Roland Garros, 5 set di paura: ma Zverev e Dimitrov restano in sella

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Roland Garros, 5 set di paura: ma Zverev e Dimitrov restano in sella

PARIGI – Vittorie in cinque set per Zverev, che conferma una certa ‘sindrome da Slam’, e per un Dimitrov pasticcione. Passa in cinque anche Nishikori

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[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 18 – En plein italiano

Quando un secondo turno da non sottovalutare rischia di trasformarsi in un incubo. È stato oggi il destino comune di Grigor Dimitrov, Kei Nishikori e soprattutto Sascha Zverev, tra i più attesi qui a Parigi dopo il trionfo di Madrid e la finale di Roma. Le tre teste di serie si sono ritrovate sotto prima 1-0 e poi 2-1 contro – rispettivamente – Jared Donaldson, Benoit Paire e Dusan Lajovic. Alla fine hanno tutti e tre risolto la faccenda, sebbene al quinto set l’unico a rischiare concretamente sia stato Dimitrov.

IL RISCHIO DI SASCHA – Sul campo 1 Lajovic imposta il match tirando tutto il possibile, anche quando la palla è ben sopra la spalla, sorprendendo spesso in contropiede un poco avveduto Sascha Zverev. Così i break conquistati nel primo e nel settimo gioco gli permettono di incamerare il primo parziale. Zverev apparso piuttosto distratto e a corrente alternata, sorpreso dalla profondità espressa dal balcanico che nell’ultimo mese sembra aver incrementato i giri del suo motore. Continuano quindi, almeno parzialmente, le difficoltà negli Slam per il piccolo (si fa per dire) degli Zverev. Che continuano nel secondo set: Lajovic non subisce il ritmo di Zverev, anzi è lui a menare le danze, strappando di nuovo il servizio al tedesco e portandosi 3-1. Zverev molto falloso e confuso, che non punge da fondo campo. La reazione del teutonico non si fa attendere, infila tre giochi consecutivi e si rimette in carreggiata. Il set si decide sul 5-6, il serbo si suicida (sportivamente) giocando il game più negativo dell’incontro, Zverev ringrazia: un set pari.

 

Se si pensava che la parità sciogliesse Zverev, non è così. Terzo set, equilibrio fino al 3-2: Lajovic sfrutta il passaggio a vuoto dell’avversario, conquista un break di importanza capitale che lo porta in vantaggio per due set a uno. Si prospetta il colpo di scena della prima settimana all’Open di Francia? Parola al campo, che risponde di no, Zverev non lascerà il torneo in questo mercoledì parigino, aiutato non poco da Lajovic. Dal quarto set Zverev innesta le canoniche ‘marce alte’, quelle che teoricamente permettono ai fuoriclasse di cavarsela quando la mente è grigia e le gambe non reagiscono al meglio: breakka nel quarto gioco e da lì non si volta più, timbrando un parziale da dodici giochi a tre con il serbo sparito dal campo. Ma quanto sudore, per Sasha, e quanti lati oscuri, a partire dalla seconda palla e dal dritto sul lato tecnico, e dai diversi buchi e pause per quello mentale, fino ai fastidi intravisti alla gamba. Cinque set che faranno discutere non poco.

Forse avete idea che noi ci pensiamo continuamente, ma essere sotto due set a uno negli Slam è come essere sotto di un set al meglio dei tre. Non stiamo lì a rimuginarci, ‘oddio sono in svantaggio, cosa dovrei fare?’, semplicemente cerchiamo di giocare al meglio e di cambiare le cose dal punto successivo o dal game successivo“. Il tedesco in conferenza ha in parte minimizzato lo spavento, forse consegnandoci una versione dei fatti più rispondente a verità. “Non ho giocato bene nei primi tre set, poi ho trovato il mio ritmo“. Puro e semplice, così come la presunte ‘sindrome da Slam’ che gli impedisce di esprimersi qui come altrove, dove ha già messo in fila i più forti. “Non voglio mentire, qui è diverso. Ed è diverso rispetto agli altri anni. Ma facendo le cose passo dopo passo i successi arriveranno“.

