Focus
Politica di feltro, che confusione! E rispunta l’idea Kermode
Dopo l’uscita di scena di Gimelstob, alcuni giocatori (Nadal, Federer, Del Potro) spingono per la riconferma di Kermode. E Djokovic non esclude questa opzione: “Conosce il circuito”

Parlare di tennis negli ultimi mesi porta inevitabilmente a sconfinare nel campo della politica. Dalla famosa lettera aperta di Pospisil al golpe marzolino contro il CEO Chris Kermode, fino alla recente uscita di scena dell’erede designato Justin Gimelstob, i giocatori si sono confrontati (e divisi) su argomenti delicati e decisivi per il futuro del circuito professionistico maschile. Tuttavia l’orizzonte sembra tutto fuorché ben delineato e le soluzioni proposte sono piuttosto nebulose, oltre che molteplici.
Negli ultimi giorni, dopo le dimissioni dal Board ATP di Gimelstob, alle prese con gli strascichi della condanna per aggressione, sembra essere tornata fuori l’ipotesi di rieleggere Kermode, silurato senza pietà (e anche senza grande gratitudine) dai rappresentanti dei giocatori durante il torneo di Indian Wells. Già all’epoca la decisione scatenò forti polemiche. In primis l’accusa di non aver voluto dare ascolto e udienza a quanti più giocatori possibile, partite in particolar modo da voci “autorevoli” come quelle di Rafael Nadal e Roger Federer. In secondo luogo quella di non aver giustamente soppesato i meriti della gestione Kermode, che nei suoi cinque anni di mandato ha aumentato del 60% i montepremi oltre ad aver preso una serie di iniziative (più o meno discutibili a seconda delle opinioni personali) volte a rinfrescare e rinnovare il mondo (e il prodotto) del tennis, su tutte le NextGen Finals e la ATP Cup.
“Per me, è importante sapere per quale ragione è successo e cosa dovrebbe accadere ora, qual è il programma. Vorrei sapere che motivo c’era, cosa non avrebbe fatto bene Kermode”, aveva detto Federer. “I giocatori del Council rappresentano tutti e per prendere una decisione come questa devono parlare con ognuno di noi. Se molti giocatori sono nella mia situazione, è probabile che il Consiglio non abbia fatto bene il proprio lavoro”, rincarò Nadal. In effetti oltre a qualche nebulosa istanza di cambiamento e qualche slogan (“meritiamo un presidente che faccia i nostri interessi”), non sono mai state diramate dal Consiglio motivazioni circostanziate e precise per questo provvedimento. Un difetto di comunicazione dunque e una decisione presa di getto, di pancia, senza probabilmente avere ben chiaro in mente dove si sarebbe andati a parare.
Allora fu un piccato comunicato stampa del Player Board a replicare alle parole di Roger e Rafa, mentre nelle scorse ore Novak Djokovic, presidente per Players Council, è tornato ad esprimersi sull’argomento. Con grande onestà (e discreta abilità politica), il serbo ha ammesso che dal punto di vista comunicativo il Consiglio può e deve migliorare, ma ha anche rispedito al mittente l’accusa di disinteresse. “Sono nel Council ormai da alcuni anni. Ci sono delle falle nel sistema e possiamo sicuramente migliorare nella comunicazione, perché non penso che sia efficace come dovrebbe essere. Allo stesso tempo però la cosa deve essere reciproca: è importante che anche i giocatori ci cerchino per avere più informazioni. Non sto puntando il dito contro nessuno. […] Credo anche che molti giocatori non vogliano essere coinvolti nel processo, perché porta via molto tempo ed energie. […] Capisco che richieda un grande sforzo capire tutto, entrare nei dettagli, e a volte per molti giocatori, incluso me, è troppo. Però non penso che sia il giusto approccio quello di andare in pubblico e parlare senza avere abbastanza informazioni. La comunicazione da parte del Council e dei rappresentanti del Board può migliorare, ma anche viceversa. Spesso i giocatori non ti danno modo di avvicinarli durante i tornei, perché sono concentrati e non vogliono essere disturbati“.
