È un Federer perfetto: 12esimo quarto di finale al Roland Garros

Roland Garros

È un Federer perfetto: 12esimo quarto di finale al Roland Garros

PARIGI – Roger domina anche Mayer e per la quinta volta in carriera raggiunge i quarti a Parigi senza perdere un set (dopo 2005, 2007, 2010 e 2011). Giocherà il suo 54esimo quarto Slam contro Wawrinka

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Roger Federer - Roland Garros 2019 (foto via Twitter, @rolandgarros)
 

[3] R. Federer b. L. Mayer 6-2 6-3 6-3 (da Parigi, il nostro inviato)

Probabilmente alla vigilia del match tra Federer e Leo Mayer a tanti sarà tornato alla memoria il primo dei tre precedenti tra i due, quello di Shanghai nel 2014, quando l’argentino arrivò ad un niente dalla vittoria che ne avrebbe impreziosito la carriera: il fuoriclasse di Basilea gli annullò infatti 5 match point nel terzo set prima di vincere 9-7 il tie-break decisivo e consolare poi un Mayer in lacrime per l’occasione sfumata.

Nessun pathos stavolta (come del resto non ce n’era stato neanche nelle altre occasioni, US Open 2015 e Cincinnati 2018, dove Roger vinse senza particolari problemi) con Federer che ha dominato il match dall’inizio alla fine (“Ho giocato molto bene, nonostante le condizioni difficili: il vento dava parecchio fastidio”), nonostante questa fosse stata la prima sfida tra i due sulla terra battuta, che in teoria è la superficie più favorevole al sudamericano, che gli unici due titoli ATP li ha vinti proprio sul mattone tritato. Anche se quest’anno sul rosso due match di fila prima di Parigi non li aveva mai vinti (a febbraio i quarti al 250 di San Paolo li aveva raggiunti grazie al bye al primo turno) e quindi la sua presenza negli ottavi – merito soprattutto alla vittoria in cinque set sul connazionale Schwartzman – era parecchio sorprendente.

Ovviamente il concetto di superficie preferita è estremamente relativo, dato che Roger con questa vittoria è arrivato per la 12esima volta nei quarti a Parigi, mentre a Leo resta la soddisfazione di aver raggiunto per la prima volta gli ottavi a Porte d’Auteil. Basta un dato per far capire che la partita di ogni è stata in realtà più vicina ad una lezione gratis di “The Swiss Maestro”: Mayer ha fatto solo quindici punti nei tredici turni di battuta del 20 volte campione Slam, che ha strappato il servizio in cinque occasioni su tredici al n. 68 del ranking.

Sicuramente il prossimo impegno sarà più duro per Roger, che si tratti di Tsitsipas o di Wawrinka, ma se alla vigilia i suoi dubbi erano sul livello del suo tennis sul rosso, beh quattro vittorie senza perdere un set li avranno di certo fugati. E un Federer che arriva senza aver faticato molto alla seconda settimana Slam – anche se diventa il terzo giocatore più anziano ai quarti del Roland Garros nell’era Open – può creare grattacapi a tutti.

LA PARTITA – Non c’è veramente molto da dire sul match odierno, dominato da Federer sin dall’inizio. Break di Roger in apertura, con Mayer che riusciva ad arrivare al 40 pari sul servizio dello svizzero nel game successivo. Ma non era il segnale di un possibile equilibrio bensì un’anomalia: capiterà di nuovo solo nell’ottavo gioco del secondo set e nel terzo dell’ultimo parziale. Nei turni di battuta di Roger non si giocava: il n. 3 del mondo comandava lo scambio sin dal colpo d’inizio – che Mayer farà fatica a leggere fino alla fine dell’incontro – gestendo i punti a suo piacimento: vincenti da fondo dopo aver fatto muovere l’avversario, qualche attacco a rete, qualche palla corta tanto per variare. L’argentino invece doveva sudare le proverbiali sette camicie – anche perché oggi faceva veramente tanto caldo sullo Chatrier – per cercare almeno di tenere la battuta. Il break che valeva il 6-2 Federer certificava le difficoltà al servizio di Mayer e la netta supremazia del campione svizzero.

Niente di nuovo sotto il (cocente) sole anche nel secondo parziale, con Federer che strappava subito la battuta al 32enne di Corrientes: . L’unico momento di fastidio del match il fuoriclasse di Basilea lo provava quando nel quarto game gli veniva chiamata fuori una bella volée di rovescio in avanzamento, tanto che si avvicinava alla rete per chiedere la verifica. Ovviamente aveva ragione lui, era buona. “Roger non così veloce” urlavano poco dopo dalle tribune (era accaduto anche nel primo match di Sonego) e forse inconsciamente Federer recepiva la richiesta del tifoso e nell’ottavo game si ritrovava 40 pari sul proprio servizio, cosa che non capitava da circa un’ora. Ma Federer rielaborava subito la cosa: servizio e dritto vincenti per portare a casa il game e a seguire quarto break per chiudere 6-3 il parziale.

L’ultimo set non si discostava dai precedenti, se non per il fatto che Mayer non perdeva subito il servizio e cercava di rimanere in careggiata. Annullava stoicamente addirittura 4 palle break nel quarto gioco, l’argentino, ma rimandava l’invitabile di poco: Federer gli strappava il servizio al turno di battuta successivo e finiva in scioltezza vincendo a zero gli ultimi due turni di battuta: 6-3, per una durata complessiva del match di un’ora e 45 minuti. Un altro passo di avvicinamento al tanto atteso Fedal n. 39, saltato all’ultimo ad Indian Wells per l’infortunio del maiorchino, come viene ricordato a Federer dopo il match. Ma lo svizzero stoppa subito la cosa (“Ne parleremo se ci arrivo. Non oggi“), perché adesso il focus è solo sul prossimo incontro, che sarà sicuramente più difficile di quello odierno. Dall’altra parte troverà il suo connazionale Stan Wawrinka, che nel tardo pomeriggio ha superato Stefanos Tsitsipas 8-6 al quinto dopo più di 5 ore di gioco, il quarto match più lungo di sempre al Roland Garros (“Con Stan ci conosciamo bene, abbiamo giocato tantissimi match contro. Sulla terra per me è un po’ più dura contro di lui. Se penso ai match precedenti, le sconfitte nella finale di Montecarlo o anche qui nel 2015, sicuramente lui è più pericoloso per me su questa superficie. Però per prima cosa vorrei dire che sono felice di vederlo di nuovo qui, dopo i seri problemi alle ginocchia che ha avuto. Sono contento che possa avere una “seconda vita” nel tour“).

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