Il prossimo turno con Dzumhur sarà l’occasione per battere il primo top 50 della sua carriera in uno Slam. Esatto, il tedesco finora ne ha incontrati sette rimediando altrettante sconfitte. Un trend che appare ingeneroso se confrontato con quelli dei soliti noti alla sua età: il meno precoce di tutti, Federer, ne aveva già battuti 7 su 18 incroci. E doveva ancora cambiare marcia, perché di Slam non ne aveva ancora vinti. Come Sascha, che prende a racchettate – lo fa sul serio, anche oggi ne ha distrutta una – le sue debolezze in attesa che svaniscano al cospetto della sua solenne solidità. Che negli Slam ancora vacilla.

LE PATURNIE DI KEI… – Da Benoit Paire ci si aspetta più che altro un po’ di avanspettacolo e che alla fine lasci spazio a chi queste partite è più abituato a vincerle. Una solida convinzione che è sembrata vacillare quando il francese, spinto da un pubblico apparso a tratti incredulo per l’evolversi della faccenda, ha estratto dalla sacca la mazza vincente andando ripetutamente in buca per due set, sfruttando ancor più che le proprie armi l’inconsistenza della seconda di Nishikori. Un tragico rendimento del 30% tra secondo e terzo parziale permette a Paire di mettere spesso i piedi in campo, rivelando uno dei tanti equivoci del tennista giapponese. Non è un tennista che ami particolarmente difendersi, è anzi lui che deve prendere l’iniziativa per tenere la testa fuori dall’acqua. E quando non riesce a farlo, soffre.

Secondo un copione che stava svolgendosi quasi in contemporanea sul campo 1, Nishikori riprende però a proiettarsi in avanti. Non solo da un punto di vista metaforico, poiché anche la resa dei colpi di volo è cresciuta dopo un pericoloso black-out di oltre un’ora. Prendendo a evidenziare il cronico difetto del dritto di Paire, che non può reggere la pressione prolungata, e una certa disabitudine dell’avignonese a queste lunghe scampagnate terricole. Dopo tre ore è Nishikori a guadagnarsi l’incrocio con Simon, improvvisamente ringalluzzito dalla finale di Lione. Sarà una partita di gambe che frullano tra uno scacchista (Gilles) e un incontrista (Kei). I due non si sono mai incontrati.

…E QUELLE DI GRIGOR – Dimitrov ci aveva già provato a Melbourne, in realtà, a farsi eliminare da uno statunitense acerbo. Certo una sconfitta contro quel Mackendie McDonald sarebbe stata sorpresa ancora più grossa dell’eventuale sconfitta odierna contro Jared Donaldson, 21enne numero 57 ATP con qualche buona carta nel mazzo. Come a gennaio la contesa si è risolta con l’oltranza al quinto set, 10-8 anziché 8-6, e con un discreto spavento per il bulgaro. Il rovescio dal portamento un po’ atipico e difficile da leggere dello statunitense ha costretto Dimitrov sulla diagonale che meno gradisce, quella dalla quale non è in grado di uscire con disinvoltura. Appena tre vincenti di rovescio da fondocampo contro i ventinove di dritto: non c’è altro da aggiungere, per tacere della solita cronaca di slice stilisticamente apprezzabili ma non sempre efficaci.

Donaldson è ancora un giocatore difficile da inquadrare, uno che sembra fare fatica a imporsi ma che allo stesso tempo sa adattarsi alle circostanze della partita se l’avversario gli lascia un po’ di margine. È quello che Dimitrov fa troppo spesso e che certamente non sta nel bagaglio di coloro che si preparano per andare a vincere gli Slam, o anche soltanto sperare di vincerli, soprattutto su una superficie dispendiosa come la terra battuta. Dopo aver vinto il quarto set con relativa autorità il bulgaro poteva e doveva ammazzare l’incontro, invece ha permesso a un Donaldson prima stanco e poi incrampato di sognare una vittoria (nessun match point, ma lo statunitense ci è andato vicino sul 6-5 30-30) che avrebbe avuto del clamoroso, tanto più dopo aver realizzato un punto servendo da sotto.