Sull’eventuale rientro in corsa di Kermode, rilanciato da Federer, Djokovic è apparso piuttosto aperto, ma anche evasivo. “Credo che tecnicamente ne abbia il diritto. Non so se vorrà farlo o no. Non ci ho ancora parlato, ma se fosse interessato, perché no? Il nostro sport ha bisogno del maggior numero possibile di candidati di qualità. È stato presidente per degli anni e conosce il circuito da cima a fondo“. Un atteggiamento comunque sorprendente visto che, non più di due mesi fa, lo stesso serbo era stato tra i fautori della sua mancata riconferma. Forse, decaduto Gimelstob, Nole&Co si sono accorti di essere a corto di opzioni, se non proprio al buio.
Sulla questione Gimelstob è intervenuto anche Rafa Nadal nella conferenza stampa pre-Madrid, dopo essersi rifiutato di parlarne nel corso del torneo di Barcellona: “Certe cose vanno sistemate internamente, in privato. Ecco perché ho preferito non parlare con la stampa a Barcellona. La mia idea è che Gimelstob abbia fatto quello che doveva fare. È positivo che non abbia messo i giocatori e il Consiglio nella posizione di dover votare contro di lui. Secondo me, adesso abbiamo un’opportunità per diversificare un po’, e avere nel Consiglio qualcuno che rappresenti i giocatori che non sono stati rappresentati fino ad oggi. La mia opinione personale è che abbiamo bisogno di qualcuno che parli anche spagnolo. Sarebbe più semplice comunicare con tutti i giocatori latino-americani e spagnoli, che nel circuito sono tanti”.
Rafa ha poi proseguito parlando di Kermode: “Non ho cambiato idea. Per quanto mi riguarda Chris può continuare a fare il suo lavoro. Quando qualcuno è dentro un sistema da tempo, conosce già tutti i dettagli, capisce le varie situazioni. Ed è più semplice muoversi in avanti in questo modo. Una persona nuova avrebbe invece bisogno di tempo. Dobbiamo fermarci un attimo e riflettere. A me non piace fare le cose di fretta“.
Un altro top player che si è pronunciato in favore dell’attuale CEO dell’ATP è Juan Martin del Potro. L’argentino, al ritorno sul circuito dopo quasi tre mesi di assenza e un solo torneo disputato, Delray Beach, ha speso parole al miele per Kermode. “Sono stato lontano nell’ultimo periodo, quindi non so tutto nello specifico, ma ad essere onesto ho un grande rapporto con Chris. Mi piace molto, è un brav’uomo e ha fatto un gran lavoro per noi. Non so cosa stia pensando ora dopo tutti questi problemi, ma se volesse tornare ed aiutare noi del Tour, ne sarei più che felice“.
Dalle parole di Federer, Nadal, Del Potro e Djokovic, parrebbe che per Kermode la strada possa essere in discesa. C’è però un’incognita, di cui gli stessi giocatori sembrano essere ben consci: Kermode vorrà restare? Dopotutto il clima che si è creato con la sua esclusione di qualche mese fa potrebbe non essere l’ideale per ripartire e potrebbe anche far capolino un certo qual orgoglio da “fidanzato ferito”, quello che non ci sta a farsi riprendere dopo essere stato lasciato. Dall’altro lato però anche la consapevolezza di avere (almeno così sembra in apparenza) una buona base di supporto e di approvazione tra i giocatori, unita alla testa chinata da quelli che lo avevano fatto fuori, potrebbe anche spingerlo a rimanere al timone. Tuttavia sempre di chiacchiere stiamo parlando, di concreto e sicuro c’è davvero poco. La sensazione però è che il gran terremoto promesso in California possa concludersi con un nulla di fatto.
