[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 16 – Da perdente a fortunato a vincitore
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da Parigi, i nostri inviati Antonio Garofalo, Ruggero Canevazzi e Laura Guidobaldi
GRANITO CECCHINATO – Per rimontare due set a un Marcus Copil fino a quel momento pressoché ingiocabile (in particolare nei momenti decisivi), con tutte le giustificazioni per scoraggiarsi, ci voleva un grandissimo temperamento, unitamente alla capacità di resistere alle bordate al servizio dell’avversario per farlo muovere, con tutta la pazienza del mondo. Marco Cecchinato ci è riuscito, strappando dopo 3 ore e 41 minuti la battuta sull’8 pari del quinto set. 2-6 6-7(4) 7-5 6-2 10-8 lo score per Marco che, al secondo turno, sfiderà Marco Trungelliti, ma già da ora il suo Roland Garros può considerarsi molto buono. Con ottime speranze anche in chiave cemento, probabilmente la superficie più adatta al suo gioco (“Ora, a differenza del passato, arrivo a tutti gli Slam già con diverse partite sulla relativa superficie“).
Pronti via e dopo appena 15 minuti Copil è già avanti 4-0. Marco fatica a entrare in partita mentre al di là dal net c’era un ossesso che serviva alla perfezione e rispondeva anche meglio: “Guarda che seconda, una skikcata tremenda!” esclamava l’onnipresente Barazzutti. Nel secondo parziale l’italiano cresceva al servizio e il match diventa finalmente equilibrato, ma il n.94 del mondo giocava come un top-20 continuando a vele spiegate quasi senza errori. L’unico rimpianto si rivelava sull’1-0 15-40, con Cecchinato che sparacchiava in rete un tranquillo rovescio, venendo puntualmente punito da un gran servizio subito dopo. “È la legge della purga” sentenziava un insolitamente spietato Barazza, che poco dopo avrebbe regalato un’altra perla. Su un drop-shot fallito del venticinquenne palermitano, Corrado – che da tempo auspicava pazienza e la necessità di far muovere e giocare un avversario da fermo ingiocabile – se ne usciva così: “Che fretta ha? Ha un appuntamento?” Il Direttore la pensi come vuole, ma oggi il Capitano non sbagliava una sillaba. Per Marco in ogni caso era naturalmente più importante la presenza dei coach Simone Vagnozzi e Umberto Ferrara, coi i quali ha sottolineato il grande feeling: “Stiamo facendo un gran lavoro. Ora dai giornalisti non mi sento più dire che devo migliorare il rovescio, sta diventando un mio punto di forza. Peraltro le precedenti sconfitte Slam al primo turno (questa è la prima vittoria in un Major per Cecchinato, che ha anche esclamato: “La prima vittoria non si dimentica mai!“) non erano dovute al fatto che avevo avversari ingiocabili, semmai ora c’è un altro Cecchinato“. Sul 5 pari l’azzurro era però bravo, dopo 5 palle break fallite (era stato 4-3 0-40, ma anche lì il ventisettenne compatriota di Nastase si confermava chirurgico), ad annullare l’unica a sfavore con un’eccellente difesa, approdando al tie-break. Avrebbe ceduto ora qualcosa Marius? Neanche per sogno, una gran risposta in avvio, due ace e due combinazioni servizio-dritto, per un 7-3 senza discussioni.
Sotto 2 set a zero, senza il barlume di una possibilità di rimonta, stavamo per lasciare l’arroventato campo 16, quando a sorpresa, accanto a Barazzutti, si accomodava il Presidente Binaghi. Come d’incanto, l’arsura si faceva da parte mentre le nuvole federali coprivano il sole, lasciando spazio a una tenue e rinfrescante brezza. Infinita era a quel punto la generosità del Sovrano, che permetteva di godere del vitale rinfrescamento anche al nemico scrivente, inopinatamente autodenunciatosi come Ubitennis a causa del famigerato cappellino verde…
Intanto in campo il nostro n.72 ATP non voleva arrendersi, trovando il break sul 5 pari e difendendolo subito dopo con un ace sulla seconda alla seconda palla-break annullata. Nel quarto parziale Marco prendeva il largo, mentre il rumeno cercava di ricaricare le batterie mentali per giocarsi tutto al quinto e decisivo set. Lì Copil si aggrappava al servizio, perché non appena lo scambio superava i 4 colpi diventava di dominio italiano. Marco falliva due break-point sul 7 pari 15-40, ma due giochi più tardi un regalo avversario e un grande lavoro ai fianchi gli concedeva il meritato break, poi confermato con una bella combinazione servizio-dritto al primo match-point. Chapeau!
