Addio vecchio seggiolone, è arrivata "la sedia elettrica"

Flash

Addio vecchio seggiolone, è arrivata “la sedia elettrica”

Il nome suona sinistro ma a Shanghai è stata mandata in pensione anche la scaletta per far salire il giudice di sedia sul seggiolone, per un tennis sempre meno umano

Pubblicato

il

 

La sedia elettrica fa comunque impressione. Anche quando compare per la prima volta, in una competizione sportiva come lo Shanghai Rolex Masters. Il candidato designato a scaldarla è appunto il giudice di sedia, in uno sport come il tennis che, per fortuna, è tra i meno violenti.

Sparisce la scaletta che nel vecchio modello del seggiolone consentiva l’accesso non solo all’arbitro designato ma anche a qualche tennista fin troppo esuberante. Dinanzi a un Nick Kyrgios in vena di mattane o a un Fognini vecchia maniera (al Masters 1000 il nostro numero 1 ha giocato in modo delizioso contro Khachanov e un Murray ritrovato) l’assalto al seggiolone, grazie alla tecnologia, è ora scongiurato.

Quattro grossi microfoni, sistemati sotto il tronetto elettrificato, dovrebbero sconsigliare anche le aggressioni verbali. Addio vecchio seggiolone, almeno in terra di oriente. Quel minimo esercizio fisico assicurato all’arbitro (condannato per ore a stare fermo, per non parlare degli Slam a sfida di prostata) con repentine discese e risalite, dinanzi a un punto contestato, va definitivamente in archivio. In caso di pioggia o di una qualsiasi verifica, il giudice è costretto ad azionare una pulsantiera che lo riporta per terra, come una persona un po’ attempata che non può più affrontare le scale. Un ascensore in miniatura che ha poco di sportivo.

La sedia elettrica o elettronica segna un altro passo verso il ridimensionamento del giudice e di tutto ciò che c’era di umano nel tennis, compreso l’errore. Il “falco” con la sua precisione vicina alla perfezione ha assestato il primo colpo. L’occhio elettronico concede pochissimi margini di errore e riduce la figura del giudice di gara a quella di un notaio che deve solo prendere atto dei suoi svarioni.

Finora nessun giocatore si è preso la briga di litigare con una macchina, chiamata affettuosamente falco e che è figlia dell’intelligenza artificiale. La deriva di una giustizia, anche soltanto sportiva, affidata all’ausilio delle telecamere e degli algoritmi apre nuovi orizzonti. Forse inquietanti. Il seggiolone elettronico ne è solo una piccola spia.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement