Al femminile
Roland Garros 2019: conferme, delusioni, sorprese
Seconda parte di analisi dell’ultimo Slam: da Anisimova a Martic, da Halep a Stephens, da Williams a Osaka, chi ha stupito e chi deluso al Roland Garros

Serena Williams
Non è facile valutare il torneo di Serena Williams, perché non è chiaro quanto abbia influito sul rendimento il problema al ginocchio sinistro che aveva causato il ritiro dopo un solo match agli Internazionali d’Italia. Fra Roma e Parigi sono circolate fotografie che la ritraevano in sedia a rotelle, probabilmente per non sollecitare la gamba; immagini che non lasciavano presagire molto di buono (e che Serena non ha voluto commentare).
Al dunque per eliminarla a Parigi è “bastata” la giovane Sofia Kenin, venti anni e numero 35 del ranking, fuori dalle teste di serie. Da quando Serena è rientrata dopo la maternità ha disputato cinque Slam. Nel primo (Roland Garros 2018) si è ritirata prima del quarto turno per un problema ai muscoli addominali. Poi a Wimbledon e agli US Open ha perso in finale (da Kerber e Osaka). Nel 2019 è stata eliminata nei quarti a Melbourne (da Pliskova) e ora al terzo turno da Kenin.
In pratica i risultati sono in regressione, e questo non è certo un buon segnale. A questo punto potrebbero diventare decisivi gli impegni sull’erba di Wimbledon e agli US Open, il Major di casa. In base ai risultati ottenuti penso che Williams valuterà come sviluppare il suo futuro nel tennis agonistico.
Contro Kenin Serena ha sofferto molto quando è stata chiamata a coprire il campo in larghezza o in avanti, salvandosi invece se poteva colpire da ferma. Mi permetto però una osservazione: non sono d’accordo con chi dice che si tenga a galla solo con il servizio. In realtà nell’equilibrio del suo attuale tennis credo la risposta sia altrettanto importante. Con Azarenka non più scintillante come negli anni d’oro, come returner Serena è quasi unica nel circuito attuale. Soprattutto è quasi infallibile quando c’è da punire avversarie che battono seconde non all’altezza: in quei casi il vincente è quasi automatico.
In sintesi: colpi di inizio gioco e carisma impareggiabile sono al momento le armi su cui Serena può contare, e che però non si sono rivelate sufficienti nei Major 2019. Anche perché questa volta contro Kenin il carisma di Williams non è stato un fattore. Normalmente Serena incute così tanta soggezione da rendere difficilissimo chiudere i match contro di lei. Ma Sofia ha fatto eccezione, perché è una delle giocatrici più “impertinenti” del circuito attuale: scende in campo senza timore reverenziale verso chiunque. E lo ha dimostrato (almeno in questa occasione) anche contro una leggenda vivente come Williams.
Non solo. La grande carica nervosa ha spinto Sofia a mettere in dubbio diverse volte le chiamate arbitrali, un atteggiamento che non è piaciuto a una parte del pubblico. Ma anche con gli spettatori sempre più dalla parte di Serena, per Kenin non ha fatto differenza: ha continuato sulla stessa linea, impermeabile a tutto, spinta dalla incontenibile voglia di prevalere. E alla fine ci è riuscita.
Infine un aspetto tecnico-tattico, di cui mi sono reso conto negli ultimi tempi. Rispetto ai match degli esordi Kenin è diventata più aggressiva; cerca più spesso il controllo dello scambio e prende rischi superiori su situazioni di gioco che in passato avrebbe probabilmente risolto con soluzioni interlocutorie o di contenimento. La Kenin del Roland Garros cercava il colpo definitivo appena possibile, soprattutto con il rovescio. Non sono sicuro che possa essere l’impostazione più redditizia contro certe regolariste, ma contro la Serena di Parigi è stato sufficiente per avere la meglio (6-2 7-5).
Naomi Osaka
Tre partite è durato il torneo di Serena Williams, e ugualmente tre partite è durato quello della numero 1 del mondo e bicampionessa Slam Naomi Osaka. Dopo 16 vittorie consecutive nei Major si è interrotta la sua imbattibilità.
Faccio fatica a dare una valutazione tecnica del suo Roland Garros, perché ho l’impressione che determinanti siano stati gli aspetti psicologici. Come lei stessa ha confidato in conferenza stampa, Naomi si è presentata a Parigi con il chiodo fisso di continuare la striscia vincente negli Slam, ma questo obiettivo l’ha logorata mentalmente.
È anche per questo che nessuna, nemmeno Serena Williams, negli ultimi 30 anni è riuscita a conquistare il Grande Slam. Perché a un certo punto lo stress si fa insostenibile, e si finisce per cedere. Cito un solo evento: Roberta Vinci a New York agli US Open 2015. Osaka non si era ancora spinta così avanti come Serena quattro anni fa, ma naturalmente Naomi non è nemmeno così dominante come quella Williams, e quindi i nodi sono venuti al pettine prima.