Per Dimitrov ci sarà ora la sfida con Verdasco, dove non siamo sicuri di poterlo ritenere favorito. Così come per Nishikori e Zverev, attendiamo nuovi responsi dal campo.

ha collaborato Corrado Boscolo

Risultati:

[10] P. Carreno Busta b. F. Delbonis 7-6(0) 7-6(2) 3-6 6-4
M. Cecchinato b. [LL] M. Trungelliti 6-1 7-6(1) 6-1
[17] T. Berdych vs J. Chardy 6-7(5) 6-7(8) 1-1 sospesa ieri 
[LL] P. Polansky vs P.H. Herbert 3-6 6-4 sospesa ieri 
J. Benneteau b. L. Mayer 2-6 7-6(4) 6-2 6-3
[26] D. Dzumhur b. R. Albot 6-3 6-3 5-7 1-6 7-5
[2] A. Zverev b. D. Lajovic 2-6 7-5 4-6 6-1 6-2
[30] F. Verdasco b. [Q] G. Andreozzi 6-3 6-2 6-2
[4] G. Dimitrov vs J. Donaldson 6-7(2) 6-4 4-6 6-4 10-8
[20] N. Djokovic b [Q] J. Munar 7-6(1) 6-4 6-4
[19] K. Nishikori b. B. Paire 6-3 2-6 4-6 6-2 6-3
[13] R. Bautista Agut b. [Q] S. Giraldo 6-4 7-5 6-3
[8] D. Goffin b. [WC] C. Moutet 7-5 6-0 6-1
G. Simon b. [12] S. Querrey 1-6 7-6(3) 6-4 6-1
[32] G. Monfils b. [Q] M. Klizan 6-2 6-4 6-4
M. Berrettini b. [Q] E. Gulbis 6-2 3-6 6-4 6-3
K. Khachanov b. G. Garcia-Lopez 6-2 7-6(7) 6-7(0) 6-3
[15] L. Pouille vs C. Norrie 6-2 6-4 5-7 sospesa
[7] D. Thiem vs S. Tsitsipas 6-2 2-6 6-4 sospesa

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Australian Open

Wimbledon: Sonego-Berrettini il ventunesimo derby azzurro negli Slam, Fognini l’italiano ad averne disputati di più

11 Roland Garros, 5 Wimbledon, 3 US Open, un solta volta a Melbourne: così suddivisi i derby italiani nei Majors

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Berrettini Sonego Stoccarda 2023

A distanza di poco più di tre settimane dal loro incrocio sull’erba di Stoccarda, Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini daranno vita, nel primo turno dell’edizione 2023 di Wimbledon, al ventunesimo derby italico che si consumerà nella prestigiosa cornice dei tornei del Grande Slam.

I derby di Wimbledon

Se poi si vuole limitare il campo di analisi al “solo” Church Road, quello tra il torinese ed il romano, sarà il sesto incontro con protagonisti due tennisti azzurri ad affrontarsi nella storia dello Slam londinese che va in scena sul suolo di Sua Maestà. Il capostipite, in tal senso, dei Championships è stato il match di 43 anni fa, correva quindi il 1980, fra Adriano Panatta e Corrado Barazzutti: una partita di secondo turno che vide l’Adriano Nazionale aggiudicarsi la sfida con Barazza, compagno di squadra in Davis, solamente al quinto set per 1-6 6-3 6-4 3-6 6-1. Piccola curiosità relativa al contorno, o se preferite all’antipasto, di quello scontro “nostrano” è rappresentata dal fatto che Corrado al round precedente superando lo statunitense Scott Davis ottenne il primo ed unico successo della carriera sui sacri prati.

Da quella partita fratricida in salsa tricolore sul perfetto manto erboso di SW19, trascorrono 11 lunghi anni prima di poter riammirare – con annesso plotone emotivo che ne consegue – un altro derby italiano nella medesima prova Major: il teatro che ospita lo spettacolo infatti è sempre lo stesso, ancora Wimbledon, ma nel 1991 i “nuovi” volti sono quelli di Omar Camporese e Claudio Pistolesi. Da annotare anche una piccola differenza a livello di momento nel tabellone in cui il duello prende vita, non i trentaduesimi bensì i sessantaquattresimi: alla fine della fiera, però, cambia poco. Vince il bolognese con lo score di 6-1 6-3 2-6 6-3.

