Due bei quartetti in semi a Roma. Le mie due finali più probabili

Editoriali del Direttore

Due bei quartetti in semi a Roma. Le mie due finali più probabili

ROMA – I record di Sharapova, i 50 duelli Nadal-Djokovic, la “prima” di Cilic, la tigna di Zverev, la sorpresa Kontaveit

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Siamo alle battute finali, anzi semifinali. Comincio dalle donne. Metà alta Halep n.1 (con un cammino di tutto rispetto perché cominciato contro Osaka cui ha lasciato un game) vs Sharapova n.40 ma tre volte vittoriosa in questo torneo e soprattutto mai battuta in carriera quando ha dovuto giocare più di 35 game. Insomma, quando si dice avere gli attributi… Maria ce li ha! Nessuna tennista in attività ha battuto 21 top-ten come lei. Tuttavia Ostapenko, sconfitta 7-5 al terzo venerdì, e campionessa dell’ultimo Roland Garros, è la prima top-ten che Maria batte quest’anno. Metà bassa Svitolina, campionessa in carica e n.4 vs la estone Kontaveit, n.26 e outsider con un gran cammino alle spalle per aver fatto fuori Vandeweghe n.12, Kuznetsova ex n.2 (e due Slam all’attivo), per la seconda volta in una settimana Venus Williams n.8 (non ha bisogno di presentazioni) e Wozniacki n.2 del mondo ed ex n.1. Sharapova conduce 7-1 nei precedenti con Halep, ma non mi sento di considerarla favorita questa volta, mentre Svitolina e Kontaveit (nei quarti un anno fa) si incontreranno per la prima volta e credo che Svitolina debba prevalere. Insomma Halep-Svitolina – match memorabile un anno fa… salvo che per Halep che di certo vorrebbe dimenticarlo per il clamoroso vantaggio sprecato – è la mia finale pronosticata, anche se mi piacerebbe rivederci ancora una volta Sharapova.

Ma passiamo agli uomini dove si è approdati ad una semifinale, Nadal-Djokovic, che temevamo quasi di non vedere più per… colpa di Djokovic, sulla cui resurrezione (a mio avviso non ancora completata) molti dubitavano. Invece si affronteranno per la 51esima volta. Sic! Nessun duello (26 vittorie per Djokovic, 24 per Nadal) ha vissuto tante “repliche” fra gli uomini. Fra le donne restano inarrivabili gli 80 scontri fra Martina Navratilova e Chris Evert. L’altra semifinale maschile la giocheranno le due teste di serie più alte della parte bassa, la n.2 Zverev, campione in carica e la n.4 Cilic, finalista a Wimbledon e all’Australian Open, vincitore di uno Slam, l’US Open, nel 2014. Tutte pernici insomma, come avrebbe detto Rino Tommasi (cui spesso mi ispiro per affetto… che credo traspaia anche dal video che vi pregherei di visionare). Tre dei quattro semifinalisti hanno vinto 12 delle ultime 13 edizioni degli Internazionali BNL d’Italia. Nadal 7, Djokovic 4, Zverev 1.

La finale più probabile secondo me? Nadal-Zverev. Sì perché Rafa contro un Fognini superbo, praticamente irresistibile soltanto per cinque games, dall’1-4 al 6-4, è apparso solidissimo dal secondo set in poi, quando non ha concesso che briciole sul proprio servizio. Cinque punti nel secondo set, due punti nel terzo in otto turni di servizio. Così gli è bastato strappare la battuta a Fognini nel secondo game del secondo set, e nel terzo del terzo, per non rischiare mai di essere ripreso. Difficile fargli il break se perdi tre game a zero, tre game a 15, due a 30. Nel secondo e nel terzo set è stata tutta un’altra partita rispetto al primo. Fognini è uscito dal torneo a testa alta, come ha giustamente tenuto a sottolineare. È stata la sua prima volta nei quarti alla undicesima partecipazione. Il curriculum di Rafa, però, è un tantino diverso. Ha raggiunto la decima semifinale di un torneo vinto sette volte.

