Murray non accetta la wild card per lo US Open. Invito concesso a Cori Gauff

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Murray non accetta la wild card per lo US Open. Invito concesso a Cori Gauff

Andy non si sente pronto per accettare una wild card in singolare, giocherà solo in doppio e nel misto. Quasi completo il quadro degli inviti

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Andy Murray - Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Non giocherò il singolare allo US Open” sono le parole di Andy Murray raccolte dall’ATP dopo la sconfitta con Richard Gasquet nell’incontro che ha segnato il suo rientro in singolo dopo sette mesi. Una scelta, quella dello scozzese, dettata soprattutto – se non esclusivamente – dai tempi troppo stretti. “Speravamo di poter aspettare un po’ di tempo per la wild card, così da vedere come mi sarei sentito, magari giocare qualche match e allenarmi un altro po’, ma annunceranno le wild card oggi [lunedì] e non hanno voluto aspettare. È una decisione che ho preso con il mio team e non volevo accettare l’invito oggi perché proprio non so come mi sentirò dopo un incontro” spiega Murray. “Sentivo che sarebbe stato giusto per me provare a mettere nelle gambe un altro paio di incontri prima di prendere una decisione del genere”.

Se il problema è questo, potrebbe risolversi automaticamente con il forfait di un giocatore ammesso direttamente al tabellone principale di Flushing Meadows. Vedremo come ciò sia possibile poco più avanti. Il campione dell’edizione 2012 aggiunge che, verosimilmente, il suo rientro in singolare proseguirà a Winston-Salem, mentre a New York giocherà solo il doppio e il doppio misto. A Wimbledon, fece coppia rispettivamente con Pierre-Hugues Herbert e Serena Williams.

Con questa scelta, Andy ha anche voluto giocare d’anticipo – non sul campo, bensì nei confronti dei media. “Se avessi accettato la wild card e poi rinunciato a giocare, mi sarebbero state poste un sacco di domande sull’anca, ‘perché si è ritirato, c’è qualcosa che non va, qual è il problema?’. Sarebbe stato comunque probabile non giocare perché, nonostante oggi sia andata bene dal punto di vista fisico, sentivo le gambe piuttosto pesanti alla fine del match e ciò probabilmente non cambierà molto durante le prossime due settimane”.

COM’È ANDATA LÀ FUORI –Riguardo alla prova contro Gasquet, da una parte Andy ammette che avrebbe voluto fare meglio molte cose, ma dall’altra che “bisogna essere realistici rispetto a quanto puoi aspettarti quando si tratta di giocare davvero e colpire la palla. Richard usa tutti gli angoli del campo, è uno dei migliori a farlo. Così ho dovuto muovermi parecchio lateralmente e non mi sono mosso particolarmente bene in avanti. Come quando ha giocato alcune smorzate, qualche volta non sono neanche partito, non ho reagito, e ciò non ha nulla a che fare con l’anca”.
Quando dice che l’anca non c’entra, probabilmente intende che non gli dà alcun fastidio (anche perché le cartilagini danneggiate che gli provocavano dolore sono state sostituite dalle protesi), ma è certo che, al primo incontro vero e proprio, la paura torna a bloccarti come succedeva ai primi tentativi di timidi scatti in allenamento. Infatti, prosegue: “Semplicemente non partivo, cosa che però ho fatto verso la fine dell’incontro. Ho reagito, ne ho raggiunte alcune e vinto punti”.

Naturalmente, non si tratta solo dell’intervento e della successiva pausa: Murray si era fermato dopo Wimbledon 2017 e lo scorso anno ha giocato appena dodici match. “Ci vorrà tempo, non succederà in una settimana o nell’arco di un torneo. Arrivare qui è stato un percorso lungo, ma tornare forse a dove voglio essere richiederà molto tempo e anche più impegno”. Il Western and Southern Open non è però finito per l’ex numero uno del mondo: con Feliciano Lopez, lunedì presente con Nick Kyrgios nel box di Andy, sarà in campo per il doppio contro la quarta coppia del seeding, Roger/Tecau.

Le Entry List dello US Open (aggiornate)

GLI INVITATI A NEW YORK – Vediamo allora a chi sono andate queste wild card per il main draw maschile del prossimo Slam. Il nome più altisonante, anche se non ha risuonato molto negli ultimi tempi, è quello dell’ex top ten Jack Sock. Il ventiseienne del Nebraska, sceso al n. 176 del ranking tra la crisi di risultati e l’infortunio, ha giocato appena quattro incontri in questa stagione, perdendoli tutti. Gli altri cinque statunitensi a beneficiare dell’invito sono Ernesto Escobedo (n. 67 ATP due anni fa, ha vinto lo US Open WC Challenge), quel Bjorn Fratangelo che ha battuto Jannik Sinner ad Aptos la scorsa settimana, Marcos Giron, Denis Kudla e il sedicenne Zachary Svajda. Kudla è anche il primo degli alternate; ciò significa che, al primo forfait, il suo invito tornerebbe disponibile. Per Murray? Le ultime due wild card sono assegnate in virtù degli accordi con le federazioni francese (Antoine Hoang) e australiana (Thanasi Kokkinakis)

Per quanto riguarda il torneo femminile, non poteva mancare la wild card a Coco Gauff. In realtà, “doveva” mancare stando al regolamento WTA sui limiti per le giocatrici giovanissime, secondo il quale una quindicenne può accettare al massimo tre wild card. D’altra parte, gli Slam sono fuori dal controllo della WTA (e dell’ATP), quindi possono tranquillamente (?) ignorare la regola. Insieme a Cori, ci saranno le diciassettenni statunitensi Caty McNally, Whitney Osuigwe e Katie Volynets, e la sedicenne francese Diane Parry. Inviti anche per Francesca Di Lorenzo, Kristie Ahn e l’australiana Samantha Stosur.

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