La top 10 dei tennisti più bassi, nessuno come Ampon: un metro e mezzo

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La top 10 dei tennisti più bassi, nessuno come Ampon: un metro e mezzo

Chi era il filippino Felicissimo Ampon, 4 volte in ottavi allo Slam degli Stati Uniti, tre volte al terzo turno a Wimbledon, due quarti a Parigi. Giocò la Davis fino a 48 anni. Batté Budge Patty, ma anche Drobny e Trabert

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Thomas Fabbiano - Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Dopo quello di Reilly Opelka lo scorso anno, Thomas Fabbiano a Wimbledon ha colto lo scalpo di un altro avversario alto più di due metri e dieci: Ivo Karlovic. La differenza di statura tra i due più alti giocatori di tutti i tempi e il nostro connazionale è stata messa in risalto da svariati articoli e, soprattutto, fotografie.

Thomas Fabbiano è infatti alto 173 centimetri. Un’altezza normale per un impiegato di banca, ma non per un tennista di alto livello. Dai dati ufficiali pubblicati sul sito dell’ATP risulta infatti che novanta dei primi 100 tennisti del ranking sono alti almeno un metro e ottanta centimetri. Fabbiano è uno dei dieci che non raggiungono questa soglia. Gli altri nove sono:

  • Schwartzman – 170 cm
  • Nishioka – 170
  • Albot – 175
  • Evans – 175
  • Berankis – 175
  • Moutet – 175
  • Dzumhur – 175
  • Fognini – 178
  • Kohlschreiber – 178
Diego Schwartzman – Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

Corentin Moutet è l’unico “under 180” insieme a Fabbiano ad essere riuscito a battere sia Reilly Opelka, sia Ivo Karlovic. Il genietto transalpino è però due centimetri più alto di Fabbiano e, quindi, qualcuno potrebbe pensare che i 38 centimetri di differenza tra il nostro connazionale e i due colossi da lui battuti rappresentino un record. Ma sarebbe in errore.

Un attento lettore genovese – Claudio B. – ci ha infatti segnalato il nome di un giocatore alto (se così si può dire) un metro e mezzo che in tempi remoti ne sconfisse uno che lo sovrastava di oltre 40 centimetri. Il tennista in questione si chiamava Felicisimo Ampon ed era nato a Manila nel 1920, quando le Filippine erano ancora un protettorato statunitense. Figlio d’arte per lato paterno, il nostro eroe tascabile per coincidenza o per un imperscrutabile disegno del destino, venne al mondo quando il Rappresentante degli Stati Uniti nelle Filippine era il Governatore Dwight Filley Davis, l’ideatore dell’omonima competizione tanto cara a Gerard Piquè.

Coincidenza o meno, il padre gli mise una racchetta in mano sin dalla più tenera età e lui non la posò sino a quasi 48 anni di età. Ampon si dimostrò subito allievo dotatissimo a discapito dei limiti fisici. Già sul finire degli anni ’30 era infatti considerato il miglior giocatore asiatico e tale rimase per almeno due decenni. A livello internazionale il suo curriculum è di tutto rispetto. Limitando l’analisi ai tornei più importanti, scopriamo che Ampon fu capace di raggiungere per tre volte il terzo turno a Wimbledon. Nel 1948 vinse il Wimbledon Plate, ovvero il torneo di consolazione – disputato sino al 1981 in campo maschile – riservato ai giocatori sconfitti al primo oppure al secondo turno dei Championships.

Agli US Open fece ancora meglio arrivando agli ottavi di finale per ben quattro volte. Toccò infine il suo apogeo tennistico al Roland Garros dove in due occasioni disputò i quarti di finale. Proprio negli ottavi di finale dell’edizione 1953 si trovò di fronte un avversario alto più di un metro e novanta. Si trattava dello statunitense Budge Patty che non era soltanto un gigante per gli standard dell’epoca, ma anche un tennista tecnicamente molto dotato, nel cui palmares figurano le vittorie in singolare a Wimbledon e Parigi nel 1950 e in doppio a Wimbledon nel 1957. Ampon lo battè in tre set e fu poi fermato ai quarti dal vincitore dell’edizione: Ken Rosewall.

Patty non è l’unico giocatore della Hall of Fame ad aver perso contro il filippino. Stessa sorte toccò infatti anche a membri illustri come Jaroslav Drobny e Tony Trabert. Internet, ricca di informazioni su di lui, è purtroppo avara di immagini. Attraverso i filmati disponibili è quindi oggettivamente difficile farsi un’idea compiuta delle sue caratteristiche tecniche, ma è facile ipotizzare che fossero più simili a quelle di Nishioka e Schwartzman che a quelle di Karlovic e Opelka.

Un autorevole testimone che potrebbe darcene o meno conferma è Nicola Pietrangeli che lo affrontò e sconfisse in tre set nel 1958 a Sydney in un incontro valido per la semifinale di Coppa Davis tra l’Italia e le Filippine. La parabola sportiva di Felicisimo Ampon si concluse nel 1968 in Coppa Davis. Ampon è a tutt’oggi l’atleta più anziano ad averla disputata. La sua parabola umana finì il 7 ottobre 1997. In queste due settimane di luglio sacre agli dei del tennis ci piace pensare che Felicisimo stia giocando in doppio sui Campi Elisi a fianco dei 197 centimetri del suo nuovo compagno: Orlando Sirola.

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