A Parigi Osaka ha rischiato di perdere contro Schmiedlova già all’esordio. Dopo un primo set da incubo è riuscita a superare l’ostacolo in rimonta (0-6 7-6 6-1). In conferenza stampa aveva spiegato: “Non sono mai stata così nervosa durante un match in tutta la mia vita. Nel primo set non riuscivo letteralmente a tenere una palla in campo. Oggi è stato strano perché di solito la tensione si supera, mentre questa volta è rimasta per l’intera partita. Per me è stata una lotta con la mia forza di volontà”. E al momento di descrivere le ragioni di questa condizione, è stata fulminante nella autocritica: “Posso dare delle motivazioni logiche, anche se io non sono una persona logica”.
Naomi si è in parte ripresa contro Azarenka al secondo turno, forse proprio perché il prestigio dell’avversaria rendeva meno “obbligatorio” vincere (4-6 7-5 6-3), e più accettabile la sconfitta. Quella contro Vika è stata una bella partita, con ottimi scambi, ma Osaka non è riuscita a dare continuità a quel rendimento nel turno successivo. Tanto che contro Siniakova ha giocato ben lontana dai migliori standard; e nel secondo set a un certo punto per Naomi era sempre più difficile trovare il campo con il rovescio, che nei game finali è diventato una specie di macchina da gratuiti (6-4 6-2).
Dopo l’eliminazione, come sempre è stata molto onesta e diretta: “Sentivo come un peso su di me che non avevo mai sperimentato prima”. E alla domanda su quale fosse la cosa migliore per superare il momento difficile, ha risposto: “Sembrerà strano, ma penso che l’avere perso è probabilmente la cosa migliore che mi potesse accadere. (“You know, it’s weird, but I think me losing is probably the best thing that could have happened”). Avevo cominciato a pensare troppo al Calendar Grand Slam. Ci riproverò in futuro, ma per ora l’essere uscita dal torneo e tornare a casa è il meglio possibile. Ciao a tutti: scusate ragazzi, ma non mi mancherete”. Con questo lasciando intuire che probabilmente dopo Parigi volterà pagina e comincerà una nuova fase della carriera.
Nota. Nell’articolo della scorsa settimana in prima stesura era presente un errore: i nomi differenti delle ultime vincitrici Slam non sono undici su dodici tornei svolti, ma nove su dieci. Mi scuso per l’informazione sbagliata.
Al femminile
Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane
Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.
Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.
Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.
Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.
Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.
Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.
Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.
In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.
Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.
Il febbraio delle principali tenniste italiane.
6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni
13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha
Al femminile
United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik
Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.
Grecia – Bulgaria 4-1
Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1
Sakkari – Tomova 6-3, 6-2
Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4
La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.
USA – Repubblica Ceca 4-1
Kvitova – Pegula 7-6, 6-4
Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac
Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7
Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.
Francia – Argentina 4-0
Garcia – Podoska 6-2, 6-0
Mannarino – Coria 6-1, 6-0
La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.
Australia Gran Bretagna 1-3
Dart – Inglis 6-4, 6-4
Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)
Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.
Svizzera – Kazakhistan 4-0
Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2
Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)
Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.
Al femminile
Il fallimento di FTX costa caro a Naomi Osaka
Grave perdita economica per la tennista giapponese Osaka, che aveva investito nella criptovaluta FTX

Non un gran momento per la ex numero 1 al mondo Naomi Osaka. Oltre alle sconfitte sul campo di gioco, per la pluricampionessa Slam i problemi provengono anche dalle finanze. È, infatti, una delle azioniste di FTX, un’azienda per lo scambio di criptovalute che ha dichiarato bancarotta l’11 novembre.
Non solo Osaka, ma sono tanti gli sportivi che hanno visto andare in fumo i propri proventi dal fallimento di FTX. L’azienda era riuscita ad acquistare così tanta credibilità da riuscire a mettere il proprio logo sulle vetture e le divise di Lewis Hamilton e George Russel, piloti della Mercedes in Formula 1; e anche a vedersi intitolato lo stadio NBA dei Miami Heats.
Il valore di mercato di FTX ha subìto un grave crollo negli ultimi sette giorni, passando da $22 a $1.40. Il CEO di FTX Sam Bankman-Fried – ora sotto investigazione per come ha gestito l’azienda fondata nel 2019 – ha già dichiarato fallimento a seguito dell’enorme svalutazione della criptovaluta.
Osaka aveva firmato l’accordo con FTX nel marzo 2022 mentre era negli Stati Uniti impegnata per l’Indian Wells e il Miami Open. La tennista ha acquistato delle azioni di FTX e nell’accordo era previsto che la tennista giapponese fosse ambasciatrice nel mondo dell’azienda, per influenzare quante più persone possibili a credere in loro. L’accordo di Naomi Osaka includeva anche la sua partecipazione nella creazione di contenuti multimediali per promuovere la criptovaluta. Non sono state ufficializzate le cifre riguardanti la perdita subita dalla tennista.