CAMILA SENZA PROBLEMI – È sempre un piacere vedere e sentire da una distanza di due metri come Camila Giorgi riesca a colpire la palla, specie in una partita come quella odierna contro Grace Min che non le ha procurato alcuna apprensione. L’azzurra ha disposto serenamente della sua avversaria, 24 anni, numero 197 del mondo (capace di eliminare la nostra Trevisan nell’ultimo turno di qualificazione) e sempre sconfitta nelle sue precedenti cinque apparizioni negli slam, con un 6-3 6-2 che non lascia dubbi di sorta. Sull’assolato campo numero 5 c’è spazio per i ripetuti “Vai Nena” di papà Sergio e l’unica nota di un certo rilievo è l’apparizione del Presidente Binaghi sul 4-2 del primo set, a suggellare l’avvenuta riappacificazione tra la nostra numero uno e la Federazione: “Sono felice che i problemi si siano risolti, lo scorso anno è stato duro soprattutto a causa degli infortuni”. Camila appare disinvolta e concentrata, con l’unica ombra di due doppi falli sui primi due set point del primo set. Ma la differenza di caratura e classe con la sua modesta avversaria è talmente elevata che neppure qualche errore di troppo a campo aperto dell’azzurra, ha potuto riaprire il match. Come detto, la partita di oggi può fornire poche indicazioni, ma si intravedono i progressi già mostrati da inizio stagione, con il tentativo di giocare un tennis più ragionato e con l’aggiunta di qualche interessante variazione. “Sto avendo più continuità, gioco in maniera più ordinata e sento di essere migliorata al servizio. Ho fatto qualche errore di troppo ma in questo giorno di riposo cercherò di lavorare per migliorare ancora”. Il prossimo turno, nel quale Camila attende la vincente tra Sevastova e Duque Marino (nessun precedente con la prima, vittoria in quali proprio al Roland Garros nel 2012 con la seconda), dirà di più.
SEPPI SPENTO – Finisce subito il Roland Garros di Andreas Seppi, letteralmente travolto da un Richard Gasquet apparso molto centrato e determinato. È vero che Andreas ci ha abituato alle partenze lente, ma onestamente lo 0-8 con cui ha iniziato (e di fatto finito) il match non può essere spiegato solo così o con la circostanza che il francese avesse vinto sei dei sette precedenti. L’azzurro è parso spento e insolitamente falloso, a tratti in chiara difficoltà negli spostamenti laterali. “Mi spiace aver giocato così su un campo così importante, è stata una delle peggiori partite giocate in carriera, sono stato imbarazzante”. La mancanza di pathos ha provocato anche un effetto quasi soporifero sul pubblico del Lenglen, solitamente molto caldo per i propri connazionali, e solo qualche mirabile accelerazione di rovescio del Gasquet d’annata ha regalato qualche scroscio di applausi. Quando Andreas, completamente in confusione, ha scagliato sul nastro uno smash agevole nei pressi della rete, restando a capo chino immobile per dieci secondi a pensarci, anche il pubblico francese si è lasciato andare ad un boato di incoraggiamento. “Non mi riusciva nulla oggi, non ho spiegazioni. Una giornata no, da dimenticare e basta”. Non c’è stata praticamente partita, Andreas potrà ora concentrarsi sulla parte di stagione a lui più congeniale, quella sull’erba. Mentre Gasquet, se riuscirà a mantenersi propositivo e magari ad avanzare di un metro il suo raggio di azione, potrà provare ad eguagliare il suo miglior risultato a Parigi, i quarti raggiunti due anni fa.
OCCASIONE MANCATA PER DEBORAH – Un gran peccato per Deborah Chiesa che, dopo aver avuto a disposizione 5 matchpoint, dopo 2 ore e 48 minuti di gioco soccombe ad una Belinda Bencic non certo al meglio della forma. L’ex n. 7 del mondo disputa un match infarcito di gratuiti ma, alla fine, prende per sfinimento l’azzurra e porta a casa un match interminabile per 3-6 7-6(2) 7-5. Comunque grande onore alla trentina che, nonostante le cinque occasioni mancate sul 5-4 del secondo set, non si scompone e rimane in partita fino all’ultimo. Ricordiamo che si trattava per lei del primo match a livello major e Deborah non ha esitato a puntualizzare: “Se mi avessero detto che sarei entrata nel tabellone principale andando a match-point con la Bencic avrei firmato“.
