Nella mente di Sonego: pensieri immaginari prima della Partita

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Nella mente di Sonego: pensieri immaginari prima della Partita

Lo mettiamo in chiaro: in questo pezzo non troverete dichiarazioni reali rilasciate da Sonego. Si tratta di un esercizio di fantasia, che speriamo possa portargli fortuna

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Lorenzo Sonego - Montecarlo 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Crediamo che i tanti fan di Nadal e Djokovic non abbiano nulla da eccepire se affermiamo che il sogno della stragrande maggioranza dei bipedi appassionati di tennis consista nel fare qualche palleggio con Roger Federer e quello dei tennisti professionisti agli inizi della carriera sia  di affrontarlo in un match ufficiale.

Lorenzo Sonego non fa eccezione e lo ha dichiarato in conferenza stampa a Roma.Il destino a distanza di pochi giorni ha deciso di concedergli di realizzare questo sogno.Come è ormai noto, il tennista torinese affronterà infatti Roger Federer nel primo turno del Roland Garros oggi, domenica 26 maggio, attorno alle 15.

Ci siamo quindi chiesti: quali emozioni e quali pensieri attraverseranno il cuore e la mente di Sonego in queste ore in attesa di incontrare il suo idolo? Abbiamo provato a dare una risposta tra il serio (poco) e il faceto (molto).

 “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.Anche la saggezza popolare è contro di me. Appena ho saputo che avrei affrontato Roger Federer al primo turno del Roland Garros, ho provato un’emozione immensa e ho pensato che per qualche forza inesplicabile la mia invocazione avesse guidato la mano dell’incaricato al sorteggio degli accoppiamenti.

Dopo avere inviato e ricevuto decine di WhatsApp colmi di entusiasmo ho spento il cellulare e mi sono chiuso nella mia camera dove sono rimasto a fissare sulla parete di fronte al letto uno dei miei poster di Federer, quello che lo ritrae mentre alza la coppa dei Moschettieri nel 2009. A quell’epoca giocavo a tennis da circa tre anni e me la cavavo discretamente. Ma neppure sotto l’effetto di una dose massiccia di LSD io e il mio allenatore avremmo immaginato che dieci anni dopo mi sarei trovato a giocare contro di lui proprio su quel campo intriso di gloria.

Ridendo, mi sono domandato se domenica non fosse il caso di portare con me carta e penna per chiedergli un autografo prima delle foto di rito, ma poi mi sono quasi vergognato di averlo anche solo pensato per scherzo. Che diamine: in fondo siamo colleghi, no?

Poco alla volta l’emozione è scemata e ho iniziato a riflettere con calma su ciò che era successo. Al termine della riflessione sono giunto alla seguente considerazione: accidenti a me e al momento in cui ho pronunciato quella frase nel corso dell’intervista. Non potevo dire, chessò, che il mio più grande desiderio è affrontare Prajnesh Gunneswaran (che affronterà Hugo Dellien, ndr) che sta alla terra come Muster stava all’erba? Probabilmente non sarei stato molto credibile, ma forse non avrei attirato l’attenzione della dea bendata.

Tra l’altro non ero al mio meglio nel  momento in cui rilasciavo quella dichiarazione. Avevo appena perso contro Khachanov al termine di una battaglia molto dura. Ero stanco, deluso, impastato di polvere di mattone da capo a piedi e non vedevo l’ora di andare sotto la doccia. Non sono pertanto riuscito a esprimermi come avrei voluto.

Lo faccio adesso, anche se fuori tempo massimo. Confermo che la mia massima aspirazione era ed è quella di affrontare Roger Federer. Ma sicuramente non al primo turno di una prova dello Slam. Non bisogna dimenticare che per me il tennis è una passione ma anche un lavoro e, come tutti i lavoratori, cerco di trarre il massimo guadagno dal mio. Giocare il primo turno al Roland Garros mi garantisce un premio di 46.000 dollari, che non sono niente male per un giorno di lavoro; ma giocare il secondo 87.000, che sono meglio. Alcuni dei miei colleghi per 41.000 dollari non si alzano neppure dal letto alla mattina; ma io per quella cifra mi alzo ancora e pure in fretta.

Lorenzo Sonego – Montecarlo 2019 foto di Roberto Dell’Olivo

Gipo (Gian Piero Arbino coach storico di Sonego ndr) che mi conosce bene e ha percepito le mie ansie, per tirarmi su e darmi la carica mi ha detto che se proprio si deve sfidare Federer, meglio farlo sul rosso e in un match al meglio dei cinque set, dato che non è più uno sbarbatello. Gli ho fatto notare che Federer, da come corre in campo, ha 38 anni solo per l’anagrafe e che a Parigi è arrivato 5 volte in finale vincendone una e perdendone 4 contro il più forte terraiolo di sempre. Su terra ha altresì vinto 5 Master 1000 e una manciata d’altri tornei per un totale di 11, mentre al momento le mie vittorie sono pari a zero su tutte le superfici.

“È vero – ha ribattuto lui – ma l’ultimo risale a Istanbul  2015 dove ci mancava solo che non vincesse vista la concorrenza e a Roma contro Coric non l’ho visto poi così bene; se Borna non se la faceva sotto ci lasciava le penne” Dalla rapidità con la quale si è dileguato deduco che abbia intuito di non avermi pienamente convinto.

E poi c’è l’incubo. Dal giorno del sorteggio non c’è stata notte in cui non mi abbia fatto visita. Lo scenario è sempre il medesimo. È domenica pomeriggio e io sono sul Philippe Chatrier, è il primo punto della partita. Roger piazza una smorzata di rovescio che mi prende in controtempo. Io provo lo stesso a raggiungerla ma arrivo in ritardo, scivolo e sullo slancio finisco per cadere dentro la rete come un tonno in una tonnara. Quindicimila spettatori scoppiano a ridere e, tra questi, vedo i miei genitori che si sbellicano dalle risate. Roger mi viene vicino, mi porge il suo asciugamano, mi mette un braccio intorno alle spalle e – mentendo – mi sussurra che è capitata la stessa cosa anche a lui tanti anni fa. In quel momento capisco esattamente come si deve sentire un povero alla mensa di un cardinale e non è una bella sensazione anche perché il povero sono io.

L’incubo finisce così e mi sveglio, ma il sonno se ne è andato e non torna più sino al mattino. Per fortuna non ci sono più notti da affrontare. Tra poche ore scenderò in campo e chissà che al termine della partita non sia il settimo italiano ad avere battuto Federer (gli altri sono Tielemann, Gaudenzi, Sanguinetti, Pozzi, Seppi e Volandri, ndr). I bookmaker pagano la mia vittoria sei volte la posta. John Millman agli ultimi US Open era dato a 13 e sappiamo tutti come è finita.

Federer ha dichiarato di sentirsi bene ma di non sapere se ciò sia sufficiente per battere i migliori. Dubito che pensasse a me mentre lo diceva. Ma in fondo non era più o meno ciò che pensava Golia prima di incontrare Davide?”

E voi amici lettori cosa ne pensate? Quante chance ha Lorenzo Sonego di raggiungere il secondo turno secondo voi?

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