L'Argentina deve piegarsi alla legge di Nadal. La Spagna vola in semifinale di Coppa Davis

Coppa Davis

L’Argentina deve piegarsi alla legge di Nadal. La Spagna vola in semifinale di Coppa Davis

Trascinate da un incontenibile Nadal, le ‘Furie Rosse’ superano gli argentini al doppio decisivo. Pella: “Abbiamo fatto il possibile, ma oggi avevamo di fronte una belva”. Sabato la sfida con la Gran Bretagna

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Rafael Nadal e Marcell Granollers alle Davis Cup Finals 2019 a Madrid (Foto di Fran Santiago / Kosmos Tennis)
 

Il tabellone aggiornato del torneo

da Madrid, il nostro inviato

SPAGNA – ARGENTINA 2-1
G. Pella (ARG) b. P. Carreno Busta (ESP) 6-7(3) 7-6(4) 6-1
R. Nadal (ESP) b. D. Schwartman (ARG) 6-1 6-1
R. Nadal/M. Granollers (ESP) b. M. Gonzalez/L. Mayer (ARG) 6-4 4-6 6-3

PELLA SPEGNE CARRENO – Giornata di grandi emozioni oggi alla Caja Magica, dopo la bella sfida fra Serbia e Russia vinta dai russi, e soprattutto dopo la conferenza stampa strappalacrime del team serbo. In sessione serale Argentina e Spagna, due nazioni che condividono radici comuni. Atmosfera sugli spalti ben diversa rispetto a quella della sessione diurna, con gli Argentini ovviamente in netta minoranza, ma che si fanno sentire eccome. Arena gremita e atmosfera delle grandi occasioni sul Manolo Santana. Sicuramente un Pella-Carreno Busta in un normale incontro ATP non richiamerebbe 10.000 persone. Partita che appare molto incerta, sebbene i confronti diretti siano 2-0 per l’asturiano. Carreno arriva dopo una stagione chiusa da numero 27, anche se fatta di alti e bassi, mentre Pella ha vissuto un’annata di costante ascesa, nella quale ha raggiunto ad ottobre il best ranking di numero 20, chiudendo poi al 25esimo posto.

Primo set nel quale lo spagnolo dà la sensazione di averne di più tenendo con meno problemi il proprio servizio (non a caso alla fine del primo set il mancino argentino chiuderà con appena il 29% dei punti vinti sulla seconda, un dato che normalmente è foriero di cattive notizie). Tuttavia l’argentino, dopo aver subito il break a zero nel settimo gioco, trova la forza di riacciuffare il parziale per i capelli e riesce ad arrivare al tiebreak, dove arriva perfino ad issarsi sul 3-1. Da lì in poi si spegne la luce per Pella, con Carreno che si ritrova la strada spianata per infilare sei punti consecutivi e portare a casa il primo set.

Secondo parziale che inizia con l’interrogativo sul possibile contraccolpo mentale per l’argentino, che dopo aver faticato tanto per rientrare in partita si ritrova sotto di un set e con la pressione di dover assolutamente girare la contesa, per non consegnare subito una mission impossible al “Peque” Schwartzman. Il primo game sembra confortante con il nativo di Bahia Blanca subito all’attacco e che per poco non riesce a strappare subito il servizio allo spagnolo; occasione che però sfuma e nel game successivo è l’argentino a doversi salvare. Sembra un po’ una gara di canottaggio con i due giocatori che vanno punta a punta, con scambi anche prolungati visto che nessuno dei due può vantare le accelerazioni brucianti di un Rublev, che oggi ha colpito traccianti in quantità industriale.

La partita va avanti in equilibrio fino al nono gioco dove un po’ a sorpresa Pella riesce a piazzare la zampata e andare a servire per il set. E qui arriva un game “da Davis”: lotta con il coltello fra i denti con Carreno che salva tre set point e alla fine dopo nove minuti di battaglia si aggiudica il game. Tutti gli sforzi però si rivelano inutili, alla fine la contesa va nuovamente al tie break e stavolta Pella ha la freddezza di non farsi influenzare dai 10.000 presenti sugli spalti e chiude a dovere con il servizio. Dopo 2 ore e 10 si arriva così al terzo. A questo punto la pressione torna su Carreno che fra l’altro non è neppure particolarmente avvezzo al clima da Davis, avendo fin qui giocato solo sei incontri con un bilancio di tre vinti e tre persi. Nervi che reggono per il nativo di Gijon fino al quarto game, dove riesce a complicarsi magnificamente la vita e da 40-0 riesce a perdere il game. Difficoltà che rimangono anche nei game successivi, con Pella che ormai gioca a braccio libero e spinge a tutta con successo. Si vola così in un amen sul 6-1 al ritmo di “Argentina ole olà”.