Un primo set solido e di autorità per Chiesa che approfitta inoltre di una Bencic frastornata e fallosa, in ritardo sulla palla, lenta e imprecisa, facendo suo il primo set per 6-3. Le due affrontano la seconda frazione studiandosi e cercando di trovare il punto debole dell’altra, ed ecco che ad accelerazioni aggressive Deborah e Belinda alternano pallonetti e palle corte; le smorzate sono appannaggio dell’elvetica che le usa spesso per uscire dal martellamento che le impone la tennista italiana. Sul 5-4, Deborah ha per ben cinque volte la possibilità di chiudere l’incontro. Sfumano tutte, con Belinda che, alla fine, la trascina al tie-break. L’elvetica, nonostante i tanti errori, sembra progressivamente prendere le misure e sale 4-2. Per Deborah non ci sarà più nessun punto e la Bencic va a prendersi la seconda frazione per 7 punti a 2. Chiesa non si scompone e continua a lottare in quello che è certamente il set di maggiore qualità (“nel terzo lei è salita e il match è stato bello“). Tra le due c’è perfetto equilibrio e si ritrovano 4-4. A sostenere Chiesa arriva anche Marco Berrettini che esulta ad ogni punto dell’azzurra e si dispera su quelli di Bencic. Che ci sia del tenero tra i due? Bencic sale 5-4 ed ora è lei ad avere il primo matchpoint che, però, non s’ha da fare. Ce ne saranno altri tre (così l’azzurra: “Dispiace ma non ho molto da rimproverarmi, sui match-point contro ho giocato bene, anche se è vero che quando era toccato a me ho avuto il braccino“). Alla fine, Belinda si lascia cadere a terra, sfinita e raggiante per aver trasformato la quarta palla del match. Chiude 3-6 7-6(2) 7-5 con Chiesa che la raggiunge nella sua metà campo per abbracciarla. La trentina spiega: “In molti punti le gambe erano completamente bloccate dalla tensione, ma ero al Roland Garros e non potevo in alcun modo mollare. Il dritto specie sulla terra dove ho più tempo è migliorato, ma mi porto a casa soprattutto la consapevolezza di poter competere a questi livelli pur non giocando al mio massimo: non è poco. Ora giocherò il 60.000 di Brescia e poi sull’erba, perché è giusto giocare match di alto livello senza però trascurare la classifica”.
FABBIANO IN TRINCEA – Pochi minuti prima dello scoccare delle tre ore di partita, Thomas Fabbiano e Matthew Ebden hanno dovuto rimandare a domani l’esito di una contesa quanto mai aperta e intensa, caratterizzata da continui capovolgimenti di fronte, break e contro-break, fino al 6-3 Ebden che ha decretato l’approdo al quinto set che causa pioggia si giocherà domani, non prima di mezzogiorno, sempre sul piccolo e periferico campo 16, oggi teatro dell’impresa dell’altro azzurro Marco Cecchinato vittorioso 10-8 al quinto contro il rumeno Copil. Thomas è stato avanti prima un set a zero e poi due set a uno, ma l’equilibrio è stato pressoché costante, semmai dispiace che il ventinovenne di San Giorgio Jonico non abbia approfittato della seconda di servizio dell’avversario, fortemente deficitaria col 35% di punti vinti. Inutile pescare i 51 gratuiti dell’azzurro, in un match a tratti bello a tratti troppo falloso, dove l’epilogo del quinto set è stato il più giusto e naturale.
I risultati degli italiani:
M. Cecchinato b. M. Copil 2-6 6-7(4) 7-5 6-2 10-8
[27] R. Gasquet vs A. Seppi 6-0 6-2 6-2
C. Giorgi b. [Q] A. Min 6-3 6-2
B. Bencic vs [Q] D. Chiesa 3-6 7-6(2) 7-5
M. Ebden vs T. Fabbiano 4-6 7-5 2-6 6-3 rinviata a domani
[1] R. Nadal vs [LL] S. Bolelli 6-4 6-3 0-3 rinviata a domani