WTA
Da New York a Tokyo, solita musica: Osaka top, Muguruza flop
Prova di forza della campionessa US Open, che spazza via Cibulkova. Garbine non dà segni di ripresa e affonda contro Riske. Rimonta Pliskova, Garcia salva 3 match point

Naomi Osaka in questo momento è un treno in corsa, che viaggia ad altissima velocità. Di quelli che in Giappone funzionano a meraviglia. Alla prima uscita dopo il trionfo Slam, la campionessa di Flushing Meadows fa felice il pubblico di casa lasciando le briciole alla pur volenterosa Dominika Cibulkova. Nemmeno la slovacca, agonista nata, riesce a mettere un argine al suo strapotere. Il servizio è una macchina (10 ace a zero), i vincenti arrivano con ogni possibile variazione e su ogni centimetro di campo. La prova di forza, al primo incrocio tra le due, è imbarazzante. La numero 20 del mondo in realtà si complica anche un po’ la vita con cinque doppi falli, ma diventa difficile reggere il campo quando, in risposta alla prima di Naomi, il punto in difesa arriva solo tre volte su 21 (14%). La pratica si chiude in un’ora esatta con Osaka che attende ora ai quarti la vincente di Kontaveit-Strycova.
MUGU FLOP – L’inerzia negativa che sta trascinando Garbine Muguruza suggeriva di non avere certezze, ma alla vigilia sarebbe stato difficile ipotizzare un ko così netto e precoce della sesta testa di serie. Complice la partita perfetta di Alison Riske, la spagnola saluta Tokyo agli ottavi raccogliendo appena tre game contro un’avversaria sempre agevolmente battuta nei due precedenti. Più che mai graziosa nel suo completo nero, Muguruza (14 del mondo) viene aggredita nell’approccio al match e finisce subito sotto di due break. Con il tabellone sul 4-1, nemmeno le parole di Sam Sumyk riescono a scuotere la due volte campionessa Slam. Riske chiude il primo set doppiando l’avversaria nei vincenti (26 a 13) senza concedere mezza palla break. Non cambia l’andazzo nel secondo parziale, con Muguruza totalmente fuori partita e superata in tutti i fondamentali, dal servizio alla risposta, con l’aggiunta di forzature frutto di un comprensibile nervosismo. Al netto di tutti i guai fisici che l’hanno condizionata, Garbine ha perso cinque delle nove partite disputate dopo la semifinale del Roland Garros.
RIMONTE – Riske, 75 WTA e in arrivo dalle qualificazioni, ai quarti troverà per la sesta volta in carriera Karolina Pliskova, battuta in una sola occasione. La ceca, quarta del seeding, ha avuto bisogno di due ore e mezza per venire a capo di Daria Gavrilova. Sotto di un set e poi di un break nel terzo, l’ex numero uno è riuscita comunque a spuntarla appoggiandosi anche sul servizio che nel parziale decisivo le ha fatto convertire in punto oltre il 70 per cento di prime. Sempre nella parte bassa del tabellone, Caroline Garcia risorge contro Pavlyuchenkova nonostante la finalista uscente abbia beneficiato di tre match point nel terzo set.
That's the match for @CaroGarcia !
Saves match points against @NastiaPav to take it 6-4, 2-6, 7-5 @torayppo !#東レppoテニス pic.twitter.com/DtI3hWccKV
— WTA (@WTA) September 19, 2018
IL PROGRAMMA DI GIOVEDÌ – Ad aprire il programma del campo centrale, alle 05 del mattino in Italia, saranno Kontaveit e Strycova. Non prima delle 07 il match tra Azarenka e Barty, a seguire quello tra Vekic e Konta. Alle 10:30 l’incontro più atteso dal pubblico italiano, quello tra la prima favorita del seeding (e campionessa uscente) Caroline Wozniacki e la nostra Camila Giorgi. Sarà la sesta sfida in carriera tra le due, Wozniacki conduce 3-2: Camila ha vinto in rimonta il primo incontro giocato agli US Open 2013, Caroline l’ultimo, disputato quest’anno a Eastbourne (6-2 6-3).