ATP
ATP Miami: Fognini non supera l’ostacolo Struff

(dal nostro inviato a Miami)
[Q] J-L. Struff b. F. Fognini 6-4 5-7 6-4

Si è chiusa con l’ennesima racchetta rotta l’avventura in singolare di Fabio Fognini al Miami Open presented by Itau, al termine di una partita per lunghi tratti molto equilibrata e certamente divertente che ha intrattenuto il folto pubblico del campo Butch Buchholz durante una splendida serata primaverile con 23 gradi e senza la minima brezza.
Il match è stato deciso dai due break subiti alla fine del primo e del terzo set da Fognini, il quale dopo una partenza un po’ traballante si era comunque disimpegnato piuttosto bene giocando un match di oltre due ore e mezza a un ritmo di scambi piuttosto elevato con un avversario che si era qualificato e quindi aveva dimostrato di essere in condizione su questi campi e con queste palle.
PRIMO SET – Inizio decisamente lento per Fognini, protagonista di diversi errori (saranno ben 21 al termine del parziale) anche abbastanza fuori misura; al contrario Struff sembrava in serata di grazia, tutti suoi colpi finivano dentro tanto da involarsi subito sul 2-0. L’incantesimo però durava poco per il tedesco, che non appena calava il ritmo da fondocampo si rendeva conto che Fognini sugli scambi tesi in progressione non è un tennista da prendere alla leggera.
Sul 3-3 il ligure si esibiva in una strepitosa corsa in avanti per recuperare una palla corta per andare 15-30, ottenendo poi il break del 4-3 grazie a due errori con il diritto di Struff. Purtroppo però Fognini non è riuscito a consolidare il vantaggio, dal 30-15 ha perso nove punti consecutivi che gli sono costati il controbreak e lo 0-30 nel turno di servizio successivo sul 4-5. Una risposta di Struff e un diritto oltre la riga di fondo hanno fatto il resto e il primo set si è concluso 6-4 per il tedesco in 46 minuti.
SECONDO SET – Fognini ha avuto la chance di ottenere il break in apertura di seconda partita, ma due prime sopra le 120 miglia orarie di Struff hanno raddrizzato il game. Era sempre il tedesco a fare più fatica sui suoi turni di battuta: una palla break sul 3-3 finiva in corridoio con il diritto, un ace di seconda faceva andare Fognini su tutte le furie, monopolizzando i suoi monologhi verso il suo angolo dove erano seduti Bolelli, Vavassori e altri membri del suo team. Sul 5-5 la prima abbandonava momentaneamente Struff ed era la volta del break, ottenuto grazie a uno smash sbagliato su un “gocciolone” difensivo di Fognini. Dopo 1 ora e 38 minuti il match andava al terzo set con entrambi i giocatori che si dirigevano verso lo stadio per una sosta fisiologica.
TERZO SET – Le tribune del campo Butch Buchholz, intitolato al fondatore del Miami Open e alla sua famiglia, non erano gremite, ma l’atmosfera creata dal comunque numeroso pubblico presente era piacevole, e lo spettacolo in campo era tutt’altro che disprezzabile: le doti difensive di Fognini venivano spesso esaltate dai colpi veloci e radenti di Struff, che si avvantaggiava della superficie in Laykold decisamente più rapida di quella di Indian Wells. Ancora una volta però era Fognini il primo ad arrivare alla palla break, sull’1-1, ancora una volta però cancellata da una conclusione a rete di Struff. Nonostante il braccio ancora clamoroso che gli permette di giocare accelerazioni strappa applausi Fabio giocava buona parte dei punti in difesa, mettendo in mostra anche le sue grandi doti di recupero ma concedendo a Struff il pallino del gioco.
I giochi si allungavano, nessuno ormai riusciva a tenere la battuta rapidamente: si arrivava sempre ai vantaggi, ma non c’erano più palle break fino al game del 5-4, quando dal 40-15 si arrivava alla parità grazie a due risposte aggressive di Struff. Altre due palle game per Fognini se ne andavano con Struff che picchiava con il rovescio. Con un diritto in rete il ligure omaggiava il suo avversario del match point, che veniva convertito subito grazie a un rovescio in contenimento di Fognini che terminava appena oltre la riga di fondo.
