Lo strano allenamento di Novak Djokovic

Flash

Lo strano allenamento di Novak Djokovic

Mentre la crisi di risultati di Nole non accenna ad interrompersi, un giornale svizzero rivela alcuni particolari curiosi sul suo intervento al gomito

Pubblicato

il

 

Novak Djokovic sta vivendo un momento di crisi senza precedenti. Le due sconfitte consecutive al primo turno di Indian Wells e Miami, soprattutto perché avvenute in due tornei che lui ama particolarmente (per ben quattro volte ha centrato la doppietta, nel 2011 e dal 2014 al 2016), sono un chiaro e preoccupante campanello d’allarme. I problemi sembrano essere di natura varia. A quelli mentali, dovuti alla mancanza di motivazioni dopo l’agognata vittoria al Roland Garros e ad una situazione familiare forse non così idilliaca come si vuol far credere, si sono aggiunti quelli fisici relativi al gomito usurato e anche (sembra impossibile dirlo) tecnici, causati probabilmente sia dall’infortunio che dalla ormai scarsa abitudine alla competizione ad alti livelli. Il Djokovic visto contro Paire a Miami non è nemmeno lontanamente paragonabile non solo al Robo-Nole del 2015 (chi lo è?), ma anche a un top-100 qualunque. L’esempio lampante della regressione del serbo è il match point giocato contro il francese: risposta in chop alta e lenta su cui un immobile Novak si accartoccia e successivo attacco non controllato col rovescio, un colpo che avrebbe giocato ad occhi chiusi fino ad un anno fa.

A complicare ulteriormente la situazione, è arrivata la notizia dell’allontanamento di entrambi i coach, prima Agassi e poi Stepanek, dovuto a sempre più frequenti “differenze di vedute”. In cima alla lista delle cose su cui il campionissimo serbo e i suoi allenatori si sono trovati in disaccordo troviamo la decisione di rientrare nel circuito a così poca distanza dall’intervento chirurgico al gomito. Se la fretta sia dovuta alla passione, all’orgoglio o a più prosaiche esigenze di sponsor, non è dato sapere. Invece è stato svelato proprio in questi giorni un curioso retroscena relativo all’intervento cui Nole si è sottoposto in Svizzera agli inizi di febbraio. I medici elvetici hanno invitato il serbo ad allenarsi all’Aescher Center il giorno immediatamente successivo all’operazione. Qui, sotto la supervisione dello staff tecnico e anche di Benjamin Huggel, ex calciatore del Basilea e attuale direttore del centro, Nole si è allenato per tre ore… in mutande! Gli erano infatti stati applicati una cinquantina di sensori su tutto il corpo per poter monitorare la situazione del gomito sotto sforzo, grazie anche a otto telecamere ad infrarossi puntate sul campo. Normalmente l’esame viene effettuato in clinica, ma, visto il peso specifico del nome del paziente, si è optato per una soluzione meno ortodossa, ma più precisa. I risultati sono stati molto buoni e forse anche per questo Djokovic ha optato per un rientro accelerato. Il millenario principio che vuole una mens sana in corpore sano però non ha perso la sua validità e sul campo se ne sono visti gli esiti. Se è vero che il corpo di Nole è a posto, non altrettanto si può dire della sua mente, un tempo granitica e inscalfibile.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement