Interviste
La nuova vita di Daniela Hantuchova
Intervista con l’ex n. 5 del mondo, ora commentatrice. “Difficile fare pronostici sul torneo femminile. Grande equilibrio”. Coach Pistolesi? “Una delle persone più divertenti del tour”

da Londra, la nostra inviata
Esattamente un anno fa, sulla suggestiva terrazza dell’All England Club che si affaccia sui campi attigui al Center Court, Daniela Hantuchova annunciava il suo ritiro. Smessi i panni della tennista professionista, Daniela cominciava così a dedicarsi pienamente alla sua nuova carriera, quella di commentatrice televisiva per i canali Fox Sports Asia. Un anno dopo, su quella stessa terrazza, l’abbiamo intervistata. Atleta dall’incedere particolarmente elegante, slanciata, bionda e dal volto raffinato, la 35enne slovacca è considerata tutt’ora una delle protagoniste più affascinanti del circuito. Una carriera lunga e brillante quella della slovacca che raggiunge il best ranking al n. 5 WTA. Hantuchova vanta sette sigilli in bacheca, tra cui due titoli a Indian Wells (2002, 2007). Si issa in altre nove finali WTA e in semifinale all’Australian Open (2008). Nel 2002 in Fed Cup guida la Slovacchia alla vittoria in finale contro la Spagna di Conchita Martinez. Realizza inoltre il Career Grand Slam in doppio misto, conquistando quattro trofei: Australian Open 2002 (con Kevin Ulliyet), Roland Garros 2005 (con Fabrice Santoro), Wimbledon 2001 (con Leos Friedi) e US Open 2005 (con M. Bhupathi). Disputa altre tre finali Slam (due all’Australian Open e una al Roland Garros) in doppio femminile, in coppia con Aratxa Sanchez e Sugiyama.
Parlaci un po’ della tua nuova vita da commentatrice di tennis.
È una nuova esperienza e molto più divertente di quanto pensassi. È in effetti una vita nuova e posso trasmettere alle persone la mia esperienza di giocatrice, per questo è una bella opportunità, mi piace davvero tanto.
Dopo essere stata giocatrice, com’è preparare un match da reporter?
In effetti è una cosa abbastanza simile a quando giocavo. E poi non devo partire zero perché essendomi ritirata solo da un anno, conosco ancora bene quasi tutte le giocatrici. Quando si gioca si deve conoscere molto bene il proprio avversario, le sue caratteristiche; poi ovviamente da commentatrice devo informarmi su tutte le statistiche e su molti giocatori allo stesso tempo. Però non è detto che quello che interessa al giocatore del proprio avversario, interessi anche al pubblico e viceversa.
Cosa ne pensi del tennis femminile attuale?
Credo che il tennis femminile non potrebbe godere di una forma migliore. Ne parlavamo proprio l’altro giorno in studio mentre facevamo i pronostici per i possibili quarti di finale e, in effetti, non ci sono partite scontate e le previsioni sono molto difficili. Questo significa che c’è molto equilibrio in campo.
Halep ha vinto il suo primo slam; Serena sta tornando…
È fantastico vedere una persona come Simona Halep essere numero 1 del mondo e vincere finalmente il suo primo Slam, così come è successo anche in Australia per Caroline Wozniacki. Lo meritano tanto e sono persone e atlete straordinarie.
Claudio Pistolesi è stato il tuo allenatore per un periodo. Com’è stata l’esperienza con lui?
Con Claudio la cosa che ricordo di più è che si rideva sempre. È fantastico. Senza voler togliere nulla alle sue capacità tecniche, quando penso a lui, quello che mi viene in mente sono le grandi risate e il divertimento che abbiamo avuto lavorando insieme. È assolutamente una delle persone più divertenti del circuito. Sul piano tecnico, una cosa molto importante che mi diceva era di andare a rete più spesso e quindi di verticalizzare il gioco, visto che giocavo molto in doppio. Inoltre, insisteva molto sul fatto di essere più aggressiva da fondo colpendo molto in anticipo a ridosso della linea di fondo.
Sei molto attiva sui social, posti spesso foto molto carine. Com’è nato il tuo interesse per la moda?
Sì mi piace parlare un po’ di moda, è divertente anche perché quando si è impegnati con una carriera da atleta siamo quasi sempre vestiti in modo sportivo, l’abbigliamento e gli accessori sono per la maggior parte legati allo sport. Adesso ho più tempo per dedicarmi a questo tipo di cose e poi, soprattutto, vado spesso in Italia.
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Roland Garros, Bronzetti dopo la sconfitta con Jabeur: “Sono migliorata, mi sento una di loro” [VIDEO]
“Dopo l’inizio anno complicato, il titolo a Rabat ha ancora più valore” così Lucia bronzetti, che saluta Parigi. “Al secondo anno nel Tour ho più esperienza”

Dopo la sconfitta al primo turno 6-4 6-1 contro Ons Jabeur, Lucia Bronzetti si è presentata a rispondere alle domande in italiano con uno spirito positivo, a conferma del buon momento che sta vivendo indipendentemente dell’esito al Roland Garros.
