I Signori della sala stampa: Doris Henkel, la penna del boom del tennis tedesco

Interviste

I Signori della sala stampa: Doris Henkel, la penna del boom del tennis tedesco

Trasferitasi a Monaco di Baviera nel 1985, Doris Henkel scelse di seguire il tennis per il suo giornale: non poteva sapere che pochi mesi dopo, sarebbe iniziata l’epopea del grande tennis tedesco con il trionfo di Becker a Wimbledon

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Giornalista freelance residente ad Amburgo, Doris Henkel è una delle principali penne del tennis in Germania nonché una delle principali corrispondenti femminili del nostro sport. Collabora anche con varie testate di Svizzera e Austria. La sua storia è peculiare: quando decide di seguire il tennis per la prima volta per il suo giornale nella primavera del 1985, quello della racchetta non è esattamente lo sport più seguito in Germania per usare un eufemismo. Pochi mesi dopo un ragazzino tedesco di 17 anni di nome Boris vince Wimbledon aprendo la storia irripetibile della grande Germania del tennis: un decennio segnato dai trionfi di Becker, Steffi Graf e Michael Stich. Quando si dice trovarsi al posto giusto al momento giusto…

LA SCHEDA

  • Vive ad Amburgo
  • Giornalista da 40 anni
  • Lavora per il principale quotidiano tedesco, “Süddeutsche Zeitung”, per 8 anni
  • Diventa freelance nel 1992
  • Lavora per più di mezza dozzina di giornali tra Germania e Svizzera
  • Copre il tennis dal 1985 con all’attivo 105 tornei del Grande Slam e 10 Giochi Olimpici
  • Lo sport preferito dopo il tennis è il pattinaggio artistico

Siamo qui con Doris Henkel, amica e collega oltre che famosa giornalista tedesca. Come mai hai iniziato col tennis, era il tuo sport preferito?
Il tennis mi è sempre piaciuto anche se bisogna dire che nella città dove abitavo non c’erano campi da tennis pubblici, quindi giocavo al coperto con una racchetta da badminton perché era tutto quello che avevo. Quando mi sono trasferita a Monaco, il direttore ha chiesto chi volesse coprire il tennis e io ho alzato la mano. L’editor ha detto sì e da lì ho cominciato.

Hai collaborato con parecchie testate però?
Sì, quello di cui parlavo era un grande giornale tedesco con sede a Monaco ed ho iniziato lì. Ci sono stata per otto anni, poi sono diventata freelance e ho collaborato con tanti giornali tedeschi, svizzeri a volte anche austriaci

Hai avuto la fortuna di iniziare proprio nel momento dell’esplosione del tennis in Germania con Boris Becker e Steffi Graf…
Sì, sono stata incredibilmente fortunata. L’episodio che raccontavo prima era della primavera del 1985 e un paio di mesi dopo Becker ha vinto Wimbledon. Quello è stato il momento in cui è iniziato tutto…

Dei tre grandi giocatori tedeschi di quel periodo: Becker, Graf e Stich con chi avevi il rapporto migliore?
Conosci anche tu Steffi, non ha mai avuto rapporti stretti con i giornalisti ancor meno se tedeschi. Becker era il sogno di ogni giornalista: che vincesse o perdesse c’era sempre qualcosa da scrivere su di lui, non c’era mai un momento noioso, quindi mi piaceva scrivere di lui. Con Stich era più difficile perché venendo lui dalla parte nord della Germania era molto più chiuso e tendeva a tirarsi indietro.

Cosa ne pensi della nuova generazione? Alexander Zverev  in particolare, credi che possa raggiungere il livello di Becker? E com’è il suo approccio con i giornalisti?
Innanzitutto non credo lo si debba paragonare a Becker e Stich, che hanno ottenuto grandi successi, sarebbe ingiusto. Zverev ce la sta mettendo tutta, quest’anno è migliorato molto anche nel rapporto con la stampa tedesca. Ha solo 20 anni, sono molto ottimista sul suo futuro.

Cosa credi che accadrà nel 2018 con il rientro in campo dei big? La situazione è molto caotica…
Spero che tutti gli infortunati tornino alla grande, così da poter avere Federer, Nadal, Djokovic, Murray, Wawrinka… e Zverev tra i migliori 8 del mondo.

I Signori della sala stampa:

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