Wimbledon: come è il nuovo Court 1

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Wimbledon: come è il nuovo Court 1

Il Court 1 nella sua forma definitiva è pronto per utilizzare il tetto: otto minuti sono sufficenti per chiuderlo e cominciare a giocare

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Wimbledon - Court 1 (esterno)
 

da Londra, il nostro inviato
La grande novità delle strutture di Wimbledon 2019 è il Court 1.  I lavori al secondo stadio per importanza dei Champioships sono durati due stagioni, seguendo il progetto dello studio inglese Grimshaw Architects.

Nel 2018 si era usato l’edificio a metà dell’opera, finalmente tutto è terminato, tetto incluso. Cosa è cambiato rispetto alla precedente versione? Secondo la mia personale (e opinabile) valutazione, il Court 1 è migliorato. Al di là dei nuovi servizi che ospita e della possibilità di essere coperto in caso di pioggia, è proprio migliorata la percezione spaziale per lo spettatore mentre segue il match.

Occorre una premessa prima di entrare nel merito. Dalle riprese televisive non si percepisce una grande differenza tra i due stadi principali. In realtà dal vivo le cose sono differenti. Nel Centre Court le tribune sono più raccolte attorno al campo e in questo modo favoriscono una stretta relazione tra giocatori e spettatori. Al contrario, il Court 1 risultava meno “caldo”, a causa della configurazione più aperta delle sue geometrie; era più facile distrarsi, anche solo per osservare il cielo, molto più presente nello scenario visivo.

Ma le cose sono cambiate con il nuovo tetto mobile: le grandi travi reticolari anche da impacchettate (cioè nella situazione di bel tempo), concorrono a definire di più l’ambiente, avvicinandosi in questo modo alla situazione del Centrale. Ecco una prima foto, che illustra la nuova situazione:

Le travi hanno la stessa configurazione adottata per il Centre Court: in questo modo aumenta il family feeling fra i due stadi. Rimane un problema geometrico: l’originaria configurazione circolare delle tribune si sposa solo parzialmente con una copertura a travature parallele; è però comprensibile che gli organizzatori dei Championships non abbiano voluto allontanarsi troppo dalla soluzione tecnica e strutturale del primo impianto, già sperimentata con successo.

Per essere protetto dalla pioggia il Court 1 ha bisogno di una campata in più rispetto al Centre Court. È la conseguenza della conformazione più aperta, che significa una maggiore superficie da coprire malgrado il minor numero di posti (12.345 contro 14.979).
Ecco l’altro versante delle travi impacchettate, in questa foto scattata dai posti riservati alla stampa (tutte le immagini dell’interno sono prese dalla stessa posizione).

Il circolo di Wimbledon ha organizzato una breve visita guidata al nuovo stadio, e ha fornito alcune indicazioni tecniche. Curiosità: le travi durante l’anno vengono impacchettate in modo diverso, vale a dire tutte insieme sul lato nord; è una scelta fatta per non ostacolare i raggi del sole che provengono da sud. La configurazione “metà e metà” (che si vede nelle foto) viene utilizzata solo durante il torneo, per velocizzare la manovra di apertura e chiusura.

Due sono stati i principali problemi di confort ambientale da risolvere. Il primo è comune a tutti gli impianti con tetti retrattili, ed è legato al trattamento di temperatura e umidità, che sono gestiti con sistemi canalizzati ad aria. L’impianto è “italiano”, realizzato dalla Aermec. Ecco una parte delle bocche di uscita dell’aria poste sul perimetro della copertura fissa:

Il secondo problema era specifico di questo edificio: la necessità di maggiore isolamento acustico rispetto alla Henman Hill. La Henman Hill è il pendio verde adiacente allo stadio, dove si ritrova il pubblico che segue i match dal grande schermo all’aperto, facendo spesso un tifo rumoroso.

Infine è stato fatto un leggero lifting ad alcuni elementi interni, colorando di un verde più scuro le parti di calcestruzzo a vista. Nulla di clamoroso, ma anche questa piccola accortezza contribuisce a rendere l’impianto più compatto e omogeneo.

In questo 2019 l’esterno ha assunto la configurazione definitiva. Sono tre gli elementi ricorrenti utilizzati: vetro, legno e vegetazione. Parapetti e box vetrati caratterizzano il piano intermedio; alcune porzioni di muri esterni e tutti gli intradossi delle solette sono in legno; mentre i vasi di fiori con la classica combinazione di colori di Wimbledon scandiscono i principali livelli dell’edificio. Ecco una immagine del versante sud, che si affaccia verso i campi secondari:

Infine una soluzione del tutto particolare è stata adottata per il lato verso la Henman Hill: il grande schermo è oggi delimitato da due “pareti vegetali”. Così come per le travi (già adottate sul Centrale), anche questa scelta concorre a integrare il nuovo stadio con il resto dell’impianto di Wimbledon, visto che il vero leitmotiv di tutta l’area che ospita i Championships è proprio l’accurata selezione di essenze vegetali con preponderanza di verde e viola, i colori dello stemma del circolo AELTC (All England Lawn Tennis and Croquet Club).

Durante le visita guidata era presente il giardiniere capo di Wimbledon, Martyn Falconer, che cura tutti gli spazi verdi e le piante del Club. Lavora con uno staff di 7 persone fisse e 8 aiuti stagionali. Altra curiosità: attenzione a non confondere questo team con quello che si occupa dell’erba dei prati su cui si gioca. Sono del tutto indipendenti fra loro; tanto che l’Head Gardener non aveva idea di quante siano le persone che si dedicano alla manutenzione dei campi veri e propri.

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