Fra Williams, Halep e Svitolina la sorpresa è Strycova

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Fra Williams, Halep e Svitolina la sorpresa è Strycova

A Wimbledon Barbora Strycova ribalta il pronostico e diventa la più anziana esordiente in una semifinale Slam dell’era Open

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Simona Halep - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

Secondo martedì di Wimbledon: giornata tutta dedicata alle donne, con i match dei quarti di finale programmati nei due stadi principali e in contemporanea (in questo caso è fondamentale la possibilità di rivedere le partite in sala stampa).

Quattro teste di serie, tutte favorite, contro quattro giocatrici “unseeded”, cioè al di fuori delle prime 32. In sintesi, questo era il programma a Wimbledon. A conti fatti tre giocatrici hanno confermato il pronostico; una sola, Barbora Strycova, è riuscita a sovvertirlo.

Ora il tabellone propone due semifinali difficilmente prevedibili alla vigilia. La parte alta vedrà il confronto fra le ultratrentenni Williams (nata nel 1981) e Strycova (nata nel 1986), mentre quella bassa ha seguito di più la logica delle teste di serie, con due Top 10 ad affrontarsi: la numero 7 Halep e la numero 8 Svitolina.

Serena Williams ha dovuto lottare tre set (6-4, 4-6, 6-3) per spuntarla contro Alison Riske, che ha concluso il suo Wimbledon dopo cinque match e un totale di 15 set giocati. Infatti è dal primo turno che Alison vince sempre al terzo set. Questa volta ha perso, ma ancora una volta dopo essere arrivata al set decisivo. A conti fatti è rimasta complessivamente in campo per 11 ore e 6 minuti, un record per gli ultimi anni.

Ragionando sulla carriera di Riske, non si può che concludere che sia una delle tenniste più penalizzate dalla brevità della stagione sui prati. Per spiegare quanto l’erba la trasformi: quando Alison si affacciò sul circuito WTA per un paio di stagioni deteneva un record stranissimo. Questo: se si escludono le qualificazioni, perdeva ovunque al primo turno (cioè zero vittorie) tranne che a Birmingham, dove aveva raggiunto due volte i quarti di finale (battuta una volta da Hantuchova e una volta da Sharapova). Poi ha cominciato a raccogliere successi anche altrove, ma sempre con una evidente predilezione per l’erba, primo amore mai tradito del suo tennis.

Anche in questo primo quarto di finale di carriera ha dato prova di trovarsi sui prati inglesi come “nel giardino di casa” e non ha nemmeno sofferto troppo l’emozione del confronto mai sperimentato con Serena Williams.

Quarti di finale Slam: una novità per Riske, una consuetudine invece per Serena, che è riuscita a venire a capo di un match in cui si è trovata sotto di un break nel set finale (0-1 subito in apertura di terzo). Ma a quel punto ha alzato il livello, e una volta di più ha confermato che per le sue attuali caratteristiche fisico-tecniche l’erba è probabilmente la superficie più adatta.

Sulla partita ha inciso moltissimo il servizio. Qualche dato. Punti totali: 96 (Williams) a 89 (Riske). Di questi 96 punti, Serena 19 li ha vinti con gli ace, a fronte di soli 2 doppi falli. Riske da parte sua con il servizio ha ottenuto appena 1 ace e 6 doppi falli. Rendimento opposto negli scambi: Riske ne ha vinti 58, Serena 45.

Avversaria di Serena Williams in semifinale non sarà Johanna Konta, come si pensava alla vigilia, ma Barbora Strycova, che ha vinto in rimonta per 7-6(5), 6-1. Strycova aveva già disputato un quarto di finale a Wimbledon, ma l’aveva perso nel 2014 contro la futura vincitrice (e connazionale) Petra Kvitova. In questa edizione è riuscita ad andare oltre, grazie alla capacità di ribaltare partite cominciate non bene. Aveva recuperato da 4-6, 2-5 contro Mertens negli ottavi, questa volta è risalita da 1-4 contro Konta.

Dalla seconda metà del primo set Barbora ha cominciato a mixare di più il gioco, utilizzando più spesso i movimenti sulla verticale, cercando la rete, e dando meno punti di riferimento a Johanna. E queste scelte l’hanno ripagata.

Credo però che l’esito del match vada spiegato anche tenendo presente la prestazione sottotono di Konta. Forse è psicologia spicciola, ma la mia sensazione è che Johanna giochi meglio da sfavorita, e che invece fatichi a mantenere le aspettative quando sulla carta è “obbligata” a vincere contro avversarie considerate inferiori.

È accaduto anche al Roland Garros, quando era approdata in semifinale esibendo un gran tennis, e sconfiggendo due teste di serie come Vekic e Stephens. Ma poi non era stata in grado di andare oltre, battuta dalla sorpresa Vondrousova, proprio nel match in cui sembrava più favorita.

Qui a Wimbledon situazione simile: ottime prestazioni contro Stephens e Kvitova, e poi una giornata grigia contro Strycova. Soprattutto sono rimasto colpito da come ha distribuito gli errori non forzati: sembravano scientificamente collocati per essere i più decisivi possibile in senso contrario. Come se ci fosse una spinta autodistruttiva che entrava in azione nei momenti cruciali.

Nel primo set Konta si è trovata avanti 4-2 30-15. Ma da qual momento ha commesso tre gratuiti consecutivi (due di dritto, uno di rovescio) che le sono costati il break e hanno dato il via al rovesciamento della partita. A fine match sono stati 34 gli errori non forzati, di cui 20 di dritto, il suo colpo più instabile, che la tradisce nei momenti di tensione.

La partita in sostanza è durata un set: dopo aver perso il primo al tiebreak per 7-5, Johanna è sembrata spegnersi definitivamente. Saldo complessivo vincenti/errori non forzati: Strycova +13 (22/9), Konta -6 (28/34).

a pagina 2: La parte bassa del tabellone

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