Il mental coach di Berrettini: “Matteo ha imparato ad accettare le difficoltà” [AUDIO]

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Il mental coach di Berrettini: “Matteo ha imparato ad accettare le difficoltà” [AUDIO]

Intervista del direttore Scanagatta a Stefano Massari, l’uomo che è entrato dentro la testa del tennista romano. “Contro Djokovic ha gestito meglio le emozioni rispetto al match contro Federer a Wimbledon”

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Matteo Berrettini - ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)
 

Stefano Massari è il mental coach di Matteo Berrettini. Quello che analizza le sue emozioni per cercare di gestirle e convogliarle nella direzione giusta. I due lavorano insieme ormai da molti anni. Tanto che Berrettini l’ha definito come “uno dei suoi migliori amici”. Romano anche lui, è uno psicologo che aiuta gli sportivi a migliorare le loro performance. 

Da Londra, dove è al fianco di Matteo alle ATP Finals, ci ha rivelato che il suo rapporto con il tennis è iniziato innanzitutto dalla passione per questo sport. “Io amo il tennis. Mi piace molto anche se gioco male”, ha raccontato al nostro direttore Ubaldo Scangatta. Il suo primo “paziente” è stato Flavio Cipolla. Ma ora sono diversi i tennisti azzurri che si affidano alle sue mani, o per meglio dire, alle sue parole. “Lavoro anche con Alessandro Giannessi, con Alessandro Bega, e con il fratello minore di Matteo, Jacopo ad esempio. Seguo anche alcune tenniste come Dalila Spiteri, Giorgia Marchetti e Giulia Crescenzi”. E poi altri sportivi come tuffatori e canottieri. Anche pugili in passato. 

Adesso però si trova a dover lavorare con un’atleta e una persona di fama mondiale. E la prospettiva non è la stessa. “Ora Matteo deve gestire le aspettative del mondo. Atleti che fanno sport meno rilevanti dal punto di vista mediatico hanno meno pressioni dell’esterno. Devono solo gestire quelle degli allenatori e dei famigliari. Questa è la differenza maggiore”, spiega Massari. Che tutto sia cambiato lo si è capito dalle reazioni alla pesante sconfitta subita contro Novak Djokovic all’esordio alla O2 Arena. Le cronache della partita erano sulle prime pagine di tutti i giornali italiani. E non solo quelle sportive. La pressione c’è. Inevitabilmente

Massari ha però visto il bicchiere mezzo pieno in questa partita per quanto riguarda l’aspetto emotivo. “Nella capacità di resistere alla frustrazione è stato più bravo che con Federer. Qui delle cose le ha fatte. Poi Djokovic gioca meglio di lui. Ed è evidente”, ha detto. “Anche ascoltando quello che ha detto in conferenza stampa la sta vivendo in maniera buona. Se lui fosse andato in campo e avesse rinunciato a giocare, quello sarebbe stato brutto. Lui è stato orgoglioso e si è impegnato fino alla fine. Per me è stato positivo”. Più in generale, durante l’arco di questa stagione, i progressi di Berrettini nella gestione delle emozioni, in particolare quelle negative, sono state evidenti. Secondo me il suo grande cambiamento è stato quello di imparare ad accettare le difficoltà. Quando c’erano le difficoltà diventava molto insofferente. Sempre meno adesso”. 

A volte si tende a sottovalutare l’importanza di lavorare con un professionista sull’aspetto mentale. Non lo ha fatto Vincenzo Santopadre, allenatore e mentore di Berrettini da molti anni, che ha sempre avuto chiaro in mente come costruire un giocatore di altissimo livello. Santopadre ha avuto una visione. Quella di un’atleta diverso. Tutto parte dalla sua intuizione. E nel tempo ha messo insieme delle persone che potessero aiutarlo a portare avanti il progetto”, afferma Massari. Un progetto che va avanti e non si ferma di fronte a piccoli incidenti di percorso. 

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