L'alba di Tsitsipas il tennis globale accoglie la Grecia (Clerici), Partita l'operazione Atp Finals a Torino (Semeraro), Federer, falsa partenza: vince Nishikori (Crivelli), Atp Finals, Nole prepara i botti di fine anno (Mancuso)

Rassegna stampa

L’alba di Tsitsipas il tennis globale accoglie la Grecia (Clerici), Partita l’operazione Atp Finals a Torino (Semeraro), Federer, falsa partenza: vince Nishikori (Crivelli), Atp Finals, Nole prepara i botti di fine anno (Mancuso)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

L’alba di Tsitsipas il tennis globale accoglie la Grecia

 

Gianni Clerici, la repubblica del 12.11.2018

 

Nell’assistere alla vittoria, che andava profilandosi, dopo il netto tie-break del terzo set, in favore di Stefanos Tsitsipas, il mio vicino di sedia, un bravo giornalista che non scrive di tennis, ha esclamato: «Ma questi greci hanno rischiato di finir fuori dall’Europa e hanno prodotto un tennista quasi tipo Federer». Non ho potuto trattenermi dall’indicargli la mamma russa del giocatore e insieme il papà, insegnante di ginnastica greco, e di ricordargli uno dopo l’altro i campioni russi, quando un mio amico, seduto vicino, ha esclamato: «Greci che giocavano benissimo a tennis, ce ne sono stati. Soltanto, non avevano il passaporto greco». Ho pensato un attimo, ed è venuto in mente anche a me che uno dei due si chiamava Philippoussis e l’altro Sampras. Dell’esistenza del primo ero venuto a conoscenza in una taverna greca di Melbourne, una sera in cui avevo incontrato un suo nonno italiano. Soprannominato Scud (Missile), Philippoussis era arrivato in due finali Slam (1998 e 2003) e aveva fatto parte di due team vincitori della Davis. Quanto all’altro greco si chiamava Sampras e l’avevo in qualche modo scoperto (prima dei suoi 14 Slam) comunicandone l’esistenza a un famoso magliaro italiano di tennis che mi aveva poi ringraziato per la sponsorizzazione offrendomi due camicette. Ecco quindi che esistevano ben due campioni greci, prima che questo Tsitsipas vinca uno Slam come accadrà in futuro. Ora si è limitato a battere un altro new Australian, l’allievo di Hewitt, De Minaur, immigrato australiano che ho sentito parlare brillantemente lo spagnolo della mamma e del papà, che dall’Australia sono ritornati ad Alicante. Mentre Tsitsipas gioca un tennis semi-classico, con un rovescio liftato a una mano, De Minaur si affida a un rovescio bimane, ma ha anch’egli una mentalità non meno aggressiva. Un’aggressività contenuta, mentre il greco in qualche istante è vittima dell’ira, sia quando a Basilea – mi dicono – si sia arrabbiato con una raccattapalle, sia quando a Milano ha sfasciato, ferendosi addirittura, le cuffie con le quali ora è lecito conversare con il coach, che nel caso era suo padre Apostolos. Credo, insomma, di aver ammirato, dopo Philippoussis e Sampras, il terzo grande giocatore greco della storia del tennis. Che addirittura non immagino divenire soltanto secondo fra i tre.

 

Partita l’operazione Atp Finals a Torino

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 12.11.2018

 

Venerdì scorso un dossier dettagliatissimo è stato consegnato a Deloitte, l’agenzia di consulenza che si occupa di scremare le candidature per conto dell’Atp (il sindacato che gestisce il circuito mondiale), a firmarlo è stata la Federtennis in collaborazione con Coni servizi, Comune di Torino e Regione Piemonte, e con l’appoggio convinto del Coni e del Governo. Mercoledì, proprio a Londra, ci sarà una riunione tecnica alla quale potrebbe prendere parte anche la sindaca Appendino, fra il 15 dicembre e fine anno è attesa la «short-list», la lista ristretta di tre o quattro città che avranno superato l’esame e si contenderanno l’assegnazione, il cui annuncio ufficiale avverrà nel marzo 2019 durante il torneo di Indian Wells. Sfida alle metropoli In ballo insieme a Torino ci sono Tokyo, Singapore, Abu Dhabi, una metropoli sudamericana, probabilmente altre concorrenti europee. Per far parte della gara occorre una lettera di garanzia di almeno 20 milioni di dollari (circa 17,6 milioni di euro), «ma quello è il punto di partenza – ha detto a Milano il presidente e Ceo dell’Atp Chris Kermode -, si può offrire di più». Abu Dhabi, forte dei suoi fondi di investimento sovrani, avrebbe già messo sul piatto parecchie decine di milioni. Le carte di Torino sono altre: storia, capacità organizzativa (olimpiadi, mondiali di basket) posizione, infrastrutture (il PalaAlpitour), il fascino del made in Italy. Un asse Torino-Roma Il Comune ha dato la disponibilità del parco olimpico, nel progetto potrebbe essere coinvolto anche un luogo storico come il Circolo Stampa Sporting. La sindaca Appendino, assicurano fonti bene informate, è «estremamente interessata all’operazione», e vuole impegnarsi personalmente. Per dare ancora più sostanza alla candidatura a questo punto servirebbe una mobilitazione delle realtà del territorio, e qualcosa si sta muovendo. Coni servizi e Fit si muoverebbero in partnership secondo uno schema già rodato da anni a Roma per gli Internazionali d’Italia di tennis (50 per cento sia di utili sia di perdite), il resto dovranno farlo Torino e il Piemonte. Per tutti gli attori la prospettiva di ritrovarsi in casa Federer, Djokovic, Nadal è ghiottissima. Anche economicamente: a Londra in questi giorni sono previsti 250 mila visitatori attirati dalle Finals, con un indotto ricchissimo. Se la città verrà inserita nella short-list il passo successivo sarà ospitare la visita degli osservatori che verificheranno non tanto le caratteristiche del Pala Alpitour, che sono note e di assoluta eccellenza, ma i dettagli logistici (i campi di allenamento) l’accoglienza, la gestione dei flussi. Le Finals sono un evento di valore assoluto, fra i primi cinque a livello mondiale fra quelli annuali: un treno su cui vale la pena di salire.

