Il mondo di Su-Wei Hsieh - Pagina 4 di 4

Al femminile

Il mondo di Su-Wei Hsieh

Intervista alla inimitabile giocatrice di Taiwan che svela come mai non ha sponsor, perché impugna la racchetta così stranamente, quale è la tensione delle sue corde e tanto altro ancora

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Hsieh Su-Wei - Wimbledon 2018
 

La tecnica e la formazione in famiglia

Obbligatorio chiederle qualcosa di più rispetto al suo tennis tecnicamente così poco ortodosso. Se siete interessati a un approfondimento sul modo di colpire con la doppia impugnatura sia a destra che a sinistra, rimando a due articoli di analisi: uno del 2018 e uno del 2019.

Nelle sue risposte Hsieh parla anche di suo padre e delle scelte in famiglia. Forse non tutti sanno che Su-Wei ha cinque sorelle e una di loro, Hsieh Shu-Ying, gioca anche lei a livello professionale. Insieme hanno vinto un titolo nel 125K di Taiwan del 2017.

Gioca a tennis anche il fratello, Hsieh Cheng-Peng, che da junior ha vinto addirittura 4 titoli Slam in doppio. Più giovani di Su-Wei, per il momento né fratello né sorella hanno raggiunto i risultati di spicco della sorella più famosa nel circuito professionistico.

Hsieh ha come coach principale Paul McNamee, che però quasi sempre la segue a distanza. Nella quotidianità ha formato un piccolo team insieme al fratello e al boyfriend, Frederic Aniere.

Una domanda tecnica. Come mai utilizzi questa strana impugnatura, con due mani sia a sinistra che a destra?
Perché, come vedi, sono molto magra. E quando ho cominciato a giocare a tennis ero ancora più magra di oggi (ride). Avevo cinque anni, mio padre non mi diede una racchetta da bambina, ma subito una racchetta da adulta, e per questo avevo bisogno di due mani per reggerla.

Però la cosa ancora più strana è che dalla parte del dritto non solo usi due mani, ma le inverti, come se fosse un rovescio da mancina. Lo faceva un famoso giocatore del passato, Pancho Segura: proprio come te, spostava la mano sinistra alla base del manico.
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Segura era un grande giocatore degli anni 50 e 60, nato in Ecuador.
Okaaaay. Chissà, forse mio padre potrebbe averlo visto, e aver pensato che fosse un buona idea anche per me.

Tuo padre insegna tennis?
No, non era il suo lavoro. Però lo ha insegnato a me. Lui è un tipo come me: adoriamo lo sport. Mio padre ha giocato a ping pong, a basket, e ha giocato a tennis a livello nazionale; è arrivato in finale nel campionato nazionale. Con lui ho iniziato giocando a soft-tennis, che è simile al tennis. Poi si doveva decidere cosa fosse meglio per me. Allora il ragionamento è stato: “Mmmh, il tennis è più internazionale. Forse è meglio che Su-Wei giochi a tennis”.

E che tensione usi per le corde della tua racchetta?
Cinquanta. Per la verità prima usavo due tensioni, 50 e 48 (pounds, corrispondenti a 22,7 e 21,6 kg. Intende tensioni differenti fra le corde orizzontali e quelle verticali). Ma siccome ho una pessima memoria, a volte mi confondevo e davo agli incordatori le indicazioni sbagliate. Così mi ritrovavo a giocare in modo diverso perché la racchetta cambiava. Allora a un certo punto mi sono detta: “Basta, ne ho abbastanza! Mi sto preoccupando troppo della tensione delle corde. Tengo 50 ovunque e stop”. Ora vado sempre con il 50.

Hai giocato tanti match memorabili. Agli Australian Open, ma anche qui a Wimbledon, per esempio quando hai sconfitto Simona Halep. Dovessi sceglierne uno quale sarebbe?
Eh, difficile. Per me giocare tutti quei match è stato molto divertente. Ma in realtà anche quando non gioco bene cerco di divertirmi. Per esempio quest’anno a Dubai andavo malissimo in allenamento. Non vincevo nemmeno un game; proprio non c’era verso. Ma mi sono detta: ”Whatever!” (e apre le mani, stringendosi contemporaneamente nelle spalle). Capiti quello che capiti, andrò in campo e cercherò di farlo al meglio divertendomi.

A Dubai 2019 Hsieh arrivò in semifinale, battuta da Kvitova ma dopo aver sconfitto Sevastova, Sasnovich, Kerber e Pliskova.

Ricompare l’addetto alle interviste; alla terza volta che si affaccia nella stanza, è deciso a far rispettare i suoi programmi. Aspetta con la porta aperta, e fa capire che non la richiuderà più da solo: bisogna andare dalle TV.

Mentre Hsieh sta alzandosi, le mostro dal notebook un paio di articoli di Ubitennis dedicati a lei. Su-Wei sembra davvero sorpresa che in Italia ci sia una attenzione del genere nei suoi confronti; chiede il nome del sito e Ubaldo fa giusto in tempo a lasciarle l’indirizzo mentre ci salutiamo e la ringraziamo. Per lei è arrivato il momento di spostarsi, finalmente, dalle televisioni.
Chissà se il giorno dopo è riuscita a prendere l’Afternoon Tea. Una cosa però è certa: dai risultati degli ultimi match, di sicuro non le è mancata l’energia.

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