Com’è andata oggi contro un’avversaria (Ons Jabeur) che non dà ritmo?
Lucia Bronzetti: Sì, lei è una giocatrice un po’ atipica, che gioca benissimo le palle corte, in back, ha una buonissima mano quindi sicuramente non è la tipa di giocatrice che preferisco, in più è tra le prime 10 del mondo quindi già dura in partenza. Forse potevo fare qualcosina in più però va bene così. Sono stata sfortunata nel sorteggio e speriamo che l’anno prossimo possa andare meglio e vincere qualche partita.
Com’è stato giocare sullo Chatrier? Hai sentito l’emozione del palcoscenico?
Lucia Bronzetti: Sì, è un’emozione bellissima e all’inizio mi sentivo un po’ a disagio. Non trovavo bene le distanze insomma ma è un’esperienza che ricorderò per tutta la vita anche quando poi non giocherò più, quello che ti rimane sono queste cose. Sicuramente bellissimo.
Vieni da una settimana bella ma anche impegnativa dopo il tuo primo titolo a Rabat pochissimi giorni fa. Stai ottenendo ottimi risultati.
Lucia Bronzetti: Sì, è arrivato questo primo titolo dopo un inizio anno un po’ complicato e quindi ha ancora più valore per me. Ho giocato molto bene nello scorso torneo e sono molto contenta di come ho gestito diverse situazioni e ho portato a casa i match. Ho avuto pochissimo tempo per festeggiare, per riprendermi e riconcentrarmi per quest’altro torneo. Ma tornassi indietro rifarei tutto. […] L’anno scorso è stato un anno di prime esperienze, quest’anno è il secondo che sono nel Tour quindi c’è già più esperienza, non è facile ricominciare l’anno sapendo che dovevi riconfermarti. Mi sento migliorata molto anche a livello di gioco, più sicura anche in mezzo a queste giocatrici. Mi sento una di loro.
Nelle prossime settimane hai già un programma?
Lucia Bronzetti: Andrò a giocare un 125K e poi dopo torno a casa e mi preparo per la stagione sull’erba.
Qualche obiettivo da qui a fine anno?
Lucia Bronzetti: A livelli di classifica non mi pongo mai obiettivi (è appena rientrata in top 100, ndr). Poi quello che abbiamo fatto col mio team lo continueremo sempre a fare, cioè lavorare e cercare di migliorarsi e continuare come stiamo facendo; i risultati vengono da soli.
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Roland Garros, Cobolli sconfitto ma contento: “Con Alcaraz un’esperienza unica” [AUDIO]
Dopo aver giocato un buonissimo terzo set contro lo spagnolo numero uno al mondo, Flavio Cobolli tira le somme del suo debutto negli Slam e si guarda indietro con orgoglio e soddisfazione

La prima volta di Flavio Cobolli resta Carlos Alcaraz. Nel circuito Challenger a Todi nel 2020, negli Slam a Parigi nel 2023. Dopo la sconfitta al primo turno del Roland Garros, il ventunenne romano scarica la tensione in un’intervista post partita che segna per lui un passaggio più unico che raro: l’ingresso nel mondo dei grandi. Ecco cos’ha dichiarato.
D. Com’è stato giocare contro il numero 1 del mondo?
Cobolli: “È stata un’emozione unica e ho imparato tanto da questo match. Ho iniziato un po’ frastornato dalle emozioni perché era molto difficile giocare un campo del genere contro un giocatore del genere. Credo di essere stato bravo, sono molto contento della mia prestazione nonostante la sconfitta. Mi porto tanto a casa, ho buoni margini di miglioramento – almeno così mi dice il team (sorride, nrd) –, quindi sono molto soddisfatto”.
D. Rispetto alla partita a Todi nel 2020 contro Alcaraz, quanto sei cresciuto tu e quanto è cresciuto lui?
Cobolli: “È cresciuto più lui (ride, ndr). Lì è stata una partita completamente diversa rispetto a questa, ma anche stavolta il destino ha voluto che giocassi contro lui la mia prima partita: a Todi Challenger, qui Slam. Sono cambiate tante cose dal 2020: Carlos è diventato numero 1 del mondo, ha vinto uno Slam, ha vinto tanti titoli e ha perso poche partite. Io sono cresciuto meno ma comunque sono cresciuto tanto. Stanno arrivando anche per me piccoli risultati”.
D. Qualche settimana fa giocavi in un Challenger a Torino. Come descriveresti la differenza tra quel contesto e giocare una partita al Roland Garros contro Carlos Alcaraz?
Cobolli: “Credo che il movimento Challenger si sia alzato notevolmente negli ultimi anni, molti giocatori che durante l’anno giocano Challenger stanno dimostrando di saper fare bene anche nei tornei ATP. Non credo che ci sia tantissimo distacco tra noi e loro, se possiamo dire così. Dico semplicemente che hanno un altro passo e per questo riescono a portare a casa il match. Ma, fatta eccezione per quei tre, quattro, o anche cinque o sei – come abbiamo visto oggi Alcaraz –, ce la giochiamo con tutti. Personalmente penso di essere migliorato e di aver meritato di giocare qui. Spero di vivere anche Wimbledon”.
