Medvedev: "Ho dovuto giocare sporco, non avevo scelta"

Interviste

Medvedev: “Ho dovuto giocare sporco, non avevo scelta”

“Non potevo dare ritmo a Stan. Quando giochi contro Federer, Nadal o Djokovic, senti che hanno qualcosa di più fin dal palleggio di riscaldamento”

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da New York, il nostro inviato

Impressiona la tranquillità, l’evidente intelligenza, e la consapevolezza nell’analizzare la partita di Daniil Medvedev, che è veramente un tipo simpaticissimo e affabile fuori dal campo.

“Dopo la partita è stata dura esprimere le emozioni. Ora sono più rilassato, e posso parlarne. Sento di aver vinto in modo sporco, perchè non avevo altra scelta. Mi fa ancora male la gamba adesso… sapevo che non potevo permettermi di dargli ritmo, assolutamente. Alcuni game ho scelto di non correre troppo per rilassare la muscolatura. Tiravo a tutto braccio, e poi all’improvviso facevo palle corte. Puntavo come ho detto a non farlo mai entrare in ritmo, per farlo sbagliare magari nei momenti importanti, e la cosa ha funzionato. Certo che mi piace di più vincere giocando in modo normale, con un gioco standard”.

“Sono stato veramente vicino a ritirarmi” ha quindi ammesso il 23enne, “ma forse avrei scelto semplicemente di rimanere in campo così per tre set e perdere. Poi a un certo punto mi sono trovato 5-3 sopra nel secondo, e la cosa mi ha messo tensione perché di sicuro non mi sarei ritirato avanti due set a zero.Penso di essere molto fortunato ad avere due interi giorni di riposo, non lo sapevo nemmeno, prima o durante la partita. Me l’hanno detto, e io ho risposto, ma davvero? Sarà un grande vantaggio, visto quello che mi è successo alla gamba. Non posso essere sicuro di nulla ancora, ma penso che starò bene.

Spero di aver fatto la pace con i tifosi di qui. Come ho detto anche dopo le scorse partite, ho avuto quello che mi meritavo, i fischi. Di solito non sono così, non ne sono orgoglioso. Sto lavorando per diventare migliore”.

Una battuta anche sui tennisti russi di cui sta provando a ripercorrere le orme. “Marat Safin? Ricordo di quando lo guardavo in TV, quando vinse la finale in Australia contro Hewitt. Avevo 9 anni. Tutta la Russia era davanti alla TV, tifando, cercando di trasmettergli energia positiva, perché non era facile giocare contro un australiano a casa sua. Riguardo al gioco, siamo molto diversi. Qualcuno mi ha anche paragonato a Davydenko, potrebbe essere più plausibile”.

Prima che Federer scendesse in campo, e che in modo alquanto sorprendente venisse eliminato dal torneo, Medvedev aveva parlato così del suo eventuale prossimo avversario. “Ogni volta che gioco prima dei miei avversari, poi guardo la loro partita. Sarà di sera, me la gusterò dalla camera all’hotel, a meno che non finiscano alle due di mattina! Sono entrambi giocatori fantastici. Roger è il migliore di tutti i tempi, penso di poter dire. Ci ho giocato tre volte, due non è andata bene, non ci sono andato neanche vicino, la terza forse ho avuto qualche possibilità. Sono contento anche che Grigor stia ritornando ad alti livelli; cos’è adesso, 78 ATP? Salirà di sicuro dopo questa settimana.

Giocare con i Big 3, come li chiamiamo noi, è sempre speciale. Li ho incontrati tutti. Fin dal palleggio di riscaldamento capisci, hai la sensazione che abbiano qualcosa di speciale, di migliore di noi, diciamo così. Se pensate che quello messo peggio ha vinto 16 Slam, che è come vincerli tutti per 4 anni di fila, è semplicemente incredibile!”.

Adesso il principale avversario tra Medvedev e la prima finale Slam potrebbe essere la stanchezza accumulata nelle 21 partite giocate in poco più di un mese. “Il mio grande agosto, in effetti è stato una sorpresa anche per me. Ero andato a Washinghton presto, per acclimatarmi al caldo in America, e al fuso orario. Ho fatto finale. Di solito dopo essere andato in fondo a un torneo sei stanco, sono andato a Montreal, e pensavo magari questo torneo non è così fondamentale. E mi sono ritrovato a fare finale di nuovo, era il risultato più importante della mia carriera. E poi via a Cincinnati, stessa storia, ci hanno messo a disposizione un volo privato, mi ricordo di essere arrivato in camera all’albergo alle 3 e mezza di mattina. E ho avuto un giorno scarso prima di giocare. Pensavo, ok, hai appena fatto il risultato più importante della tua vita, magari questo evento lo puoi vivere in modo tranquillo. E l’ho vinto! Ritrovarmi qualificato per le ATP Finals di Londra è fantastico, voglio andarci per fare bene, mi piacerebbe esserci come uno dei favoriti.

Dopo questo ultimo torneo, adatterò il mio calendario, dovrò riposare, spero che il mio corpo regga ancora un po’. Se mi piace leggere di tennis? Certo, mi informo sempre, leggo tutto quello che posso che viene scritto su di me, anche i commenti, mi fa sentire bene a volte. Tempo fa, se avevo un articolo alla settimana da leggere su di me era già tanto, ora non riesco nemmeno più a stare aggiornato con tutto quello che scrivono!”.

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