Djokovic comincia bene anche a Shanghai, ora Isner agli ottavi

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Djokovic comincia bene anche a Shanghai, ora Isner agli ottavi

Il N. 1 del mondo batte Denis Shapovalov e inizia nel migliore dei modi la campagna per la difesa del titolo nel torneo cinese. Nessun terzo set tra i match di giornata

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Novak Djokovic - Shanghai 2019 (via Twitter, @SH_RolexMasters - ph. RSM Mike Frey)
 

Dopo il facile successo nel 500 di Tokyo, che gli ha garantito la permanenza in testa alle classifiche anche per questa settimana, Novak Djokovic ha ripreso da dove ha lasciato nel Master 1000 di Shanghai, battendo Denis Shapovalov con un doppio 6-3 in 70 minuti.

Anche il canadese settimana scorsa era in Giappone, dove ha perso in un doppio tie-break contro David Goffin al secondo turno. Dall’arrivo di Mikhail Youzhny sulla sua panchina, Shapovalov pare aver ritrovato alcune delle certezze dissoltesi fra aprile e luglio, mesi in cui ha vinto la miseria di 2 incontri su 11. Molti attendono l’arrivo del canadese sui palcoscenici più prestigiosi, sedotti da una velocità di braccio Mach 3 e un caparbio rifiuto dell’attesa e della pazienza degno di Bartleby, perciò è quasi ironico che un uomo con un passato agonistico altrettanto improntato alla volontà di potenza stia riuscendo a dare una forma più completa al suo tennis. Da Winston-Salem in avanti, il record di Shapo è un ottimo 10-4, inclusi gli ottavi sfiorati a New York con Monfils, anche se prosegue la maledizione che lo vede sconfitto in tutte e 7 le semifinali ATP giocate finora, l’ultima a Chengdu con Carreño Busta.

Djokovic cerca il quinto titolo in un torneo che ama, e per motivi pecuniari (il prize money per il vincitore è di $1,360,560, leggermente superiore a quello di Indian Wells e Miami), e per motivi tecnici, con la superficie rapidissima a rendere ancora più devastanti gli anticipi e meno permeabile il servizio. Servizio che l’anno scorso Djokovic non ha mai perso durante il torneo e che è parso in gran forma anche a Tokyo (in finale 13 vincenti con la battuta a fronte di uno zero alla voce doppi falli), e che oggi si è confermato sugli stessi livelli, salvo qualche incertezza a inizio secondo set.

Era il terzo confronto stagionale fra i due: l’ultimo, a Roma, non ha avuto storia, mentre il terzo turno degli Australian Open vide Shapo rimontare un break nel terzo, prima che Djokovic infornasse un rapido bagel nel quarto. Shapovalov subito fallosissimo (ci ha messo undici punti a fare un ’15’ che non fosse una prima vincente), mandato fuori giri dalla profondità di Nole, bravo a guadagnarsi due palle break non consecutive nel secondo gioco in seguito a un dritto in rete e un doppio fallo. Il canadese ha reagito bene alla pressione però, trovando soluzioni rapide con servizio e dritto e chiudendo il campo in avanti per non far scappare il più quotato avversario. Brillante con i passanti Djokovic (sai che novità), nonostante un paio di attacchi tagliati non disprezzabili da parte del nativo di Tel Aviv:

Da sottolineare la pacchiana accelerazione riprodotta dopo ogni ace, così come il mantenimento del canovaccio preventivato: Shapo a vincere punti rapsodici con saltuarie combinazioni veloci, Nole a giocare in totale sicurezza, confermando con la risposta da sinistra la sua fama di ammazza-mancini (solo 10 sconfitte in carriera con southpaws che non facciano Rafael di nome), ignifugo contro le curve esterne che hanno ustionato praticamente ogni altro destrorso nella storia del gioco.

Si notano comunque i tentativi di sviluppare una forma mentis più diplomatica da parte del canadese, con qualche back in più e scambi più lunghi sulle diagonali, un processo chiaramente ancora in divenire e purtroppo per lui non sufficiente contro il re della solidità da fondo. Inerme in risposta (un punto nel parziale, peraltro sulla prima), ha solo potuto attendere che l’avversario facesse breccia, soprattutto a causa di percentuali largamente deficitarie alla battuta – solo il 48% di prime in campo nel primo set. La diga è crollata nell’ottavo game, quando Nole è salito a palla break con una risposta fra i piedi di su un’altra seconda anodina, ed è stato bravo (a far colpire tanti rovesci in corsa) e fortunato (il nastro ha portato fuori un attacco monomane di Shapo su una smorzata non impeccabile) a concretizzarla, per poi chiudere in scioltezza in 31 minuti.

A inizio secondo set, il NextGen ha mostrato i propri (tenui) miglioramenti nel problem-solving tattico, procurandosi una palla break nel secondo gioco con traiettorie più alte e centrali a non aprire angoli, e soprattutto con risposte bloccate finalmente efficaci. Il serbo si è però salvato al termine di uno scambio teso al termine del quale Shapo ha messo lungo un dritto, e ha tenuto con una gran stop volley di rovescio.

Anche il turno successivo di Djokovic è finito ai vantaggi, a causa di qualche errore di troppo con il dritto, ma un’altra occasione mancata ha dato il là all’allungo decisivo: Nole ha rialzato l’attenzione in risposta, portando l’avversario a quattro errori consecutivi che gli hanno dato il 4-2. La partita è finita lì: anzi, il N. 1 ATP ha deciso di tenere gli effetti speciali per il gran finale, salendo a triplo match point nel nono game con un rovescio lungolinea e con un passante in corsa di dritto, chiudendo alla seconda opportunità.

Ho avuto una settimana fantastica in Giappone, e qui ho sempre giocato bene, perciò spero di continuare nella stessa direzione,” ha detto dopo la partita, prima di spiegare così il grande feeling con il pubblico locale: “Quando ho vinto il primo Masters Cup a Shanghai nel 2008 è stato il primo grande successo della mia carriera [non vero peraltro, aveva già vinto gli Australian Open nel gennaio dello stesso anno], e ha contribuito a darmi la fiducia necessaria per competere con i migliori”.

Novak Djokovic – Tokyo 2019 (foto via Twitter, @rakutenopen)

Il prossimo avversario della testa di serie numero 1 sarà John Isner, con cui ha un record di 9-2 e che non è mai andato oltre il terzo turno a Shanghai, con Djokovic che sarà desideroso di mantenere lo status quo.

GLI ALTRI INCONTRI – In precedenza, si segnala la totale assenza di terzi set nella giornata di oggi, nonostante alcuni match equilibrati. Vittorie identiche al doppio tie-break per i giovani Top 10 in tarda ripresa: dopo averci perso a Miami e al Queen’s, Stefanos Tsitsipas ha infine avuto ragione, in 2 ore e 2 minuti, di un Auger-Aliassime altresì in risalita ma fragile mentalmente (è crollato dal 3-3 in entrambi i game di spareggio, con i doppi falli che sono tornati a perseguitarlo nel momento decisivo del primo), mentre Sascha Zverev, per la verità non brillantissimo, ha battuto Jérémy Chardy, che in Australia l’aveva portato al quinto, in un’ora e 48 minuti, sopravvivendo a un tie-break fiume nel primo set, chiuso sul 15-13 (5 set point mancati e 3 salvati), prima di allungare assertivo in quello del secondo. Vittoria facile, invece, per David Goffin, il cui avversario, Mikhail Kukushkin, si è ritirato sul 6-2 3-0. Ultimo match di giornata sarà Thiem-Carreño Busta.

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