Storie di tennis: il conte volante, Panatta e altro ancora

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Storie di tennis: il conte volante, Panatta e altro ancora

Ci sono stati tennisti… che non hanno fatto soltanto i tennisti. Sì, esatto: anche Adriano Panatta non è stato un campione solo con la racchetta

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Seconda puntata dedicata ai tennisti polivalenti, ovvero capaci di eccellere, oltre che nel tennis, anche in altri sport. Nella prima puntata abbiamo parlato di:

  1. Giovanni Balbo di Robecco (calcio)
  2. Fred Perry (Ping pong)
  3. Jaroslav Drobny (Hockey su ghiaccio)
  4. Ellsworth Vines (golf)
  5. Tony Travert (Basket)
  6. Ion Tiriac (Hockey su ghiaccio)

Grazie alle vostre segnalazioni in questa puntata narreremo in ordine cronologico le gesta di due uomini e una donna:

  1. Charlotte “Lottie” Dod
  2. Leonardo Bonzi
  3. Adriano Panatta

Partiamo dalla segnalazione fattaci da Claudio65 – lettore e gentiluomo – che ci pone innanzi a una vera e propria immortale del tennis: l’inglese Charlotte “Lottie” Dod.

Dod vinse per la prima volta il singolare a Wimbledon nel 1887 a 15 anni di età, record ancora oggi imbattuto. A questa vittoria ne seguirono altre quattro l’ultima delle quali nel 1893 anno in cui la campionessa britannica abbandonò il tennis agonistica con sole cinque sconfitte ufficiali al passivo. Il Guinness dei Primati la colloca al secondo posto tra le sportive più poliedriche di tutti i tempi poiché oltre al tennis Charlotte praticò con discreti risultati il golf e l’hockey su prato e con eccellenti risultati il tiro con l’arco. In questa disciplina ella conquistò infatti la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra del 1908.

Dopo le Olimpiadi Dod continuò a mietere successi con arco e frecce sino al 1910, anno in cui si ritirò. La morte la colse il 27 giugno 1960 durante il torneo di Wimbledon mentre ascoltava la cronaca radiofonica di un incontro dei Championships. Per la storia fu María Bueno ad aggiudicarsi il singolare femminile nel 1960. 

Il secondo protagonista del nostro racconto ci è stato segnalato dal lettore TennisLover. Si tratta del conte milanese Leonardo Bonzi, personaggio probabilmente sconosciuto ai più (per esempio a chi scrive), ma dalla personalità straordinaria.

Il sito a lui dedicato – www.leonardobonzi.it– lo introduce definendolo alpinista, tennista, aviatore, esploratore, medaglia d’oro al valore aeronautico, 4 medaglie d’argento al valore militare e una decorazione interalleata. Bonzi fu sicuramente tutto questo, ma anche di più; infatti egli fu anche regista e produttore cinematografico grazie al matrimonio con la grande attrice Clara Calamai, la donna  che per prima mostrò il seno nudo in un film italiano e qualche decennio più tardi impugnò un’accetta per diventare l’ indimenticabile assassina di “Profondo rosso“.

Per dare conto di tutto ciò che Leonardo Bonzi fu in grado di compiere nell’arco di una vita iniziata agli albori del ‘900 e conclusasi nel 1977 ci vorrebbe un libro. Per coerenza tematica noi ci concentreremo sui suoi exploit sportivi, ma non possiamo tacere un episodio della sua vita che ne sottolinea la dimensione umana: il volo senza scali effettuato nel 1948 da Milano a Buenos Aires allo scopo di raccogliere fondi a favore dei mutilatini di guerra dell’Istituto per bambini Don Gnocchi.

Veniamo quindi alle imprese sportive del conte Bonzi. Il nobiluomo iniziò a fare parlare di sé nel 1924 quando prese parte alle Olimpiadi invernali di Chamonix in qualità di membro della squadra italiana di bob a quattro. In quella occasione non ebbe molta fortuna e – riposto il bob – si dedicò al tennis  primeggiando in Italia e difendendosi con onore all’estero. Leonardo Bonghi fu infatti più volte campione italiano e per anni difese i nostri colori in Coppa Davis. In campo internazionale il suo anno migliore fu il 1929 quando riuscì a raggiungere il terzo turno a Wimbledon e al Roland Garros. A Parigi fu nettamente sconfitto in un derby dal sangue blu dall’unico italiano ad avere sino ad oggi conquistato una medaglia olimpica nel tennis: Uberto de Morpurgo detto “il Barone”. Terminò la carriera tennistica introno alla metà degli anni ’30 per dedicarsi ai voli e alle esplorazioni.

Per finire eccoci alla segnalazione di 1More (uno pseudonimo che ha il sapore del rimpianto: “ah se anche Federer come Kyrgios avesse avuto un match-point advisor …”) relativa all’Adriano più famoso di tutti i tempi dopo quello narrato da Marguerite Yourcenar: Panatta. L’eroe del ‘76 (Roma-Parigi-Davis) dopo il ritiro dal tennis giocato si è dedicato anche alla motonautica con notevole successo. Nel 1991 ha vinto il titolo mondiale nella classe Evolution e nelle acque del lago di Como ha stabilito il record del mondo di velocità nella categoria entrobordo toccando i 238 km/h. Infine nel 2004 si è laureato campione del mondo di Endurance nella classe Powerboat P1.

Per ora è tutto con le storie di tennis. Se vi sono piaciute, segnalatecene altre e saremo lieti di aggiungere altri capitoli.

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