Risultati:
[4] Ka. Pliskova b. D. Gavrilova 4-6 6-4 6-4
[2] C. Garcia b. A. Pavlyuchenkova 6-4 2-6 7-5
A. Riske b. [6] G. Muguruza 6-1 6-2
[3] N. Osaka b. D. Cibulkova 6-2 6-1
evidenza
Roland Garros: semaforo rosso per Jasmine Paolini, perde in due set con Olga Danilovic
L’azzurra era 5-1 nel secondo ma viene sconfitta dall’ottima serba Olga Danilovic. A rappresentare l’Italia nel tabellone femminile rimane solo Elisabetta Cocciaretto

O. Danilovic b. J. Paolini 6-2, 7-5
Semaforo rosso per Jasmine Paolini eliminata in due set da Olga Danilovic con il punteggio di 6-2, 7-5 in un’ora e 36′. Dopo aver vinto il trofeo di Firenze ed eguagliato il suo miglior risultato negli Slam, la lucchese subisce la giornata di grazia della sua avversaria. Gara decisa dai colpi della serba che ha fatto il bello e il cattivo tempo. La toscana ripenserà a lungo a quel turno di battuta sul 5-1 che, invece, di catapultarla al terzo set, l’ha portata lentamente fuori dal Roland Garros. Nel tabellone femminile rimane la sola Elisabetta Cocciaretto a rappresentare i colori italiani; mentre Danilovic è la prima tennista serba a raggiungere il terzo turno parigino da Ana Ivanovic nel 2016.
I presupposti per fare gara pari c’erano tutti, ma è stata brava la n. 105 del ranking a comandare gli scambi e a trovare 22 vincenti a fronte dei 6 dell’azzurra.
Sarà una questione di genetica, ma anche il padre, Sasha Danilovic, in questo periodo era ancora più letale del resto dell’anno. Come in quel 31 maggio di 25 anni fa, decise un derby scudetto di basket tra la sua amata Virtus e la Fortitudo con un famoso tiro da “quattro punti” (canestro da tre più tiro libero) che diede altra inerzia a quella serata bolognese.
Come un “tiro da quattro punti”, il dritto di sua figlia Olga, la sua tenacia e anche la capacità di chiedere sempre di più a sè stessa hanno messo in campo delle qualità che hanno fatto soffrire Paolini.
Primo set a senso unico con l’azzurra sempre in difficoltà sui suoi turni di battuta, per merito della risposta di Danilovic che sin dal primo colpo ha cercato di mettere in difficoltà l’avversaria. A fronte del 72% di prime palle messe in campo, porta a casa solo il 50% dei punti. Sfumate due palle break nel primo gioco, la serba trova nel quarto gioco il break decisivo nell’economia del primo set. Ne arriva un altro anche nell’ottavo gioco e gli applausi sono tutti per lei.
Nel secondo set, comincia malissimo la serba che sbaglia tantissimo e rimette in gioco la sua avversaria. A dispetto di quanto visto nel primo set, le urla del secondo parziale sono di una giocatrice che cerca di scuotersi. Paolini ne approfitta e vola via sul 5-1, limitando gli errori. Da fondo campo la classe 2001 torna a trovare vincenti importanti che lentamente torna a sbagliare meno e a far male con i suoi colpi. A due punti dal secondo set, Paolini sbaglia due colpi e alimenta il ciclone Danilovic che infila un parziale di 10-1 per ritrovare la parità. Altre tre chances, la toscana le ha nell’undicesimo game, ma anche qui col servizio la serba si aiuta a salire 6-5. L’ultimo sforzo, vede Paolini protesa a cancellare il primo di due matchpoint, ma sulla spinta della serba può davvero poco. Ora per Danilovic c’è Ons Jabeur.