 

Il terzo derby azzurro consumatosi nel torneo più famoso del Pianeta è decisamente più recente, rintracciabile nel primo quinquennio del ventunesimo secolo: era il 2005, e tra un giovane Andreas Seppi ed un esperto Davide Sanguinetti – i 21 anni del bolzanino contro le 33 candeline del viareggino – ad avere la meglio fu il maggiore chilometraggio del tennista toscano che si impose nettamente in scala discendente 6-3 6-2 6-1. Esattamente un anno dopo, dunque con il ritmo dei sorteggi malandrini che accoppia uno contro l’altro esponenti della racchetta del Bel Paese in considerevole aumento rispetto al passato, al 2°T e nel quarto derby verde-bianco-rosso di sempre sull’erba più sublime che esista Daniele Bracciali trionfava in quatto parziali sul padovano Stefano Galvani.

L’ultimo, prima di Sonny-Berretto, è datato 2018 con gli amici “Chicchi” di mille avventure in doppio Simone Bolelli e Fabio Fognini a doversi misurare con le ripercussioni psicologiche che un tale faccia a faccia poteva portare in dote: a spuntarla fu il più forte in quel preciso frame storico delle loro carriere sulle superfici rapide, il ligure staccò il pass per i sedicesimi in virtù del 6-3 6-4 6-1 finale.

Negli altri tre appuntamenti Slam del calendario, l’Italia tennistica nella storia di questo sport ha così distribuito i suoi 20 derby: 11 al Roland Garros, 5 a Wimbledon, 3 allo US Open, 1 all’Australian Open.

Fognini il tennista azzurro ad aver giocato, e vinto, più derby tricolore

Il tennista azzurro che in assoluto ha disputato più volte un derby Slam è il taggiasco Fabio Fognini, la bellezza di 5 scontri con connazionali a tentare di contrastarlo dall’altra parte delle rete sulla lunga distanza: a Melbourne ha sconfitto Salvatore Caruso nel 2021, nella Parigi terrosa ha superato sempre Andy Seppi sia nel 2017 che nel 2019, cinque stagioni orsono all’All England Club la già menzionata vittoria di Fogna si è materializzata a discapito del fido Bolelli. Infine, a completamento del proprio personale Career Grand Slam a livello di derby giocati c’è l’unico KO con Stefano Travaglia a New York nel 2017.

A quota tre derby nei Majors ci sono invece Barazzutti e Seppi; a 2 Bolelli, Bracciali e Sanguinetti.

Vale la pena anche ricordare come nessun derby azzurro Slam sia andato in scena oltre il 3°T, non abbiamo mai assistito ad un ottavo di finale tutto italiano per capirsi. I sedicesimi nella storia – in assoluto, non soltanto nell’Era Open – Majors sono stati 3: De Morpurgo-Bonzi all’Open di Francia del lontanissimo 1929, Paolo Lorenzi – Thomas Fabbiano nel 2017 a Flushing Meadows e dulcis in fundo Lorenzo Musetti contro Marco Cecchinato al RG del 2021, l’ultimo tutt’ora.

Ma adesso siamo pronti per scrivere un altro capitolo, il ventunesimo: Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini fateci divertire.

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Flash

Luminosi, sobri o a tinta unita: gli outfit del Roland Garros 2023

Djokovic sul pesca, Iga in bianco, Sonego e Fognini vanno sul classico: le mise dei protagonisti dello splam parigino

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Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Completi all’insegna della sobrietà quest’anno al Roland Garros. I brand indossati dai protagonisti del rosso si sono distinti, a volte, per colori brillanti ma non troppo e, in alcuni casi, per la tinta unita. Insomma, le gesta dei campioni parigini sono state accompagnate da uno stile classico e non eccessivamente stravagante. Tinte neutre e passe-partout come il bianco, il blu e il nero si sono alternate al rosso mattone o al verde, ma il tutto ben dosato e senza esagerare.