Con questa sconfitta al primo turno Fognini scivolerà probabilmente indietro di qualche altra posizione nel ranking mondiale (lo scorso anno aveva raggiunto il secondo turno) avvicinandosi pericolosamente all’uscita nella top 100. L’arrivo della terra dovrebbe aiutare l’azzurro, dato che il rosso è sicuramente la sua superficie preferita; tuttavia tra aprile e maggio Fognini ha 190 punti in scadenza che sarà necessario difendere per non rischiare di dover giocare le qualificazioni nei tornei del Grande Slam.
Flash
WTA Miami: Andreescu lascia un set a Raducanu. Muchova continua a piacere, Andreeva vince il match tra giovanissime
Bianca Andreescu si aggiudica la sfida con Emma Radicanu tra campionesse dello US Open. Sasnovich impone la sua classe contro Galfi, Gracheva troppo forte per Zanevska

B. Andreescu b. E. Raducanu 6-3 3-6 6-2
Bianca Andreescu si aggiudica il primo incontro “completo” con Emma Raducanu (nel loro primo match, a Roma lo scorso maggio, vinse sempre la canadese ma per ritiro della britannica nel secondo set). Le due giocatrici, entrambe di origini rumene, vincitrici teenager dello US Open e nate a Toronto, si sono fronteggiate per due ore e trentacinque minuti in un match che, nonostante la conclusione al terzo set, non ha mai visto la più giovane inglese veramente in lizza per la vittoria finale.
Andreescu si presenta tesa e concentrata, probabilmente consapevole di avere molto più da perdere della rivale e non smette mai di incitarsi e di incrociare con il proprio sguardo quello del suo coach alla ricerca di conferme, che peraltro il campo le fornisce presto.
Si è infatti visto come sin dall’inizio la palla della ex numero quattro del mondo pesasse ben di più di quella della più giovane rivale, che comincia in salita, non capendo subito come contrastare le geometrie avversarie. Per la canadese una vittoria psicologicamente importante e ora un altro match di alto livello: per lei la testa di serie numero sette Maria Sakkari, che ha beneficiato di un bye al primo turno.
Primo set, Andreescu parte a razzo
Il set finisce 6-3 con un solo break, nel secondo gioco. Ma la differenza in campo tra le due contendenti appare presto superiore al divario minimo sopraddetto. Andreescu è centratissima nei colpi ed esprime un forcing che Raducanu non contiene che a sprazzi. Dopo un parziale in apertura di 3-0, Andreescu spreca una palla-break (una su cinque al termine della frazione per lei) che l’avrebbe portata a servire sul 5-1. Alla battuta concede sei punti soltanto e mette a segno quattro ace, contro nessuno della rivale, che ovviamente non arriva mai a palla-break e nemmeno ai vantaggi nei game di risposta.
Dopo una palla-set sul 5-2, al quarto setpoint nel game successivo la frazione va in archivio in quarantacinque minuti.
Secondo set, Raducanu rischia e viene premiata
Per cercare di capovolgere un incontro a senso unico, Raducanu punta a esasperare i colpi di anticipo, per togliere tempo ad un’avversaria che fino a quel momento aveva potuto scegliere con cura e calma i propri colpi d’attacco. La giovane inglese escogita così soluzioni che tolgono sicurezza alla rivale sin dalla battuta, con la percentuale di punti vinti con la seconda palla che scende al 50%.
Raducanu coglie il punto del 3-2 con un passante di dritto in mezza volata che segue altri due colpi in drop su una percussione in attacco della canadese: è il momento migliore per lei che in un incredibile ottavo gioco coglie, alla settima palla-break e dopo ventisei punti complessivi, un meritatissimo break. Pochi minuti dopo il game del 6-3; quasi un’ora di gioco e una prestazione-super alla battuta per lei, con due ace ma soprattutto il 100% di punti sulla seconda palla!
