Federer domina Djokovic e va in semifinale: Nadal è numero uno del mondo

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Federer domina Djokovic e va in semifinale: Nadal è numero uno del mondo

LONDRA – Partita a senso unico: Federer perfetto, serbo in difficoltà sin dai primi scambi. “Ho giocato in modo catastrofico”, dirà Nole a fine partita

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Roger Federer - ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)
 

[3] R. Federer b. [2] N.Djokovic 6-4 6-3 (da Londra, il nostro inviato)

La differenza con Wimbledon? Questa volta ho vinto il match point” ha detto con l’ampio sorriso dei vincitori Roger Federer appena dopo aver dominato in lungo e in largo l’avversario che più volte ha incontrato su un campo da tennis (49, con questa) e che più volte lo ha sconfitto (26), Novak Djokovic. Non questa sera però: una netta vittoria frutto di una splendida prestazione – 23 vincenti e solo 5 errori! – che interrompe un digiuno che negli scontri diretti durava da quattro anni, quando proprio qui alla 02 Arena aveva battuto Djokovic nel Round Robin prima di arrendersi in finale. Il serbo abbandona così il torneo e le residue speranze di tornare in vetta al ranking, dove siederà fino al termine della stagione Rafael Nadal. Federer raggiunge invece la nona semifinale consecutiva in questo torneo, con l’ovvia esclusione del 2016 in cui ha marcato visita a causa dell’infortunio al ginocchio.

PRONOSTICO SMENTITO – La 49° sfida tra Roger Federer e Novak Djokovic si preannunciava nettamente a favore di Novak Djokovic, apparso molto più in palla del Re svizzero. In molti in sala stampa vedevano due set a zero per il serbo; il collega Roberto Ferri, federeriano di ferro, era pronto a soffrire in silenzio, sperando di non farsi ritirare l’accredito in preda a uno sfogo di delusione. Niente di tutto questo. Roger ha dominato in lungo e in largo con un servizio a dir poco perfetto, una prima quasi sempre in campo, discese a rete centellinate ma sempre letali per l’avversario e magnifiche per il pubblico, la TV, il cinema e il teatro (come quella alta di rovescio a chiudere in bellezza un punto dominato). Evidentemente Federer voleva a tutti i costi vendicare l’ultima, sanguinosissima, sconfitta in finale di Wimbledon.

IL MATCH – Clima elettrizzante nello stadio della O2 Arena. Solito classico completo nero per Roger, maglia blu acceso e pantaloncini neri per Novak. Il clima da titolo del mondo dei pesi massimi è servito al meglio, e se non lo sono i due, chi altro? Uno c’è, aleggia per lo stadio, al punto che un suo adoratore non si fa scrupoli a evocarlo con un “Vamos Rafa” che suscita l’ilarità di molti. Chissà se accompagnerà sabato il vincitore di questo 49esimo atto tra il serbo e lo svizzero.

Il match parte subito con una sorpresa. Dopo la vittoria su Berrettini e la sconfitta con un grande Thiem, Djokovic parte molto contratto e concede a Roger subito una palla break, ma è due game più tardi che due doppi falli consecutivi del trentaduenne di Belgrado sono davvero sbalorditivi. Il trentottenne di Basilea ne approfitta immediatamente, con due accelerazioni di rovescio improvvise e letali. Break a zero. Non appena lo scambio si allunga, però, Djokovic non perdona; insomma, come dire che la terra è tonda (fermo restando che i terrapiattisti di tutto il mondo possono unirsi nei commenti alla cronaca).

Roger serve da Re o viene a rete appena può. O entrambe le cose se il punteggio lo richiede, anche in risposta col chip&charge sul 3-1 30 pari servizio Novak. L’orologio svizzero centra addirittura due ace alla stessa identica velocità, 122 miglia orarie, circa 200 km all’ora. Il rovescio in top gira a meraviglia e per uno spento Djokovic (ma acceso sarebbe cambiato qualcosa?) c’è poco da fare. Turni di servizio in pieno controllo e dopo 37 minuti Federer è avanti di un set.

Nel secondo set Nole vuole invertire l’inerzia del match, avviato come un treno alta velocità in corsa direzione Basilea. Ha una palla break sul 2-1 30-40, ma Federer ricorda a chi ha profanato tre volte davanti ai suoi occhi il tempio di Wimbledon che stasera il protagonista è solo lui. Due staffilate di dritto a cacciare sempre più indietro l’avversario, una volèe facile facile a rete, poi servizio solido ed ennesimo ace per sventare la minaccia del break di Nole. Anzi, ha osato il tiranno di Belgrado provocare il primatista Slam? Allora il n.1 indoor da che mondo è mondo lo punisce, specie se Djokovic continua a sbagliare, sia col dritto che col rovescio. Break a 15 di Federer, che sale 3-2 e battuta, a suon di bordate dal fondo e servizi vincenti. 23 vincenti e 5 gratuiti per Roger è lo score che ribadiamo, con 23 punti differenza tra i due giocatori: dopo meno di 80 minuti la stesa di Novak è completata – “Ho giocato in modo catastrofico“, si lascerà sfuggire ai media serbi a fine partita – una botta che ricorderà a lungo. E che forse ricorderà anche Nadal, per il favore resogli dal rivale che gli permette di giocarsi le residue chance di semifinale con la certezza di conservare la prima posizione di fine anno per la quinta volta in carriera, la seconda da ultratrentenne.

Roger Federer e Novak Djokovic – ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)

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