Miami: bene i giovani, brilla Shapo. Fognini controlla, ora Kyrgios

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Miami: bene i giovani, brilla Shapo. Fognini controlla, ora Kyrgios

MIAMI – Giornata felice per i ragazzi: Zverev e Coric faticano ma passano. Il neo 18enne Kuhn non impensierisce Fognini (sfiderà Kyrgios). Vincono anche Tiafoe e Khachanov

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[15] F. Fognini b. [WC] N. Kuhn 6-2 6-4 (da Miami, Luca Baldissera)

La curiosità maggiore del quarto match in programma sul campo 2 di Crandon Park era vedere all’opera Nicola Kuhn, il diciottenne nato in Austria, attualmente 211 ATP, trasferitosi in Spagna, wild card qui a Miami, e capace di onorarla vincendo il primo turno (prima vittoria nel ciscuito maggiore) contro Darian King. Come da pronostico magari solo con qualche incertezza nel secondo set, più per distrazione che per altro, il nostro Fabio Fognini non ha avuto il minimo problema a superare il giovane iberico d’adozione.

Non gioca affatto male, Nicola, non sembra uno cresciuto tennisticamente in spagna: serve bene, spinge sia di dritto che di rovescio, ha forse una mano ancora ruvida quando si tratta di gestire variazioni e volée, ma nel complesso potrà diventare un buonissimo giocatore da cemento, a mio avviso. E anche da terra rossa, perchè no. Fabio però è due categorie superiore a dire poco, e semplicemente fa e disfa a suo piacimento. Quando l’azzurro accelera, non c’è niente da fare per l’avversario, le uniche difficoltà se le crea Fognini da solo con qualche errore evitabile. Due break decidono il primo set, nel secondo, forse per un calo di concentrazione anche comprensibile visto il controllo palesato sul match fino a questo momento, Fabio perde un po’ di ritmo nei game di servizio, infilandosi in una girandola di break fatti e subìti (3 fatti, 2 concessi), lasciando un po’ troppo spazio a Kuhn, che ci prova come è giusto che sia. Fabio, in ogni caso, chiude al decimo game il secondo parziale e il match, è stato un buon ingresso nel torneo per lui, attende ora il vincente tra Nick Kyrgios e Dusan Lajovic. Nicola ha fatto buona impressione, attendiamo di vedere se e quanto potrà crescere di livello, Fognini può essere soddisfatto per una vittoria mai in discussione.

[4] A. Zverev b. D. Medvedev 6-4 1-6 7-6(5) (Michele Trabace)

Pericolo scampato. Potrebbe essere questo il titolo che riassume la vittoria da parte di Alexander Zverev, numero 4 del seeding, nei confronti di Daniil Medvedev, numero 52 ATP, in quello che era il terzo scontro diretto tra i due e altrettante vittorie del tedesco (ultimo confronto andato in scena nel 2017 a Washington). Se a Indian Wells Zverev era inciampato all’esordio in una sconfitta, la prestazione odierna non si è distaccata molto da quella andata in scena in California: spesso troppo passivo e troppo dietro la linea di fondo, oltre ad essere non completamente concentrato su quello che avveniva in campo; Sascha è riuscito a venire a capo della questione solo grazie alla grinta che gli ha permesso di rimanere a galla, ma che non può bastare per essere competitivi ad alti livelli se si vuole arrivare in fondo nei tornei che più contano. Sicuramente la querelle dovuta alla fine del rapporto professionale con Ferrero, con annesse accuse e pronta risposta, non sta aiutando l’ultimo vincitore al Foto Italico, il quale non sembra essere in fiducia e soprattutto a suo agio in campo.

Il primo set parte all’insegna dell’equilibrio, entrambi sembrano poter controllare agevolmente il proprio turno di battuta, fino a quando Medvedev riesce a strappare il servizio all’avversario portandosi avanti 4-2. Sascha capisce di dover interpretare il gioco in un altro modo e, benché manifesti un certo nervosismo, riesce con una reazione rabbiosa a ribaltare l’andamento delle operazioni, portandosi sul 5-4 col servizio a disposizione: il nativo di Amburgo ripiomba nei consueti alti e bassi, annullando 4 break point e vanificando 2 set point, riuscendo al terzo disponibile finalmente ad incamerare la prima partita per 6-4. L’aver ottenuto il primo parziale non rasserena il numero 5 del mondo, che disputa una seconda frazione scellerata, sparendo dal campo e consentendo a Medvedev di stravincere il secondo set per 6-1. Si va al terzo. I due protagonisti ora si affrontano in una battaglia di nervi, nessuno dei due riesce a prevalere sull’altro ed entrambi tengono la battuta fino a raggiungere il decisivo tie-break: inizio con tanta paura di perdere e si gira sul 3 pari, ma il primo a procurarsi un vantaggio è proprio Zverev che arriva sul 6-5 ed al primo match point riesce a porre fine alle ostilità, esultando con le braccia al cielo. Il prossimo ostacolo per lui sarà David Ferrer.

