con un paio di passanti al bacio (uno, di rovescio, tutto di polso, veramente molto vicino a quelli di Federer) e approfittando, nei momenti clou, delle carenze dell’australiano, che ad esempio nell’ottavo gae del secondo set regala il game probabilmente decisivo con tre doppi falli. Era la prima volta dal 2006 che un Masters 1000 non aveva almeno un top ten in finale (proprio Cincinnati, Roddick su Ferrero), ma da oggi Grisha torna nei dieci e con la certezza di avere una testa di serie tra le prime otto (per le assenze di Djokovic e Wawrinka) agli Us Open. Era dal 2004 che tre Masters 1000 consecutivi non finivano a un Fab Four (prima di Dimitrov in Ohio, Zverev aveva vinto Roma e Montreal): i tempi che cambiano? DOME Tra le donne, la finale tra Halep e Muguruza aveva in palio il numero uno del mondo per la romena e la conferma di un’ipoteca forte sul futuro (ma anche sul presente) per la spagnola dopo il trionfo a Wimbledon. Ebbene, non c’è stata partita: dimostrando di potersi lasciare alle spalle i vuoti di rendimento che spesso ne hanno accompagnato il cammino, Garbine domina in 56 minuti con l’arroganza tecnica della predestinata, conquistando il quinto torneo in carriera e consolidando la fama di giocatrice da grandi appuntamenti, quelli che possono lucidare il suo smisurato talento. Simona, nel primo set, ottiene appena 12 punti e soprattutto concede 15 gratuiti, troppi per i suoi schemi da tennis percentuale. Un uragano da cui non si riprenderà più, e che vanifica per la terza volta in stagione la sua corsa al numero uno del mondo (due per scalzare al Kerber e ieri per superare la Pliskova). Sembra una maledizione; poveretta: poteva riuscirci a Parigi vincendo la finale contro la Ostapenko e poi nei quarti a Wimbledon se avesse superato la Konta. Niente da fare, ancora una volta si scioglie di fronte alla tensione del grande traguardo. Nella storia dei ranking Atp e Wta, perciò, rimangono cinque le volte in cui si è realizzato un cambio simultaneo al vertice: il 9 settembre 1991 Stefan Edberg e Monica Seles diventarono numero 1 del mondo dopo le vittorie all’Open degli Stati Uniti. Lo svedese scalzò Boris Becker, la serba invece Steffi Graf. Il 10 aprile 1995 toccò ad Andre Agassi e Steffi Graf, il 5 luglio 1999 ad Andre Agassi e Lindsay Davenport, il 18 agosto 2008 a Rafael Nadal e Ana Ivanovic e infine il 9 luglio 2012 a Roger Federer e Victoria Azarenka. Oggi sarà i n ogni caso un giorno storico, perché cambiano tre numeri uno su quattro: Nadal tra gli uomini, Kontinen nel doppio maschile e la Safarova nel doppio femminile.

 

Us Open record soldi per tutti

 

Roberto Zanni, il corriere dello sport del 21.08.2017

 

Promessa mantenuta. Gli US Open l’avevano fatta nel 2013: «Nel giro di quattro anni – aveva annunciato la USTA che organizza il torneo – arriveremo a 50 milioni di dollari come montepremi complessivo». E così è stato: in questa edizione infatti, dopo sei anni consecutivi di incrementi, sarà toccata quota 50,4 milioni di dollari, lo Slam (e ovviamente anche il torneo) più ricco del globo. Per avere una idea di cosa significhi US Open in senso economico, basta paragonarlo con gli altri tre grandi avvenimenti della stagione del tennis. Si comincia con gli Australian Open, il più povero (al cambio 37,3 milioni di dollari Usa), poi si passa al Roland Garros (39,2) quindi Wimbledon (40,79) e infine si sbarca a New York con una differenza, rispetto a Londra, di ben 10 milioni più 10% Per questa edizione degli US Open, che partirà lunedì prossimo, si è avuto un incremento del 10% rispetto al 2016 che porterà l’assegno per i vincitori, uomini e donne, a 3,7 milioni di dollari contro i 2,9 di Wimbledon 2,76 di Melbourne, chiude Parigi con 2,29. Se quest’anno l’incremento totale è stato del 10%, per una volta a beneficiarne maggiormente saranno quei tennisti che di soldi, a fine stagione, non ne incassano tanti. Infatti se i due tornei singolari, maschile e femminile, hanno visto, sempre rispetto al 2016, un 7,5%, diventato 8,5% per il doppio, ecco che il montepremi destinato ai perdenti delle qualificazioni ha registrato un balzo in avanti del 42,5%, con un totale di 2,9 milioni di dollari (che comunque non sfiora nemmeno la cifra destinata ai vincitori dei due singolari). Così che chi perderà al primo turno delle qualificazioni avrà assicurati 7.500 dollari (che diventeranno poi 15.000 e 20.000 prima dell’avvio del tabellone principale). I PIÙ RICCHI. Ma alla fine saranno i soliti noti a gonfiare sempre più il conto in banca. Così se in termini di carriera è Novak Djokovic, ora fermo ai box, ad aver incassato di più per quello che riguarda questa stagione, fino all’ultimo aggiornamento del 7 agosto, c’è Roger Federer al comando (8.478.320) seguito da Rafa Nadal (7.386.870) poi un abisso per arrivare al terzo in graduatoria (che non sarà presente agli US Open): Stan Wawrinka (2.818.912). Comunque fino a due settimane fa erano 25 i tennisti con almeno un milione di dollari guadagnati, ultimo dei quali Fabio Fognini

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