 

Federer, falsa partenza: vince Nishikori

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 12.11.2018

 

Roger quasi irriconoscibile con 34 gratuiti. Che esordio per Anderson nell’altra partita: Thiem k.o. Comincia in salita la rincorsa di Federer al 100° torneo in carriera: nella prima partita del Masters, torneo vinto 6 volte (ma l’ultima nel 2011) perde per la terza volta contro Nishikori, che aveva battuto nelle ultime sei sfide dirette. Prestazione da dimenticare per Roger, che ha regalato 34 gratuiti e ha subito due break nel secondo set. Unica consolazione, la cabala: anche nel 2007 e nel 2013 perse la prima partita e poi si qualificò per le semifinali, mentre nel 2008 l’impresa non gli riuscì. Certo che uno stop in due set complica enormemente la corsa. MARTELLO Anche perché Kevin Anderson, per la prima volta qualificato al Masters (e secondo sudafricano 23 anni dopo Wayne Ferreira), bagna il debutto con una grande partita contro Thiem, che nel 2018 lo aveva battuto entrambe le volte in cui si erano affrontati. Kevin, il secondo più alto di sempre al Masters (2.03, il primo è Isner, 2.08, pure lui all’esordio), concede appena 4 punti con la prima e non offre mai palle break all’austriaco, anche se nel tie break del secondo set deve annullare due palle per il parziale.

 

Atp Finals, Nole prepara i botti di fine anno

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 12.11.2018 

 

Si è alzato il sipario sulla decima edizione londinese delle Atp Finals, la terz’ultima nella capitale britannica. Lo scorso agosto l’Atp ha aperto le candidature per le città interessate a ospitare l’evento a partire dal 2021. Il prossimo 14 dicembre sarà comunicata la composizione della short list, ovvero le tre città che si giocheranno l’assegnazione. A marzo, durante il torneo di Indian Wells, il Board dell’Atp annuncerà la scelta definitiva: in corsa c’è ancheTorino con il Pala Alpitour. PARIGI BIS? Intanto da ieri, al termine di scena con ben tre cambi al vertice del ranking (prima Federer, poi Nadal e ora Djokovic già certo di chiudere i12018 da n.1) si è alzato il sipario alla 02 Arena, con il serbo e lo svizzero nettamente favoriti rispetto agli altri. Le quote dei bookmaker parlano chiaro: Nole è dato a 1,65, con King Roger a 3,25 e tutti altri da 10 in su. Con ancora negli occhi le splendide immagini della recente sfida di Parigi-Bercy vinta al fotofinish da Djokovic, sarebbe da sogno chiudere la stagione con una replica dello spettacolo e una finale a Londra tra il serbo e lo svizzero. Si gioca con la formula Atp Finals, Nole prepara i botti di fine anno dei round robin con due gironi da quattro e i primi due di ciascun raggruppamento che si affronteranno sabato nelle semifinali incrociate. Hanno rinunciato per problemi fisici Nadal e Del Potro. INSIDIE E PRECEDENTI Il gruppo di Djokovic con Alexander Zverev, Marin Cilic e John Isner (questa sera l’esordio del serbo opposto allo statunitense) appare leggermente più equilibrato rispetto a quello di Federer, che però ieri ha esordito con una sconfitta (7-66-3) contro Kei Nishikori. Con loro ci sono Kevin Anderson e Dominic Thiem, anche loro in campo ieri, con il sudafricano vittorioso 6-3 7-6. I numeri degli scontri diretti con i rivali sorridono in misura maggiore al 3lenne di Belgrado (25 vittorie e 5 sconfitte) rispetto al 37enne di Basilea (12-6 dopo ieri), ma la sensazione è che il gruppo del serbo nasconda qualche insidia in più. Più che Zverev (battuto poche settimane fa a Shanghai), il servizio potrebbe consentire ai giganti Cilic e Isner di fare match pari sul veloce indoor. Alzi la mano, invece, chi ricorda che Federer è in svantaggio nei precedenti con Thiem. Si sono affrontati tre volte e sempre nel 2016: vittoria di King Roger a Brisbane, successi del finalista degli ultimi Roland Garros a Roma e Stoccarda. Detto questo, il Federer visto a Parigi-Bercy è la miglior versione degli ultimi mesi e la superficie sulla quale si gioca gli è cucita addosso. Ha trionfato alle Atp Finals per sei volte, non vince dal 20H, ma nel frattempo ha disputato altre tre forali.

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