D. Shapovalov b. [24] D. Dzumhur 6-1 7-5 (Manuel Calcaterra)

Vuole lasciare il segno il giovanissimo e talentuoso Denis Shapovalov, attuale numero 46 del mondo, per l’ultima occasione di giocare il torneo Master 1000 di Miami sui campi di Key Biscane. Se escludiamo, infatti, una breve parentesi nel secondo set, è un match di secondo turno senza storia quello vinto dal tennista classe ’99, nato in Israele da genitori russi, ma con passaporto canadese, e il bosniaco numero 30 del ranking, Damir Dzumhur, al loro primo scontro diretto. Pur presentandosi sulla carta come sfavorito, almeno per quanto definito dalla classifica ATP, il divario tra il canadese e il suo avversario è netto in termini sia di talento sia di variazione dei colpi, e il canadese mette in mostra tutta la sua classe in un primo set vinto nettamente per sei giochi a uno in meno di mezz’ora; set in cui Shapovalov porta a casa “a zero” 3 dei suoi turni di battuta su 4.Nel secondo parziale ci sarebbe poco di più da raccontare se fosse per lo sprizzo di orgoglio del giocatore di Sarajevo Dzumhur che, approfittando anche di un calo di concentrazione del giovane canadese, con qualche colpo miracoloso dettato più dalla frustrazione di una partita giocata a rincorrere che non dal talento tennistico, recupera per ben due volte un break di svantaggio, ma è costretto alla resa definitiva nel dodicesimo game, con Shapovalov che chiude i conti alla prima occasione utile sul punteggio finale di 6-1 7-5. Al terzo turno attende il vincente del match tra la testa di serie n. 11 Sam Querrey e Radu Albot.

[17] N. Kyrgios b. D. Lajovic 6-4 6-1 (Raffaello Esposito)

Prima dell’inizio il direttore del torneo James Blake guida una commemorazione della strage avvenuta nel giorno di San Valentino alla Marjory Stoneman Douglas Hig School. In maglietta gialla con la scritta MSD STRONG i giocatori ascoltano The Star-Spangled Banner mentre sullo schermo scorrono immagini di ex alunni che recitano il motto della scuola. “Be positive, Be passionate, Be proud to be an eagle”. Ci proviamo anche noi. Sul campo dello Stadium sono ancora visibili le tracce del terremoto che un paio d’ore prima ha sbalzato Federer dal trono quando Nick Kyrgios (20 ATP) entra in campo e batte Dusan Lajovic (108 ATP). L’australiano dopo lo scorso turno di Davis (… l’ultima per come ce la ricordiamo?) era svanito dai radar causa guai al gomito e nei primi momenti del match lo scioglie in continuazione. Un dritto infuocato e una seconda tirata intorno ai 208 kmh sembrano dire che tutto va bene. Si va a velocità supersonica, i giochi durano intorno al minuto e i due vengono pure ripresi da Lahyani perché si alzano dalle pause prima del tempo. E per rimanere in tema il primo set termina in un attimo quando Kyrgios sfrutta un momento di incertezza del serbo per andare a doppia palla break con gran risposta anticipata lungolinea e prendersi il 6-4 poco dopo con una irridente smorzata al volo. Vinto così il parziale Nick distrugge psicologicamente Lajovic nel primo game in risposta del secondo. Sembra disinteressato, ribatte a un metro dalla riga di servizio e a un certo punto gioca un tweener inoffensivo in palleggio sul quale l’altro non trova di meglio che sbagliare. Il serbo perde quel turno e, completamente in confusione, non centra più il campo per qualche minuto, quanto basta per precipitare 0-4. E con la sparuta manciata di punti che ha racimolato in risposta Lajovic conosce già il suo destino. Al prossimo turno l’australiano sarà affar nostro perché a rispondere alle sue bombe di servizio sarà Fabio Fognini. Nessun precedente ma tanta attesa per un incontro che si preannuncia elettrico.

