Murray, nuovi dubbi sulla data del rientro

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Murray, nuovi dubbi sulla data del rientro

Secondo il Telegraph anche il Queen’s è a rischio. Lo scozzese avrebbe sospeso gli allenamenti nelle ultime tre settimane

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Nuove nubi si addensano sul complicatissimo percorso di recupero che vede protagonista Andy Murray. Fermo dallo scorso torneo di Wimbledon, dove fu sconfitto da Sam Querrey nei quarti di finale, il giocatore nato a Dunfermline è stato a lungo convinto di poter tornare in tempo per la stagione sull’erba, dopo l’operazione all’anca subita in gennaio a Melbourne: il suo nome compare tuttora sia nell’entry list del torneo di ‘s-Hertogenbosch (11-17 giugno) che in quella del Queen’s (18-24) ma a quanto pare il povero Andy non sarà in grado di rispettare alcuna delle due scadenze. Secondo quanto riportato da fonti più che autorevoli, la riabilitazione a cui da mesi si sta dedicando l’ex numero 1 del mondo avrebbe subito qualche intoppo, costringendolo a rivedere i programmi per il futuro prossimo. I (pochi) momenti confortanti di questo tortuoso percorso sembrano dunque destinati a essere costantemente travolti da nuove, ancorché prevedibili, complicazioni: non più tardi di un mese fa Murray veniva ritratto sorridente mentre “scendeva” in una vasca di ghiaccio presso la Muratoglu Academy, dove si era recato per sostenere un corposo blocco di preparazione, auspicabile segnale incoraggiante in vista dell’uscita dal tunnel. Ma la matassa in realtà non sembra sul punto di essere sbrogliata.

Simon Briggs, autorevole editorialista del Telegraph, ha dipinto nelle scorse ore un quadro decisamente fosco: parlando con alcuni abituali frequentatori dell’All England Club, luogo scelto da Murray per la porzione più rilevante dei propri allenamenti nel periodo lontano dai campi, Briggs ha appreso che lo scozzese avrebbe interrotto l’esercizio quotidiano da circa tre settimane, notizia che, qualora confermata, porrebbe un grosso interrogativo sulle mosse sinora compiute dallo sfortunato giocatore. Aderendo al pensiero del giornalista britannico, non è però difficile far ordine nelle sue scelte apparentemente azzardate in tema di programmazione: a 31 anni suonati, ogni torneo saltato equivale a una pugnalata al cuore; da qui la scelta di iscriversi al maggior numero di eventi possibili, nella speranza di giocarne almeno qualcuno per ventura.

Purtroppo le cose finora sono andate diversamente, e Murray è stato costretto in più di un’occasione a disdire appuntamenti già presi: prima all’Open degli Stati Uniti, poi a Brisbane e infine al recente challenger organizzato dalla LTA nella “sua” Glasgow. Erba difficile, a questo punto: possibile che rivedremo Murray sull’estivo cemento nordamericano, se non addirittura più in là nella stagione.

Non resta che stare a guardare, incrociando le dita per lui e per il tennis tutto, essendo qualsiasi previsione spericolatissima. Resta la quasi certa assenza al Queen’s e un brutto colpo per il suo direttore Stephen Farrow, il quale potrà comunque contare su un campo di partecipazione senza precedenti, con la presenza tra gli altri di Nadal, Kyrgios, Shapovalov, Dimitrov e Kyle Edmund.

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