Terzo set, Raducanu paga lo sforzo
Sull’abbrivio di un set giocato splendidamente, la numero 72 del ranking sale subito 0-40 sul servizio della rivale: è il turning point dell’intero incontro. Andreescu cancella le chanche appena concesse e sulla parità tocca quasi terra con le ginocchia per rimettere in gioco una risposta profondissima di Raducanu, per poi aggredire con un dritto vincente in cross. Non vuole più concedere nulla e ai vantaggi mette a segno una palla corta di dritto ed esce dalla trappola indenne.
Da qui in poi la canadese cederà solo altri quattro punti sulla propria battuta e si dedicherà con insistenza a ribattere al meglio sulla seconda di Raducanu, che raccoglierà con il colpo in questione solo tre punti con il 38%. La britannica subisce il break al sesto gioco e spreca una occasione nel game successivo per tornare in equilibrio. Nell’ottavo gioco la conclusione, con un dritto fuori misura della britannica: 6-2.
[WC] E. Andreeva b. [WC] A. Krueger 7-5 6-2
Erika Andreeva vince lo scontro tra wild card diciottenni al Miami Open con la statunitense Ashlyn Krueger, prendendosi così assai presto la rivincita dopo che a fine febbraio ad Austin era stata sconfitta nelle qualificazioni per 1-6 7-5 6-1. La esile russa conferma in tal modo i buoni risultati ottenuti proprio in Texas, quando superò un turno e perse dopo non aver convertito un matchpoint nel turno successivo contro Anna Lena Friedsam.
Nel match odierno ha controllato agevolmente il gioco con il proprio ritmo nei colpi di rimbalzo ed è rapidamente salita 5-1. Ha subito il ritorno della rivale americana, ricalcando quanto era successo ieri a Camila Giorgi, ma ha chiuso comunque al dodicesimo gioco.
Nel secondo set ha vinto con una striscia vincente finale di quattro giochi, non concedendo nessuna palla-break alla padrona di casa. Per Krueger è stato comunque il terzo tabellone principale della stagione dopo Austin appunto e Indian Wells. Per Andreeva ora la sfida con la favorita numero 26, la cinese Zhang.
A. Sasnovich b. D. Galfi 6-3 7-6(5)
L’esperta Aliaksandra Sasnovich spegne le velleità della magiara Dalma Galfi, ma nel secondo parziale deve ricorrere al tie-break. La bielorussa numero 45 del ranking fa sfoggio dei suoi appuntiti colpi da fondocampo, in particolare il rovescio bimane, per fare sua la prima frazione senza rischiare più di tanto e facendo leva anche su discrete percentuali al servizio (72% e 67% di conversione rispettivamente con la prima e la seconda palla).
Nel secondo parziale, dopo che le protagoniste si tolgono vicendevolmente il servizio nei primi due giochi, Sasnovich concede e annulla tre palle-break nel sesto e nell’ottavo gioco molto delicate, per poi chiudere la contesa appunto allo jeu decisif. Per lei, che con questa vittoria si riavvicina alla top 40, un problematico secondo turno con Barbora Krejcikova, campionessa di Dubai e che a Indian Wells si è arresa solo a Sabalenka.
[Q] K. Muchova b. J. Teichmann 6-0 6-2
Continua il buonissimo periodo di Karolina Muchova. La ceca ha impiegato un’ora scarsa per superare l’elvetica Jill Teichmann, che la sopravanza di 23 posizioni nell’ultimo ranking. Teichmann ha subito un parziale di otto giochi a zero dall’inizio del primo set; è stata annichilita dal servizio della rivale ma soprattutto dal suo gioco a tutto campo già espresso anche al cospetto di Elena Rybakina a Indian Wells, che l’aveva portata, unica nel torneo, a togliere un set alla kazaka. In precedenza ricordiamo anche il piazzamento nei quarti di finale a Dubai, quando fu fermata da Jessica Pegula.