Novak Djokovic (Lacoste)

Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell’Olivo)

Un altro completo vincente quello del fenomeno serbo firmato come sempre da Lacoste. In tutti i sensi. Polo rossa, come ormai ci ha abituato Nole in quel di Parigi da quando è sponsorizzato dal coccodrillo. Questa volta però in una inusuale tonalità pesca. A rendere più particolare la polo c’è un gioco di contrasti nelle maniche che riprende la fantasia a scacchi diagonali già vista a Melbourne. A spezzare pantaloncini blu navy. Scarpe coordinate con la polo come sempre. A costo di essere ripetitivi, c’è da sottolineare come il rosso e l’arancione non risaltino proprio benissimo sui campi in terra. Tuttavia, in sé e per sé, la polo del serbo è davvero ben concepita e realizzata: pulita, semplice, senza scadere nella banalità. Aggiornata anche la giacca sportiva della vittoria: tanti piccoli crocos bianchi che questa volta vanno a comporre il numero magico 23, quello del record di Slam, superando un Nadal che sembra a fine corsa, su un fondo rosso e nero con fantasia a quadretti. Un riferimento a Michael Jordan? La grandezza riconosce la grandezza. (Valerio Vignoli)

 

Collezione Lacoste

Grigor Dimitrov – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

Ogni anno Lacoste prepara una collezione speciale per lo slam di casa. Quella di quest’anno è improntata a tonalità primaverili: verde smeraldo, salmone, blu, giallo canarino. E a colletti originali e ricercati. Manifesto della collezione è la polo indossata tra gli altri da Grigor Dimitrov, passato da Lacoste dopo una vita con Nike proprio in occasione dello Slam parigino. Prevalentemente bianca, con bande verdi sui lati e richiami giallo lime all’altezza della spalle. Colletto verde con ben tre righe: giallo-salmone-giallo. Tanti colori assieme che riescono a non essere troppi. Pantaloncini verdi a spezzare con le stesse righini nella fascia. L’alternativa serale (un po’ meno riuscita) prevedeva polo salmone e con contrasti e pantaloncini blu navy. Davvero tutto molto fresco e chic. Più classico l’abito per le ragazze, visto ad esempio sulla russa Anastasia Pavlyuchenkova: bianco candido con bande blu scure e righe gialle sui lati con colletto a polo con zip. (Valerio Vignoli)

Iga Swiatek (ON)

Iga Swiatek – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Iga Swiatek – Roland Garros 2023 (foto: Roberto dell’Olivo)

La tre volte campionessa del Roland Garros brilla per il suo tennis granitico e talentuosissimo; tuttavia, alcuni outfit indossati in passato risultavano un po’ troppo anonimi per essere quelli della n. 1 del mondo. Invece, quest’anno, forse grazie al fatto di essere passata ad “ON”, l’azienda svizzera di cui è azionista Roger Federer (della ON sono le ormai celebre sneakers “The Roger”), il completino indossato a Porte d’Auteuil ha un qualcosa in più rispetto a quelli dell’anno scorso. Molto meglio il gonnellino svasato e con qualche piegolina rispetto agli short della passata stagione. Una striscia laterale e polsini fucsia danno un tocco di colore al total white. Molto deludente, invece, il vestitino scelto per lo shooting con il trofeo. Va bene l’idea del tubino corto nero, però le spalline sgualcite, larghe e cadenti fino al gomito a mo’ di stola mancano totalmente di eleganza. Peccato. (Laura Guidobaldi)

Casper Ruud e Elena Ribakina (Yonex)

Casper Ruud – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Elena Rybakina - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
Elena Rybakina – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell’Olivo)