D. Se dovessi dare un consiglio a un giocatore che ora deve affrontare Carlos Alcaraz, cosa gli diresti?
Cobolli: “Quando giochi contro il numero uno del mondo e sei un qualificato non puoi consigliare molte cose. È impressionante come gestisce i punti importanti, è una delle sue qualità migliori. Ha una velocità di palla superiore a quella di molti giocatori che giocano questo torneo, poterlo mettere in difficoltà è molto difficile. Tuttavia, come tutti noi esseri umani, anche lui ha i suoi punti deboli (non dice quali, ndr)”.
D. Siamo a metà stagione: qual è il bilancio della prima parte e quale obiettivo ti poni per la seconda?
Cobolli: “Credo di aver fatto una buona prima parte di stagione. Dopo essere tornato dall’Australia sono stato infortunato per due mesi. Dopo l’infortunio sto reagendo bene al lavoro che sto facendo, non posso dire altro che di essere soddisfatto. Spero di continuare su questa strada con l’obiettivo principale di crescere mentalmente perché questo mi permetterebbe di mettere in difficoltà tanti giocatori in ATP”.
D. Come ti avvicinerai a Wimbledon? Dove andrai a giocare per prepararti?
“Dopo qualche giorno di riposo, andrò a Heilbronn, in Germania, poi a Perugia e Parma”.
D. Nuovo tatuaggio? Una racchetta col logo del Roland Garros?
“Domani forse vado a tatuarmi qualcosa, ma il team dice che il logo sarebbe arrogante. Con tutto il rispetto per il torneo francese, che è da sempre il mio preferito, forse mi tatuerò qualcosa sulla Roma”.
Marianna Piacente
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Roland Garros, la delusione di Cecchinato: “Con Van Assche la mia peggior partita a Parigi” [AUDIO]
Out al primo turno del torneo francese per colpa (o merito) di un grande diciannovenne di nome Luca Van Assche, Cecchinato vuole solo dimenticare la brutta parentesi parigina

La sua peggior partita. Così Marco Cecchinato – semifinalista nel 2018 – ha definito la sconfitta al primo turno del Roland Garros per mano del diciannovenne francese Luca Van Assche (n. 82). A metà tra la delusione del presente e le consapevolezze di un buon recente trascorso, il tennista palermitano commenta l’uscita precoce dal torneo parigino non senza restare ottimista.
D. Cosa ti ha colpito di più di Luca Van Assche?
Cecchinato: “È per me uno dei migliori giovani del circuito, sa già giocare la partita e si muove molto bene anche se ancora piccolo. È molto rapido e ha un bel timing sulla palla. Avrà un gran futuro perché ha ancora tanto margine di miglioramento, qui in Francia sarà seguito bene e sono certo che farà una buonissima carriera”.
D. Difficile da dire, fin dove può arrivare?
Cecchinato: “Sicuramente riuscirà a entrare nei primi cinquanta, secondo me farà grandi cose”.
D. Avevi avuto il sentore che potesse essere una giornata di quelle che si vogliono dimenticare in fretta, magari stamattina in riscaldamento? È una cosa che è arrivata inaspettata in campo o anche prima della partita avevi già brutte sensazioni?
Cecchinato: “No, mi ero scaldato abbastanza bene stamattina e avevo buone sensazioni. Purtroppo è stato uno di quei match durante i quali non riesci a entrare in partita né a cambiarla nel mentre: nei primi due set i primi game sono stati lottati, poi mi è scappato via il gioco. Partite così è difficile commentarle, vorresti solo cancellarle il prima possibile e tornare ad allenarti. Ripeto, penso sia stata la mia partita più brutta qui”.
D. E adesso?
Cecchinato: “Adesso giocherò sull’erba. Dopo aver saltato Wimbledon lo scorso anno, ora voglio prepararlo bene quindi giocherò o Halle o Queen’s – in base a dove entrerò in quali – e poi uno tra Eastbourne e Mallorca, e dopo Wimbledon. Farò di sicuro una settimana di allenamento e poi tre settimane sull’erba: data l’assenza dello scorso anno, voglio arrivare a giocar uno Slam con almeno due settimane di preparazione”.
D. Hai obiettivi nel ranking?
Cecchinato: “Non ho obiettivi di ranking. Adesso che sono tornato 70 non sto pensando troppo al numero, bensì a lavorare. Nelle ultime settimane stavo facendo bene: ho battuto cinque giocatori davvero forti: Bautista, Davidovich, Shelton, Fognini e Schwartzman. Contro di loro sono riuscito a esprimere un alto livello di gioco. Non è una sola partita che mi butta giù, ora voglio pensare a giocare più match possibili da qui a fine anno”.
Marianna Piacente