Bianca Andreescu e una programmazione saggia: tornerà a Pechino

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Bianca Andreescu e una programmazione saggia: tornerà a Pechino

La campionessa dello US Open decide di saltare Osaka e Wuhan; tre settimane di riposo prima del Premier Mandatory cinese

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Bianca Andreescu - US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)
 

Diverse tenniste negli ultimi anni, dopo un successo inaspettato, hanno provato a sfruttare il periodo di grande forma giocando molti tornei nelle settimane successive. Spesso però hanno ottenuto scarsi risultati, probabilmente a causa della difficoltà di gestire la pressione. Bianca Andreescu, dopo lo straordinario successo a Flushing Meadows e al termine di un’estate che l’ha vista trionfare anche a Toronto irrompendo così in modo violento e più rapido del previsto tra le prime 5 giocatrici del mondo, ha deciso di cancellarsi dai tornei di Osaka (Premier, qui l’entry list) e Wuhan (Premier 5, qui l’entry list) per rientrare direttamente nel Premier Mandatory di Pechino, in programma a partire dal 30 settembre.

Dopo la splendida cavalcata a New York, Andreescu in questi quattro giorni è stata ospite in diversi programmi televisivi negli Stati Uniti e ha rilasciato dichiarazioni molto interessanti alla stampa canadese, dimostrando una maturità fuori dal comune: “La pressione ci sarà sempre: tutto il Canada vuole che io faccia bene, ma sono soprattutto io a volerlo. La pressione mi aiuta, ho avuto modo di parlare con Billie Jean King riguardo la sua citazione ‘pressure is a privilege’, e concordo a pieno con lei. Mi motiva parecchio. Essendo perfezionista quando scendo in campo devo sempre dare il 100%, è l’unica cosa che mi interessa”.

Bianca Andreescu e Billie Jean King – US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)

Il grande spessore mentale di Bianca era già emerso durante la finale degli US Open, quando nelle fasi cruciali del match, dopo essere stata rimontata da 5-1 a 5-5 da un’avversaria come Serena Williams che stava finalmente esprimendo un ottimo livello di gioco, Andreescu non si è fatta intimorire e ha chiuso 7-5 proprio nel momento in cui sembrava potersi concretizzare la rimonta. Oltre al grande successo di NY, meno di un mese prima la canadese aveva conquistato il secondo titolo più importante della sua carriera tra le mura di casa, la Rogers Cup giocata quest’anno a Toronto. Anche in quel caso aveva dimostrato di saper gestire benissimo il tifo ‘amico’, non sempre un fattore positivo per i tennisti.

Solamente dieci mesi fa Bianca chiudeva la sua stagione alla posizione numero 178 del ranking WTA dopo aver disputato alcuni tornei ITF in Canada e negli Stati Uniti. Nel 2019 la sua carriera è certamente cambiata: 47 partite disputate tra qualificazioni e main draw esclusivamente a livello di circuito maggiore, con un bilancio di 43 vittorie a fronte di sole 4 sconfitte. Andreescu ha dovuto superare anche un infortunio alla spalla rimediato a Miami, che l’ha costretta a saltare la stagione su terra, fatta eccezione per il Roland Garros dove si è presentata anche se lontana dalla miglior condizione, ed è stata costretta al ritiro prima di scendere in campo al secondo turno contro Sofia Kenin.

L’integrità fisica è certamente uno dei principali punti di domanda riguardanti il futuro della teenager canadese: oltre all’infortunio alla spalla, molto spesso Bianca è entrata in campo ricoperta di fasciature, e lei stessa ha dichiarato di aver avuto problemi alla gamba sinistra durante il torneo di Toronto. Dopo tutte queste partite giocate nel 2019, che avrebbero potuto essere anche di più senza i suddetti problemi fisici, la preparazione in vista del 2020 sarà certamente fondamentale. È infatti decisamente diverso preparare una stagione partendo da numero 178 del mondo rispetto alla prospettiva attuale, ossia quella di contender per le prime posizioni mondiali.

Bianca Andreescu – US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)

Dopo il torneo di Pechino l’attenzione di Bianca sarà sicuramente rivolta alle WTA Finals di Shenzhen, dove proverà a fare meglio di Naomi Osaka lo scorso anno: la tennista giapponese, reduce dalla vittoria dello US Open, non vinse nemmeno una partita nel Masters finale. Naomi ha vissuto un periodo buio anche quest’anno dopo il successo in Australia, basti pensare che negli ultimi otto mesi ha raggiunto appena una semifinale.

Il tempo però è certamente dalla parte di Bianca, e una pausa per riflettere e tornare ad allenarsi duramente è sicuramente quello di cui la canadese ha bisogno, per non ripetere quanto fatto cinque anni fa dalla connazionale Bouchard. Dopo la finale di Wimbledon 2014 e l’ingresso tra le prime cinque giocatrici al mondo a soli 19 anni, stessa età attuale di Andreescu, è scomparsa dai grandi palcoscenici, non riuscendo più ad avvicinarsi nemmeno lontanamente a certi risultati.

Altri esempi lampanti degli ultimi anni sono sicuramente Jelena Ostapenko e Garbine Muguruza: la tennista lettone, due giorni dopo aver compiuto i 20 anni vinse il Roland Garros 2017, ma nelle due stagioni successive, oltre ad un’ottima semifinale a Wimbledon nel 2018, non ha più ottenuto alcun risultato degno di nota ed è sprofondata oltre la settantesima posizione del ranking mondiale. Il primo successo per Muguruza è invece arrivato un po’ più tardi: la spagnola vinse infatti a 22 anni il Roland Garros e a 23 Wimbledon, arrivando anche a diventare numero uno al mondo. Le ultime due stagioni però, sono state piuttosto negative: la spagnola non ha più ritrovato continuità nei risultati e attualmente si ritrova al numero 26 del ranking WTA.

Il carattere di queste giocatrici è certamente diverso da quello di Bianca, ma resistere a certe pressioni da teenager non è mai facile: una cosa è certa, se Andreescu sarà integra fisicamente e riuscirà a mantenere fede alle parole di Billie Jean King, e si ricorderà sempre che la pressione è un privilegio, nei prossimi anni si toglierà parecchie soddisfazioni e farà divertire gli appassionati.

Il calendario WTA (con entry list aggiornate e tabelloni)

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