Yonex è apprezzata tra i professionisti e gli appassionati per la qualità delle sue racchette, caratterizzate da una forma leggermente squadrata nella parte superiore. Molto meno per l’impatto visivo dei suoi completi tra colori sgargianti, abbinamenti azzardati e fantasie improbabili. Basti pensare ai famosi pantaloncini indossati da Wawrinka durante il suo trionfale Roland Garros 2015 (ma anche all’outfit total fucsia con cui lo svizzero l’anno successivo si è imposto a New York). Spesso anche noi abbiamo bastonato il brand giapponese. Però bisogna dire che stavolta hanno fatto centro, sia al femminile che al maschile. La coreana di Casper Ruud blu navy con maniche arancioni e colletto bianco a righe si intona alla perfezione con lo stile del norvegese, classico con un tocco di modernità. I pantaloncini blu gessati con il logo ricavato in un quadrato sono però la chicca retrò che rende questo look uno dei più belli visti quest’anno a Parigi. Sul fronte femminile tutte le atlete hanno puntato sulla variante fucsia della collezione (opzione presente anche per gli uomini). Un po’ troppo semplice ma comunque gradevole il look di Elena Rybakina, che già usava racchette Yonex e che ora ne utilizza anche gli abiti: canottiera fucsia con ampio colletto a v bianco abbinata ad una gonna con pieghe leggere navy. (Valerio Vignoli)

Lorenzo Sonego e Fabio Fognini (EA7)

Lorenzo Sonego concede un punto a Ugo Humbert – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Fabio Fognini – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

Emporio Armani ha scelto un grande classico per gli outfit parigini di Lorenzo Sonego e Fabio Fognini. Il torinese era assai distinto nel suo completo blu navy, con la raffinatissima polo con il colletto alla coreana con un sottile bordino bianco, lo stesso bordino presente anche nello spacchetto del pantaloncino. Il completo di Fognini era meno luminoso e un po’ più banale ma ugualmente distinto, un total black che ben si addice all’ocra dei campi di Porte d’Auteuil. (Laura Guidobaldi)

Elina Svitolina – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

Elina Svitolina (Paka)

La politica delle sponsorizzazioni di Nike negli ultimi anni è chiara: o sei una superstar (Nadal), o sei un talento emergente (Alcaraz, Rune, Sinner), o sei un personaggio (Tiafoe, Kyrgios) o vieni tagliato. Vedi i casi recenti di Rublev, Dimitrov e Bencic. Il baffo non si è impietosito neanche di fronte alla pausa forzata per maternità di Svitolina, abbandonando pure lei. La tennista di Odessa ha preso la palla al balzo e al suo ritorno in campo si è presentata griffata dallo sconosciuto brand ucraino Paka. Una scelta particolarmente significativa di questi tempi. Ma non c’è da stupirsi considerato quanto Svitolina si sia esposta riguardo alla guerra in Ucraina, tramite le parole e anche in gesti, come quello di non stringere la mano ad atlete russe e bielorusse. Un atteggiamento che le è costato anche la contestazione da parte del pubblico francese, particolarmente su di giri in questa edizione. Ma torniamo agli outfit. Due i completi indossati da Svitolina. Il primo violava una legge non scritta valida in tutto il mondo a parte Los Angeles sponda Lakers: mettere insieme il giallo e il viola. Peccato perché la fantasia della gonna era anche interessante. Il secondo total black con un tribale bianco e giallo sul lato. Due look grintosi come Svitolina. Forse troppo. (Valerio Vignoli)

Carlos Alcaraz e Aryna Sabalenka (Nike)

Carlos Alcaraz – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Aryna Sabalenka - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
Aryna Sabalenka – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell’Olivo)

Linee con effetto a ripetizione per i completi di Carlos Alcaraz e Aryna Sabalenka. La mise di Carlitos è semplice ma di buon gusto, con la t-shirt dalle righe mosse verdoline sullo sfondo bianco. Gli shorts, anch’essi bianchi, richiamano il verde della maglietta sul bordino posteriore. Non propriamente estetico, invece, il top di Aryna Sabalenka, il cui effetto delle righe ricorda un sovrapporsi di cuori dal contorno rosso su sfondo rosa, il tutto accompagnato da un bordino bordeaux del collo e delle spalline. Insomma… (Laura Guidobaldi)

Coco Gauff (New Balance)

Coco Gauff – Roland Garros 2023 (foto Roland Garros)

Un completo grintoso e pieno di energia per l’esplosiva Coco Gauff; tuttavia, l’abbinamento dei colori lascia un po’ a desiderare. Non è la prima volta che la New Balance azzarda negli accostamenti ma, questa volta, il celeste e lo stile del top non si sposano benissimo con il nero e il bianco del gonnellino leggero. Insomma, la canotta ricorda molto quelle usate per gli allenamenti in palestra, molto minimal e che lasciano la pancia scoperta, mentre la gonna è grintosa pur essendo elegante al tempo stesso. Per carità, a Coco sta bene qualsiasi cosa, ma questa volta lo shock degli stili tra la parte superiore e inferiore dell’outfit non è poi così vincente (Laura Guidobaldi)

Alex Zverev e Karolina Muchova (Adidas)

Alexander Zverev – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)
Karolina Muchova – Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell’Olivo)

A cosa ispirarsi per la collezione di vestiti per la stagione su terra rossa? Vediamo un po’…. alla terra rossa! Evidentemente i designer del dipartimento tennis del colosso tedesco erano un po’ alla frutta a quanto idee nuove. Ma la cosa più sorprendente non è che a uno di loro sia venuta questa brillante ispirazione quanto che tutti l’abbiano approvata senza fargli notare che se fai vestire i giocatori con vestiti arancione scuro su un campo in terra rossa l’effetto cromatico non sia il massimo. Ma evidentemente anche in quanto a spirito critico c’è da lavorare. Fatto sta che la bravissima Karolina Muchova, invece di distinguersi per le sue aggraziate movenze, finiva per mimetizzarsi con il Philippe Chatrier a causa del suo top. Stessa colorazione per i pantaloncini di Zverev abbinati ad una polo nera abbastanza anonima. Le scarpe color terra rossa sono però geniali. Della serie: già sporche prima di essere sporche. Insomma, Adidas bocciata anche a questo giro. (Valerio Vignoli)

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Flash

Roland Garros 2023: respinto l’appello di Miyu Kato

Semaforo rosso per la tennista giapponese che non avrà indietro i punti e i prize money ottenuti per gli ottavi raggiunti al Roland Garros

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Miyu Kato e Tim Puetz - Roland Garros 2023 (foto Twitter @RolandGarros)

Niente da fare per Miyu Kato. Non ha avuto l’esito sperato la richiesta di appello della tennista giapponese ad una delle decisioni che ha creato scalpore dell’edizione 2023 del Roland Garros. 

Ricordiamo, infatti, che la tennista giapponese ha chiuso in anticipo la sua avventura nel doppio femminile a causa della squalifica comminatale nel corso del suo match di ottavi di finale, giocato in coppia con Aldila Sutjadi, contro il tandem ispanico-ceco composto da Sorribes Tormo e Bouzkova.

La tennista giapponese è stato autrice di un gesto avventato che l’ha portata a colpire involontariamente una ball girl. Situazione che ha portato il supervisor, dopo diverse polemiche, a chiudere in anticipo il match, dichiarando vincitrici il duo Sorribes-Tormo/Bouzkova.

 

Nonostante la squalifica, a Kato è stato comunque permesso di continuare a giocare nel doppio misto. Possibilità che la giapponese ha sfruttato al meglio l’opportunità arrivando a trionfare in coppia con il tedesco Puetz.

A supporto della tennista giapponese si erano espressi sia diversi addetti ai lavori sia la PTPA che con un comunicato aveva definito “ingiusta e sproporzionata” la sanzione comminata alla tennista giapponese.

A dare l’annuncio dell’esito negativo dell’appello è stata la stessa tennista giapponese sul suo account twitter, al termine del suo primo match su erba a s’Hertogenbosch.

“Roland Garros mi ha multato e ha respinto il mio appello per riavere il mio prize money e i miei punti, quindi tutto quello che posso fare è continuare a guardare avanti. Prossima fermata Berlino”

La giapponese ha, quindi, rinunciato a 21 mila e 500 euro dato che il prize money stabilito per chi raggiunge gli ottavi di finale al Roland Garros ammontava a 43 mila euro per coppia. In termini di punti il danno subito da Kato ammonta a 240 punti che non entreranno a far parte del suo ranking.

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