Cédric Mourier scende dalla sedia

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Cédric Mourier scende dalla sedia

Il chair umpire francese ha arbitrato a Bercy la sua ultima partita nel tour. Dopo vent’anni di carriera intorno al mondo, quasi cinquemila match e qualche controversia dal prossimo anno sarà supervisor

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I ritiri dei tennisti fanno ovviamente più clamore, ma non sono gli unici. La finale del Rolex Paris Masters di Bercy di domenica scorsa, vinta da Karen Khachanov su Novak Djokovic, è stata l’ultimo incontro arbitrato da Cédric Mourier. Dal 2019 il quarantottenne umpire di Roanne ha scelto di passare al ruolo di supervisor, che ha già avuto modo di sperimentare in questa stagione e in alcuni tornei Challenger in quelle passate.

Volto noto per gli appassionati di tennis, Mourier è stato uno dei pochi arbitri di categoria Gold Badge, la più alta nella professione. Arbitro di club già a 14 anni, in gioventù è stato giudice di linea alla finale di Coppa Davis tra Francia e Stati Uniti a Lione nel 1991. La vittoria della “sua” nazionale lo motivò a sostenere gli esami per diventare arbitro internazionale. Sotto contratto con l’ATP dal 1998, ha iniziato ad arbitrare ai più alti livelli del tour maschile due anni dopo, dando inizio a una carriera lunga vent’anni, oltre cinquecento tornei, e un centinaio di finali tra i quasi cinquemila incontri (record francese). “Ho fatto due volte il giro intorno al mondo, ho passato l’equivalente di numerosi mesi in aereo, ne ho vissuti altrettanti negli Stati Uniti, in Germania, in Asia” ha ricordato, intervistato da Le Progrès.

Mourier ha arbitrato in tutti e quattro i tornei del Grande Slam, oltre alle ATP Finals, annunciando i punteggi di almeno due generazioni di campioni, da Sampras e Agassi fino ai Fab Four. I momenti più alti? Le quattro finali di singolare maschile arbitrate al Roland Garros, tra cui quella indimenticabile tra Gaston Gaudio e Guillermo Coria. Ce ne sono stati anche di bassi, malauguratamente più famosi: al di là delle accuse di corruzione da parte dell’ex collega Magdi Somat, mai provate, Mourier è stato suo malgrado protagonista di alcuni episodi controversi, in cui le sue decisioni si sono rivelate errate e lui non ha saputo tenere in pugno la situazione. Il più fresco nella memoria è quello della semifinale di Montecarlo del 2017, con una chiamata smentita che è probabilmente costata a David Goffin la vittoria su Rafa Nadal.

“Di errori ne ho commessi, sono un essere umano come tutti. Ma non sarei rimasto sulla sedia per due decenni se avessi fatto male il mio lavoro ha commentato Mourier. L’ultima partita è filata liscia, per fortuna, con una gestione sicura e anche un paio di ottimi overrule. Alla conclusione, oltre ai due finalisti, è stato premiato anche lui tra gli applausi del pubblico di casa. A volte un lieto fine fa dimenticare tutto il resto, soprattutto se è già pronto un nuovo inizio.

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