La gioia di Berrettini: "So di essere un pugile che va ai fianchi!"

Interviste

La gioia di Berrettini: “So di essere un pugile che va ai fianchi!”

Pubblicato

il

Matteo Berrettini e Gael Monfils - US Open (via Twitter, @usopen)
 

Una cosa che ho imparato a fare è non portarmi dietro le brutte sensazioni dopo le occasioni fallite“. Esordisce così in conferenza stampa Matteo Berrettini, dopo la splendida vittoria in cinque set ai danni di Gael Monfils che gli ha regalato l’accesso alla sua prima semifinale Slam.

Ricordo una delle peggiori delusioni della mia vita, al Bonfiglio, ho perso con dodici match point a favore. Non ho dormito per due notti, ci tenevo. Ma ho imparato che ci sono altre occasioni. L’ultimo turno di qualificazioni in Australia contro Kudla (nel 2018, ndr), ero in vantaggio 5-2 e poi 5-3 40-15. Ho perso e non ho parlato due ore. Si deve imparare ad affrontare queste cose, sono esperienze, in qualche modo devi quasi sperare che succedano queste cose, così sarai pronto a superarle in seguito. Deve esserci un pizzico di ognuna di queste esperienze nella tenacia che Matteo ha dovuto dimostrare sul campo per cancellare la delusione dei quattro match point falliti, il primo commettendo un doppio fallo, e quindi convertire il quinto.

Una partita entusiasmante, forse non sempre ricca di colpi di qualità ma dal quarto set in poi in grado di tenere gli spettatori incollati sui seggiolini. Come fossero al cinema. “Che film è stata la mia partita di stasera? Django Unchained, perché è stato un bagno di sangue! Parlavo col mio mental coach prima, mi ha detto che pensava che si potesse nascere e morire una sola volta, e che invece guardando il match gli era successo un sacco di volte! Sono crollato, mi sono rialzato, tante volte, questo è un grande motivo di orgoglio“.

L’inizio di partita è invece stato molto difficile per Matteo, imbrigliato dal gioco di contenimento del francese. “Sì, è vero, ne parlavo anche col mio angolo, dicevo la stessa cosa, all’inizio non sapevo come fargli punto. Prima cercavo di sfondarlo un po’ troppo, con palle tese, e lui si appoggiava bene. Ho alzato il livello, ho iniziato a usare un po’ di traiettorie diverse, a muovere la palla bene; ero pronto, mi ero preparato con i miei allenatori. Le condizioni erano toste, caldo e umido, e io so che il mio gioco logora, per starmi dietro bisogna far fatica, alla lunga esco fuori. E poi mi sono abituato bene ai cinque set: so di essere un pugile che va ai fianchi!“.

Il 23enne ha parlato anche dell’impatto con lo stadio di tennis più grande del mondo, l’Arthur Ashe. “Questa mattina mi sono scaldato e mi sentivo così bene da esser sorpreso, era un campo grandissimo e di solito ci metto di più ad abituarmi. Quando sono entrato e ho sentito quell’umidità sapevo che avrei sudato tantissimo, ho dovuto anche cambiare le scarpe; ma in cinque set ho fatto in tempo ad abituarmi a tutte le condizioni diverse, umidità, freddo, caldo, tetto aperto, tetto chiuso. Sono stato bravo a restare concentrato semplicemente sul piano di gioco. La tensione non è mai passata, sono solo stato più bravo a gestirla col passare dei minuti. All’inizio faticavo perché nonostante tirassi forte non riuscivo a sfondarlo, non sapevo come fare punto se non servendo forte sulle righe, poi però ho continuato a metter peso sulla palla e gli ho dato più fastidio, piano piano lui ha perso fiducia. All’inizio c’erano troppe cose a cui pensare, mi sono sentito teso un po’ come a Wimbledon, poi sono riuscito a pensare solo al mio gioco.

Matteo Berrettini e Gael Monfils – US Open (via Twitter, @usopen)

VERSO LA SEMIFINALE – La cavalcata di Matteo è stata senz’altro coinvolgente, ma si comporrà (almeno) di un’altra tappa: la semifinale contro il vincente della sfida tra Schwartzman e Nadal. “Beh, Diego lo conosco meglio, abbiamo giocato due volte quest’anno: una sulla terra e una sull’erba. Sarà una semifinale Slam, quindi non posso aspettarmi un match normale. Ma lo conosco, e forse sarei più pronto. Certo conosco anche Rafa, avrà visto un centinaio di sue partite. Chi non lo conosce? Sarebbe durissima contro di lui“.

Un centinaio di partite, si diceva, e tra queste ce n’è una che a Matteo ricorda un aneddoto molto divertente. “Ricordo la finale di Nadal a Roma contro Coria, la stavano dando in TV su un canale in chiaro che trasmetteva cartoni animati. Io ero piccolo (era il 2005 e Matteo aveva nove anni, ndr) e questi ragazzi sono stati in campo sei ore. Ma andiamo, io volevo guardare i cartoni! Sì, lo ricordo e fu incredibile. Penso anche ai miei compagni di scuola, che iniziarono a seguire il tennis perché videro quella partita. E mi dicevano, anche tu fai questo sport? E io rispondevo che sognavo di giocare partite come quelle. E adesso eccome qui. Sono felice“.

Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement