Wimbledon, Murray si ritira: un bamboccione un po’ mammone?

Editoriali del Direttore

Wimbledon, Murray si ritira: un bamboccione un po’ mammone?

Stampa inglese a lutto, quasi un funerale per il suo forfait. E anche rabbia 24 ore dopo che si era detto pronto. Ma il diritto a dar forfait era sacrosanto. Quasi comprensibile

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Avreste dovuto vedere la faccia dei colleghi inglesi. Tutti sotto choc per il ritiro a sorpresa di Murray – lo ha trovato prima il nostro Lorenzo Colle che non diversi giornalisti inglesi cui lo abbiamo detto noi – dopo che sabato Andy Murray aveva tenuto una lunga conferenza stampa nel corso della quale aveva spiegato com’è che finalmente si era deciso a partecipare al torneo da lui vinto due volte, 2013 e 2016. Mike Dickson, veterano del Daily Mail, ha cominciato a imprecare. “È tipico di Andy… è sempre incerto, ha sempre dubbi, non ha mai le idee chiare”. Ho subito chiesto, a lui e a Stuart, se stamattina Andy si fosse allenato e entrambi hanno risposto all’unisono: “No, it is not understandable (ed è questo che non si capisce!)”. 

Sono andato poi dal capo dei fotografi di Wimbledon, anche per ringraziarlo per l’accredito concesso all’ultimo tuffo al nostro Roberto dell’Olivo e per giustificare la bontà del suo ripensamento con il dirgli: “Guarda che l’Italia ha battuto il record dei tennisti italiani in tabellone, ne abbiamo ben nove! In passato mai più di 7!” – e guardandomi bene invece di menzionare il record negativo del tabellone femminile con un’unica donna (Camila Giorgi è attesa già questo lunedì da Sevastova: poteva davvero capitare un po’ meglio…) – e la prima reazione, tipica del sense of humour Brit, è stata: “Oh no, all these Italians around, it will be a disaster!”. Non credo abbiate bisogno della traduzione. Ma ho replicato prontamente: “Bene, ma voi che avete appena perso Andy Murray che mi dite?!”. E la risposta di uno dei 12 fotografi presenti è stata: “Lui è scozzese, a bloody Scottish!”. Non citerò il suo nome, ma lo tengo in pugno, lo potrò… ricattare per sempre. La boutade mi ha ricordato i tempi in cui Andy era britannico se vinceva e scozzese se perdeva, esattamente com’era successo ai primi tempi della naturalizzazione tennistica in Brit di Greg Rusedski. Canadese da battuto, Brit da vincitore.

Continuo a far la spola fra i colleghi e hanno tutti un’aria così afflitta… che non ce l’hanno nemmeno gli spagnoli che siedono alle mie spalle e non si sono ripresi all’errore finale dal dischetto di Iago Aspas e alla contemporanea condanna dei rigori nella World Cup in Russia. Qualcuno butta lì perfidamente: “Se Andy avesse pescato al primo turno un giocatore meno ostico di Paire chissà…”. Certo è che i precedenti forfait dell’ultima ora di Andy non ispirano né troppa comprensione né grande simpatia. Anche se è sacrosanto che un campione bicampione di Wimbledon tuteli la propria immagine. E tre set su cinque non sono mai uno scherzo. Soprattutto per uno che se non arriva in fondo si attira un mare di critiche. C’è certamente chi ha un miglior contatto con Judy, la mamma di Andy, e proverà a strapparle qualche battuta. Ma non lo dirà a nessuno. Quando vedi in sala stampa uno che sta sempre seduto e si alza con il telefonino e si allontana… non è perché non vuole disturbare. È perché vuole darà il “buco” al collega vicino con il quale ha scherzato fino a un minuto prima.

Un altro collega Brit – lui vero Brit – ma anch’egli mi raccomanda di garantirgli l’anonimato: “Perché mettersi contro Murray nel Regno Unito non conviene a nessuno!. Non è – insomma, per intendersi – come se Fognini non parla a Ubitennis(!) ha sibilato: “Forse tutte queste incertezze di Murray sono proprio dovute al fatto che è stato troppo a lungo figlio… di sua mamma, troppo condizionato”. In Italia si sarebbe detto che Andy è un “Bamboccione” o un… “Mammone”? Ma noi italiani, si sa, siamo sempre ipercritici, nei confronti degli altri e perfino di noi stessi.

Questo il messaggio dell’ex numero 1 del mondo“Il mio cuore è triste nell’annunciare che quest’anno non giocherò a Wimbledon. Negli ultimi dieci giorni ho fatto progressi significativi negli allenamenti e nelle partite, ma dopo lunghe discussioni con il mio team, abbiamo deciso che è troppo presto affrontare partite al meglio dei cinque set, che potrebbero creare problemi al mio recupero fisico. Abbiamo fatto tutto il possibile per cercare di essere pronti in tempo. Comincerò ad allenarmi sul cemento da domani e continuerò con la mia riabilitazione e recupero e non vedo l’ora che inizi la stagione americanaGrazie per tutti i messaggi di supporto. Sono entusiasta di tornare finalmente a giocare dopo tanto tempo”.

P.S. La conferenza stampa più attesa, cioè quella di Roger Federer visto che Andy si è guardato ben dal presenziare ad una propria nella quale avrebbe dovuto smentire se stesso e quella di 24 ore fa, ve l’ha riportata Laura Guidobaldi. Io mi sono limitato a fargli la domanda su Ronaldo e Messi alla World Cup come Federer e Nadal a Wimbledon, ma premettendo subito a scanso di equivoci che a contrario gli auguravo di arrivare fino in fondo ai Championships, ben diversamente dal portoghese e dall’argentino. Ma subito prima della mia domanda Roger si era divertito molto di più quando una giornalista orientale (forse giapponese) aveva esordito con il suo “sembri molto più bello di un anno fa…”. Con Roger che diceva “sto arrossendo” – i transcripts non lo riportano – che poi alla domanda come ti senti aveva replicato: “Mi sento alla grande adesso!” e con lei che insisteva “ma come ti senti fisicamente?” e lui pronto e spiritoso: “Incredibilmente sexy!”. Beh, fantastico siparietto. Re Roger più Re che mai, direbbero i suoi agiografi.

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