Il match non ha avuto storia, la ceca si riavvicina così alla top 50 e misurerà la solidità delle proprie ambizioni con la testa di serie numero 32, la cinese Zhu.
[Q] V. Gracheva b. M. Zanevska 6-1 7-5
Ancora una vittoria per una giocatrice che proviene dalle qualificazioni: è il turno della russa Gracheva, che supera la belga Zanevska.
La ventiduenne moscovita è una delle giocatrici “calde” del circuito. Ha raggiunto il proprio best ranking all’inizio della settimana e con questa affermazione entra nella top 50 dal prossimo lunedì. Ha disputato la finale ad Austin ed è anch’essa è uscita nella prima parte del sunshine double solo per mano della trionfatrice Rybakina.
Nell’incontro odierno ha tolto il fiato all’avversaria attaccandola sulla seconda palla e lasciandole solo cinque punti nei game di battuta. Nella seconda frazione la belga ha servito più prime (70% contro 65% del primo set) e ha trovato maggiore profondità nel servizio, tenendo meglio a bada la russa, che sfruttava però l’unico momento di pausa della sfidante per cogliere il break a zero nell’undicesimo gioco. Pochi mintui dopo l’epilogo.
Per la russa ora l’esame con Ons Jabeur, match difficile ma con una avversaria non nel suo migliore momento di forma.
Altri risultati:
M. Brengle b. A. Anisimova 7-6(5) 5-2 ret.
S. Cirstea b. [WC] F. Contreras Gomez 7-6(6) 6-2
[WC] R. Montgomery b. A. Bogdan 3-6 6-3 6-3
M. Vondrousova b. T. Maria 6-4 6-1
S. Kenin b. [Q] S. Hunter 6-0 7-6(5)
T. Townsend b. A. Bondar 6-4 6-0
ATP
Miami, il programma di giovedì 23 marzo: Sonego e Giorgi a mezzanotte, poi tocca a Trevisan
Due sfide di cartello per gli italiani: Lorenzo esordisce con Dominic Thiem, Camila affronta un’avversaria pericolosa come Victoria Azarenka. Martina trova Hibino. In campo le teste di serie della parte alta del tabellone WTA

Giornata di primi e secondi turni a Miami, e sono molti i match degni di nota.
Aprono il programma, sul centrale, Marcos Giron e Cristian Garin (le 17.00 italiane). A seguire, esordio per la testa di serie numero 3 in ambito femminile, Jessica Pegula (trova la qualificata canadese Sebov) e per la numero 6, ancora un’americana, Coco Gauff (sempre contro una canadese, Rebecca Marino). A mezzanotte, il match clou: Lorenzo Sonego affronta Dominic Thiem. I pronostici si sono ribaltati da quella serata di maggio del 2021, in cui a Roma, in un Grandstand i cui spettatori erano stati costretti ad evacuare causa coprifuoco pandemico all’approssimarsi del parziale decisivo, il torinese scriveva una bellissima pagina del libro del tennis italiano eliminando l’allora “Dominatore” della terra rossa. Oggi Thiem è l’ombra di ciò che fu, ma il match rimane interessante e per nulla scontato. Chiude il programma del centrale la campionessa di Indian Wells, Elena Rybakina, che trova la russa Kalynskaya.
Sul Grandstand di nuovo in campo Camila Giorgi, una delle due italiane rimaste: la numero quarantaquattro della classifica trova la sempre ostica Victoria Azarenka. Il match è programmato per mezzanotte, in contemporanea con Sonego. Martina Trevisan, invece, ha un compito più agevole, che risponde al nome della giapponese Hibino: il match è l’ultimo in programma sul campo numero uno. Tale programma sarà aperto alle ore 16.00 dall’interessante sfida fra Federico Coria e Jiri Lehecka.