GLI ALTRI INCONTRI

Borna Coric torna in campo, dopo essere stato a un passo dallo sconfiggere Roger Federer in semifinale a Indian Wells, e vince in rimonta una partita infinita contro l’argentino Leonardo Mayer. Il giovane tennista croato, testa di serie n. 29 del torneo, fatica infatti non poco ad aver la meglio su Mayer. Il sudamericano si trova a condurre un set a zero dopo essersi aggiudicato un tie-break giocato sul filo dell’equilibrio. L’inerzia del match cambia, però, a partire dal secondo parziale: Coric riesce finalmente a imporre il proprio ritmo e a conquistare il passaggio del turno dopo quasi tre ore di battaglia. Sul campo numero 1 va in scena un avvincente sconto tra due promesse del tennis: il britannico Kyle Edmund, numero 12 del tabellone, e il padrone di casa, Frances TiafoeLo statunitense, classe 1998, si è aggiudicato il primo titolo in carriera un mesetto orsono a Delray Beach. Per la gioia del pubblico che gremisci gli spalti, Frances conferma l’ottimo stato di forma conquistando al terzo set la vittoria e il conseguente passaggio del turno. L’epilogo della partita, ovvero il tiebreak vinto da Tiafoe con il punteggio di 7-5, è la degna conclusione di un confronto interessante tra il potente dritto del giovane statunitense e quello dall’impugnatura atipica di Kyle. Tiafoe, malgrado qualche errore di troppo, dimostra più grinta nei momenti caldi. Edmund, al contrario, si scioglie quando sul 5-4 in suo favore va a servire per il match. Ora ad attendere Frances un veterano del circuito: Tomas Berdych, testa di serie n. 10, che ha confermato i favori del pronostico, vincendo, senza troppi affanni, la sfida contro il giapponese Yoshihito Nishioka.

Un altro “habitué” dell’ATP World Tour, David Ferrer, si sbarazza con un 6-2 periodico di Evgeny Donskoy, nato a Mosca nel 1990. David, apparso particolarmente rilassato e sorridente sia nel corso dell’incontro che al termine dello stesso, ha messo in campo una prestazione solida e convincente. A tenere alto il nome del tennis russo ci pensa, però, Karen Khachanov che, pur faticando, vince con il punteggio di 7-5, 6-3 la partita contro il rumeno Marius Copil. Sul campo numero due è Fernando Verdasco, testa di serie numero 31, ad avere la meglio su Guillermo Garcia Lopez. La partita, non particolarmente emozionante, fatica ad entrare nel vivo. Fernando, forse non al meglio fisicamente, appare fin dai primi scambi particolarmente contrariato. Garcia Lopez ne approfitta portandosi in vantaggio di un set. Uno sciagurato turno in battuta di Guillermo in avvio di secondo parziale concede però il game a Verdasco. Il break regala a Fernando un’iniezione di fiducia e cambia irrimediabilmente il corso dell’intero incontro: nel secondo e terzo set infatti Verdasco conquista 12 giochi a fronte dei due dell’avversario (Guillermo chiama anche un medical time-out per un sospetto attacco allergico), e si regala, al prossimo turno, la sfida con Thanasi Kokkinakis, giustiziere di sua maestà Roger Federer. Lo statunitense Sam Querrey fatica solamente nel primo set, conquistato al tie-break, prima di aver ragione del moldavo Radu Albot e volare al terzo turno dove ad attenderlo trova Denis Shapovalov.

Risultati:

[4] A. Zverev b. D. Medvedev 6-4 1-6 7-6(5)
[29] B. Coric b. L. Mayer 6-7(5) 6-3 6-4
D. Shapovalov b. [24] D. Dzumhur 6-1 7-5
[28] D. Ferrer b. E. Donskoy 6-2 6-2
F. Tiafoe b. [21] K. Edmund 7-6(4) 4-6 7-6(5)
[32] K. Khachanov b. M. Copil 7-5 6-3
[10] T. Berdych b. [PR] Y. Nishioka 6-1 6-4
[31] F. Verdasco b. G. Garcia-Lopez 4-6 6-0 6-2
[11] S. Querrey b. R. Albot 7-6(4) 6-1
[Q] T. Kokkinakis b. [1] R. Federer 3-6 6-3 7-6(4)
[16] P. Carreno Busta b. D. Istomin 6-1 6-0
[15] F. Fognini b. [WC] N. Kuhn 6-2 6-4
[6] K. Anderson b. N. Basilashvili 6-4 6-3
S. Johnson b. [18] A. Mannarino 6-3 6-3
[8] J. Sock b. [Q] Y. Bhambri 6-3 7-6(3)
[17] N. Kyrgios b. D. Lajovic 6-4 6-1

Il tabellone completo

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