Al femminile
Contro le Top 10, le “ammazzagrandi” del 2018
Da Bertens a Svitolina, da Jabeur a Sabalenka: chi ha fatto meglio in stagione contro le prime della classifica

Dopo l’articolo uscito due settimane fa, dedicato alle statistiche conclusive del 2018 fornite da WTA, questa volta presento dati elaborati da me, che riguardano i confronti con le Top 10. Perché una attenzione specifica rivolta ai match contro le prime? Perché penso che le potenzialità delle giocatrici si possano verificare al meglio nel momento in cui sono messe alla prova dalle più forti. Quando l’ostacolo si fa più impegnativo si può capire chi trova dentro di sé la capacità di alzare i propri standard e chi no; e di fronte a prestazioni forse inaspettate si possono intuire possibilità ancora inespresse.
Naturalmente queste statistiche non comunicano verità assolute, perché sono influenzate anche da aspetti contingenti: le prime classificate possono vivere giornate-no, scadimenti di forma, piccoli infortuni che determinano risultati non sempre attendibili. Per questo sta a noi provare a discernere tra reali capacità e semplici circostanze fortunate.
Di sicuro più sono numerosi i risultati positivi, meno incide il caso, e più la statistica si rivela attendibile. Per questo nelle tabelle che seguono non sono presentate le giocatrici che durante il 2018 si sono fermate a una sola vittoria contro le Top 10; ho cioè tenuto conto soltanto di chi ha vinto almeno due match contro le più forti. In appendice troverete comunque l’elenco di riferimento in base al quale sono state costruire le tabelle, che contiene anche le tenniste che hanno all’attivo una sola partita vinta.
1. Numero di vittorie
Prima tabella, la più diretta: chi ha vinto più partite nel 2018 contro le prime del mondo:
Comanda Kiki Bertens, unica con più di dieci vittorie stagionali: 12 successi e solo 7 sconfitte. La conferma che il 2018 è stato senza dubbio il miglior anno della sua carriera, in cui ha compiuto due progressi sostanziali: ha allargato il rendimento di insieme, trasformandosi da specialista della terra in giocatrice in grado di fare bene su ogni superficie. E ha rafforzato la tenuta mentale, un aspetto che le ha permesso di vincere sul filo di lana partite che in passato quasi regolarmente finiva per perdere.
Segue Elina Svitolina, che ha consolidato il bilancio in extremis, con la vittoria al Masters. E come si sa, al Masters si affrontano solo Top 10. Per Svitolina le cinque vittorie (su cinque) a Singapore sono state fondamentali.
Terzo nome non meno significativo è quello di Aryna Sabalenka, che non ha solo compiuto un grande progresso in termini di ranking, ma lo ha fatto dimostrando di poter competere alla pari con qualsiasi livello di avversaria. Sotto questo aspetto le otto vittorie stagionali sono una prova di forza importante anche per il futuro. Non dimentichiamo che si tratta di una giocatrice nata nel maggio 1998, con tutto quello che significa in termini di possibili ulteriori progressi.
2. Percentuale di vittorie
Di solito un valore ponderato, come quello della percentuale di vittorie, è più attendibile di una statistica “grezza” come quella presentata sopra. Però in questo caso una serie di fattori ne limitano l’attendibilità. Occorre dunque interpretare la situazione.
Comanda la classifica Ons Jabeur: 100% di vittorie, due successi e nessuna sconfitta. Senza voler sminuire una giocatrice eccezionalmente creativa come lei, bisogna contestualizzare i risultati. Prima vittoria a Pechino contro Simona Halep costretta al ritiro (sul 6-1, 1-0); in pratica l’ultima partita di Halep nel 2018, visto che dopo quel match si è fermata per un serio problema alla schiena. Seconda vittoria a Mosca contro una Stephens ormai sicura del posto alle Finals, che probabilmente non aveva voglia di battersi all’ultimo sangue. Ricordo però che a Mosca Jabeur partendo dalle qualificazioni è comunque arrivata in finale, a dimostrazione di un torneo giocato davvero ad alto livello.
