Nadal: "Oggi più tranquillo. Vorrei avere 19 anni come Rublev"

Interviste

Nadal: “Oggi più tranquillo. Vorrei avere 19 anni come Rublev”

US Open, Rafa dopo la vittoria contro Dolgopolov: “Non voglio invecchiare. Mi sono allenato benissimo, ma le ultime sconfitte mi hanno messo un po’ di ansia”

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Nadal stende Dolgopolov, ora Rublev

Performance molto solida oggi contro Dolgopolov. Quale era il tuo piano tattico? Come ti preparerai ora che conosci il nome del tuo prossimo avversario?
Sì, grazie. Credo di avere giocato con solidità. Non molti errori. Non so. Non ho guardato le statistiche. Perciò non so quanti errori non forzati ho commesso. Ma credo pochi. Rispetto agli altri giorni mi sento più tranquillo in campo. È vero che ho fatto il break subito, però mi sentivo più a mio agio sin dal principio. La cosa più importante è che avevo il controllo del timing sui punti, più spesso di prima. Non molte palle mi hanno colto di sorpresa. Non ho colpito in anticipo o in ritardo, come mi è successo nei primi due turni. Ottima notizia. Perché quello è ciò che mi capitava ai primi turni e ogni partita gioco un po’ meglio. Ora il mio prossimo avversario, Rublev, è uno duro e devo continuare a giocare bene.

Giocare con una temperatura più calda ti ha aiutato oggi? Ha cambiato il tuo feeling sulla palla? Secondo te la velocità dell’Arthur Ashe è diversa rispetto agli anni precedenti?
Non so. Il campo è ottimo per giocare bene a tennis. Certamente io preferisco queste condizioni al tennis indoor. Mi sento più a mio agio a colpire in queste condizioni di gioco. Ma a dire il vero credo che anche se giocassi indoor farei meglio rispetto agli scorsi giorni. Quindi non dipende dal fatto che si giochi indoor o meno, ma da come io mi sento ed è importante che ogni giorno stia progredendo.

Hai dichiarato che giocare sull’erba per te è più difficile a causa dei problemi alle ginocchia. Sotto questo profilo è più facile per te farlo sul cemento?
Sì, perché non devo abbassarmi così tanto. Ma sull’erba quest’anno mi sono trovato bene, però. Ero pronto a fare grandi cose. Ho perso l’opportunità di arrivare ai quarti in un incontro in cui non ho avuto match point ma tanti di break point al quinto che erano quasi la stessa cosa. Prima di allora avevo fatto tre ottimi incontri. Comunque se devo rispondere dico di sì. Per me giocare qui è più semplice che non sull’erba. Però è una superficie più dannosa delle altre sotto molti aspetti. Per le anche, le ginocchia, le caviglie, la schiena. È vero che i giocatori giocano più a lungo, ma al contempo i giovani stanno moltissimo sul sintetico e non credo sia molto salutare per loro alla lunga. È una situazione difficile da cambiare perché mi rendo conto che i tornei su queste superfici sono più semplici da mantenere e meno costosi per l’organizzazione. Resta il fatto che, non per me oggi, ma in generale, è la superficie più insidiosa.

Si nota che man mano che ti avvicini ai turni più importanti il tuo livello di gioco migliora. È qualcosa che ti capita inconsciamente o è una strategia che studi per confondere gli avversari?
No, no. Non posso scegliere. Non sono così bravo. Le cose vanno come vanno. A volte giochi bene subito e altre volte no. Meglio rendere al massimo dal principio se ci si riesce, ma ogni torneo è diverso. L’importante è trovare il modo per vincere e continuare a dare battaglia anche quando le cose non vanno come vorresti. Allora hai più chance. Farò del mio meglio per giocare sempre meglio e sento di essere pronto.

Ti ricordi come ti sentivi a 19 anni e quale era il bello di quella età?
Rublev ha 19 anni, vero? Potessi tornerei subito a quando avevo 19 anni. Perché a quell’età, ora ne ho 31, hai davanti un sacco di anni per goderti il circuito e la vita. Meglio avere 19 anni che 31, secondo me. Ho sempre voluto essere giovane. A 8 anni mi dispiaceva doverne compiere 9 e ora per me è sempre lo stesso. Non vorrei compierne 32. Non voglio invecchiare. Sono contento di essere giovane. Per ora non ho trovato il modo di fermare l’orologio.

Ci sono cose specifiche che fai o che potresti fare durante un torneo per alzare il tuo livello di gioco? Perché non c’è molto tempo tra un incontro e l’altro. Che cosa fai per riuscirci?
Mi sono allenato benissimo nelle settimane precedenti il torneo. Ho giocato ad altissimo livello nella preparazione. Poi, considerate le sconfitte che ho avuto a Wimbledon, a Montreal al terzo al tie-break dopo aver avuto tante chance e ancora Cincinnati dove di solito non gioco bene, mi viene un po’ di ansia all’atto di giocare. Credo sia solo quello il problema, perché per il resto sto giocando bene. Non sono stato perfetto, ma in ogni match è successa più o meno la stessa cosa. Fatto il break e preso un vantaggio nel punteggio mi sono subito messo a giocare meglio. Una buona cosa. Devo essere più rilassato. Ogni partita e ogni set vinto ti danno più fiducia. Questo è quello che faccio: combatto quando le cose non vanno bene e quando vanno bene continuo a darci dentro. Oggi è andato tutto bene, ma secondo me anche l’altro giorno. Ora ho un avversario difficile ai quarti. Devo essere pronto per la battaglia e fare meglio di quanto abbia fatto oggi. Per raggiungere questo obiettivo cercherò di allenarmi al meglio domani.

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