Fognini a un certo punto del terzo set (sul 2-3) ha chiesto il MTO, medical time out. Niente di grave tant’è che pare aver deciso di andare a giocare anche il torneo di Ginevra. O non stava tanto male? Mah. Vai a credere a quel che dicono i giocatori. Mica solo lui eh… Però giocare un altro torneo subito prima del Roland Garros, con il rischio o di farsi male davvero, o di arrivare sulle ginocchia a Parigi, non mi sembra una scelta intelligente. Fabio ha battuto nel torneo, fra Monfils e Gojowczyk, anche Thiem n.8, l’undicesimo top-10: insomma ne ha battuti 10 meno di Maria Sharapova, ma è sulla buona strada. L’azzurro ha illuso un po’ il pubblico con quel primo set straordinario nel finale, e forse anche se stesso, ma Nadal che lo aveva battuto le ultime cinque volte e ci aveva perso soltanto nel suo anno disastroso (il 2015), è parso di un’altra categoria quando ha ripreso in mano quel pallino che coraggiosamente Fabio gli aveva sottratto nel primo set.

Sono curioso di vedere come Djokovic affronterà Nadal. Nole ha vinto il suo primo match in tre set quest’anno, contro quel Nishikori che a Madrid aveva battuto in due, ma intanto ha raggiunto la prima semifinale e sembrava raggiante alla fine, quasi avesse cominciato anche lui a dubitare di se stesso. Del resto ne aveva ben donde dopo un inizio d’anno disastroso in cui in 12 partite ne aveva perse 6. Djokovic ha protestato vivacemente con gli organizzatori perché il suo match con Nadal – che ha avuto un bel po’ di ore di riposo in più – è stato programmato per primo. Vero d’altra parte che Zverev ha finito di giocare intorno alle una di notte… A protestare vibratamente era stato anche Fognini che non voleva più giocare a mezzogiorno, come le ultime due volte (che pure gli avevano portato bene). Ma chi fa gli orari va dritto per la sua strada senza ascoltare nessuno. Spesso è giusto così, però forse basterebbe un maggior garbo a Sergio Palmieri – garbo è peraltro una parola che non rientra troppo nelle sue corde – per evitare le proteste pubbliche dei tennisti. Per quanto mi riguarda non aveva gran senso far giocare Fognini-Nadal a mezzogiorno invece che alle 14,30. Ma magari a me sfugge qualche problema di cui invece il direttore del torneo era al corrente.

Devo spendere due parole per Zverev: quando l’ho visto finire sotto 3-2 con break per un brillante Goffin me lo sono immaginato sconfitto. Invece, dimostrando di essere già un degno erede dei Fab Four (che rischiavano ogni tanto di perdere, ma poi alla fine vincevano quasi sempre se non duellavano fra loro) Zverev è uscito dalle sabbie mobili con grande autorevolezza. È il n.3 del mondo, ma è già pronto alla successione, non appena Nadal mollerà un po’ e Federer metterà le pantofole. Quanto a Cilic, ha raggiunto la sua prima semifinale di un Masters 1000 sulla terra rossa, dominando un “terraiolo d.o.c.” come Carreno Busta con un doppio 6-3. Non lo vedo però in grado di battere anche Zverev, a meno che il tedesco – che al momento fatica a conquistare le simpatie del pubblico (schierato con Goffin) non risenta della stanchezza accumulata a Madrid e qui fino a stanotte. Francamente tutte le semifinali odierne presentano motivi di discreto interesse. Al momento appaiono incerte, però non mi stupirei se invece si rivelassero poco equilibrate.


SCANAGATTA RACCONTA [VIDEO]

Nei prossimi giorni altri video aneddoti della serie “Scanagatta racconta” incentrati su Nicola Pietrangeli, Paolo Bertolucci, Bjorn Borg e Rafa Nadal a confronto, Boris Becker.

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