Appaiate al 75,0% seguono Elina Svitolina e un’altra sorpresa: Coco Vandeweghe. Anche per Coco vanno contestualizzate le cose: in un anno per lei disastroso in cui ha perso quasi cento posti nel ranking (da numero 10 a numero 104) ha fatto eccezione l’exploit di Stoccarda dove ha giocato benissimo e perso solo in finale da Pliskova. I tre successi di Vandeweghe (contro Halep, Garcia e Stephens) risalgono tutti a quella settimana speciale, di alta qualità.
Al quarto posto ritroviamo Aryna Sabalenka, che contro le migliori ha vinto mediamente due match su tre, la stessa percentuale della numero 1 Simona Halep.
Seste a pari merito un nome non sorprendente come Garbiñe Muguruza e uno molto meno atteso: Aleksandra Krunic. Dopo un po’ di anni nel circuito (è nata nel 1993), riguardo a Krunic ho la sensazione di una giocatrice che non sempre scende in campo con la stessa convinzione; per dare il meglio di sé ha bisogno di motivazioni particolari: grandi palcoscenici o grandi avversarie stimolano il suo orgoglio e allora diventa davvero pericolosa. In carriera contro le Top 10 vanta un record di 4 vittorie e 5 sconfitte. Un 44,4% di successi è un dato da giocatrice di ottimo livello, sicuramente superiore a quello di una tennista che negli scorsi anni ha perfino dovuto affrontare le qualificazioni per entrare negli Slam. Un tipico caso di tennista che secondo me fino a oggi non ha espresso tutto il suo potenziale, e questo dato contro le Top 10 è un segnale in proposito.
a pagina 2: Il rendimento delle prime 20 nel ranking – Ultimi tre anni
Al femminile
Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane
Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.
Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.
Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.
Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.
Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.
Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.
Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.
In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.
Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.
Il febbraio delle principali tenniste italiane.
6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni
13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha
Al femminile
United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik
Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.
Grecia – Bulgaria 4-1
Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1
Sakkari – Tomova 6-3, 6-2
Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4
La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.
USA – Repubblica Ceca 4-1
Kvitova – Pegula 7-6, 6-4
Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac
Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7
Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.
Francia – Argentina 4-0
Garcia – Podoska 6-2, 6-0
Mannarino – Coria 6-1, 6-0
La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.
Australia Gran Bretagna 1-3
Dart – Inglis 6-4, 6-4
Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)
Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.
Svizzera – Kazakhistan 4-0
Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2
Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)
Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.
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Il fallimento di FTX costa caro a Naomi Osaka
Grave perdita economica per la tennista giapponese Osaka, che aveva investito nella criptovaluta FTX

Non un gran momento per la ex numero 1 al mondo Naomi Osaka. Oltre alle sconfitte sul campo di gioco, per la pluricampionessa Slam i problemi provengono anche dalle finanze. È, infatti, una delle azioniste di FTX, un’azienda per lo scambio di criptovalute che ha dichiarato bancarotta l’11 novembre.
Non solo Osaka, ma sono tanti gli sportivi che hanno visto andare in fumo i propri proventi dal fallimento di FTX. L’azienda era riuscita ad acquistare così tanta credibilità da riuscire a mettere il proprio logo sulle vetture e le divise di Lewis Hamilton e George Russel, piloti della Mercedes in Formula 1; e anche a vedersi intitolato lo stadio NBA dei Miami Heats.
Il valore di mercato di FTX ha subìto un grave crollo negli ultimi sette giorni, passando da $22 a $1.40. Il CEO di FTX Sam Bankman-Fried – ora sotto investigazione per come ha gestito l’azienda fondata nel 2019 – ha già dichiarato fallimento a seguito dell’enorme svalutazione della criptovaluta.
Osaka aveva firmato l’accordo con FTX nel marzo 2022 mentre era negli Stati Uniti impegnata per l’Indian Wells e il Miami Open. La tennista ha acquistato delle azioni di FTX e nell’accordo era previsto che la tennista giapponese fosse ambasciatrice nel mondo dell’azienda, per influenzare quante più persone possibili a credere in loro. L’accordo di Naomi Osaka includeva anche la sua partecipazione nella creazione di contenuti multimediali per promuovere la criptovaluta. Non sono state ufficializzate le cifre riguardanti la perdita subita dalla tennista.