Flash
Al Roland Garros Sabalenka messa alle strette sulla guerra in Ucraina. Ecco la sua (non) risposta
Le tenniste ucraine non le stringono la mano, i giornalisti ucraini la incalzano in conferenza. Gli influssi negativi della guerra sulla numero due del mondo

C’è chi pensa che basterebbe un gesto, una stretta di mano tra atleti ucraini e russi per cominciare ad allontanare i venti di guerra. Ma, fin qui, al dolore e alla disperazione, fa seguito tanta distanza e gelo tra le atlete in campo. Siamo lontani da Città del Messico, quando nel 1986, durante la cerimonia di premiazione per la finale olimpica dei 200 metri, Tommie Smith e John Carlos sul podio alzarono il pugno in segno di protesta. Dietro quel gesto c’è la battaglia per i diritti civili degli afroamericani, la stessa che va in scena oggi dalla costa Est a quella Ovest degli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. Quando si parla di conflitto Ucraina-Russia nel mondo del tennis è spesso Aryna Sabalenka a finire al centro dell’attenzione. La sua presunta amicizia con il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko (o quantomeno, sembra appurato che il dittatore stimi particolarmente questa atleta), la porta ad esser vista male e con disprezzo dalle colleghe ucraine, malgrado Aryna abbia sempre sostenuto – in termini generali – di essere contro la guerra. Vincitrice degli Australian Open 2023, bandita dall’edizione 2022 di Wimbledon, nel primo turno ha nuovamente incrociato i colori gialloblu dell’Ucraina: Marta Kostyuk a fine gara ha filato dritto senza incrociare né lo sguardo di Aryna né le sue mani. Parlandone in conferenza stampa aveva dichiarato: “Posso farci poco se non vuole stringere la mano, probabilmente è qualcosa che la fa sentire meglio, anche in relazione a quanto fatto dai suoi connazionali. Credo che la politica non dovrebbe mischiarsi con lo sport, ma io non ho potere in questo“.
La guerra in Ucraina ha tenuto banco anche nella conferenza stampa tenutasi al termine della vittoria di Sabalenka sulla connazionale Iryna Shymanovich nel secondo turno del Roland Garros. Un giornalista ucraino l’ha incalzata sui temi della guerra, rinfacciandole un presunto sostegno a Lukashenko e chiedendole di condannare esplicitamente l’invasione di Russia e Bielorussia ai danni dell’Ucraina. La n. 2 del ranking non ha rilasciato dichiarazioni, dicendo ripetutamente: “Non ho commenti per te, grazie per la domanda”, mentre si è espressa sul modo in cui il mondo dei social, per quanto le riguarda, è cambiato negli ultimi sedici mesi, da quando, cioè, è cominciato il conflitto. “E’ stata davvero dura. Quando la guerra è iniziata, ovviamente, ho raccolto molto odio. Sto cercando di stare lontana dal lato negativo dei social network e mi sto concentrando sulle persone che sono veramente interessate alla mia vita, alla mia carriera e alla mia personalità. Ci saranno molte persone che ti odieranno e ci saranno molte persone a cui piaci, quindi mi sto concentrando sugli aspetti positivi”. Sono situazioni che di certo tolgono serenità a una tennista che di certo non può incidere sulle scelte del suo governo. Ma, dall’altro lato, il tennis ha una grande responsabilità nel promuovere e diffondere messaggi positivi: pone continuamente uno di fronte all’altro russi o bielorussi contro ucraini separate da una rete. Che basti una stretta di mano per far cambiare i venti di guerra?
Flash
Il torneo WTA San José si trasferisce a Washington e dà vita al primo combined 500
Il WTA 500 californiano si trasferisce nella capitale: sarà il primo evento al mondo combined ATP-WTA 500

L’ufficialità è arrivata nella giornata odierna dal sito della WTA: il torneo WTA San José è stato trasferito a Washington D.C. e si svolgerà dal 29 luglio al 6 agosto prossimo in contemporanea all’evento maschile. Diventerà così il primo combined del circuito di categoria “500” e si terrà presso il William HG Fitzgerald Tennis Center di Washington, DC’s Rock Creek Park della capitale statunitense. Il torneo si svolgeva a San José dal 2018, mentre dal 1971 (anno della fondazione da parte di Billie Jean King) fino al 2017 si è disputato a Stanford.
Queste le parole del CEO e presidente della WTA, Steve Simon: “La Bay Area ha ospitato tanti momenti indimenticabili in uno dei tornei più longevi di livello WTA. L’eredità di questo evento tanto amato continuerà a vivere nella sua nuova casa, a Washington, DC, dove sono entusiasta di vedere le stelle WTA e ATP competere insieme per la prima volta a livello 500, creando nuovi ricordi per molti altri anni venire“. Sparirà di conseguenza il WTA 250 di Washington, che si svolgeva nella stessa settimana del Citi Open maschile: quest’anno ci sarà quest’evento di categoria 500 che si chiamerà Mubadala Citi DC Open.