NADAL VA DI FRETTA – Dopo il match di apertura di Pella, entrano in campo i numeri uno di Spagna e Argentina, Nadal e Schwartzman. Teoricamente siamo nello scenario migliore per il “Peque” argentino, che potrebbe entrare in campo con la mente sgombra e il braccio sciolto. Inoltre vista la forma mostrata ultimamente dall’argentino indoor, capace di fare finale a Vienna giocando splendidamente con Thiem, i motivi di interesse ci sono tutti. Pensare viceversa che Nadal possa essere realmente affetto dalla pressione in una situazione del genere, non è uno scenario particolarmente probabile. Il conto dei confronti diretti recita un eloquente 8-0 a favore di Nadal, anche se tutti i precedenti sono su terra o su cemento, nessuno su superficie rapida indoor. Le situazioni di oggi, con la palla che viaggia rapida per l’altura e per la superficie, potrebbero favorire relativamente Dieguito.

Tutte queste considerazioni tuttavia lasciano il tempo che trovano visto che Nadal entra in campo carico a mille e nel primo set fa un sol boccone del malcapitato argentino. Un parziale che finisce 6-1 e in cui Rafa riesce a portare a casa quasi il quadruplo dei vincenti del proprio avversario (15-4). Interessante proprio questo dato dei vincenti, in quanto normalmente Nadal non supera così tanto i vincenti del proprio avversario, si tratta di statistiche più tipiche di un giocatore iper aggressivo come Shapovalov. Ma effettivamente stasera Nadal è entrato in campo bello aggressivo, con tutta l’intenzione di non correre il minimo pericolo lasciando l’iniziativa all’argentino, che in questo primo parziale è stato chiaramente alle corde, incapace di scalfire minimamente il servizio di Nadal (due punti conquistati in tutto il set contro il servizio di Rafa).

Secondo set che segue pressoché lo stesso pattern, con Rafa determinato a chiudere in meno di un’ora la pratica Schwartzman in modo da arrivare pronto al doppio in caso di eventuale chiamata da parte di Bruguera. Si potrebbe quasi dire che si è trattato di un allenamento agonistico, viste le inesistenti difficoltà proposte a Nadal dall’argentino.

UN ALTRO EPICO DOPPIO – Questa rimarrà famosa come la giornata dei doppi epici. Archiviata la pratica Schwartzman, come da attese Nadal si presenta anche per il doppio, dopo il riscaldamento del match precedente. Spagna con Rafa e Granollers, entrambi schierati con il rovescio esterno. Dall’altra parte Gonzalez sul rovescio e Mayer unico in campo a gestire il dritto esterno.

Il match sembra subito pendere a favore delle furie rosse, grazie ad un break quasi a freddo che proietta sul 3-1 gli spagnoli. Sembrano esserci le premesse per una pratica rapida da chiudere prima di mezzanotte, che di questo tempi a Madrid sarebbe un lusso. La coppia argentina però, che è una coppia di doppisti vera e non una raffazzonata alla meglio, è di opinione diversa. Infatti il team albiceleste è lesto a ricucire lo strappo e riportare il set in parità sul 4-4, con Granollers che deve cedere la battuta. L’equilibrio però dura poco perché su servizio Mayer la Spagna “breakka” nuovamente e questa volta va ad assicurarsi il primo parziale.

Il secondo set inizia con gli spagnoli che continuano a spingere ma gli argentini sono bravi a non cadere al tappeto incassando i colpi e anzi inaspettatamente sono loro a portarsi avanti per primi nel set con un break ancora su Granollers nel terzo game. Gli spagnoli però non ci stanno e adesso la partita sale di livello, con Rafa che recupera e martella sia da fondo sia in risposta e Granollers che non è da meno. Tatticamente il problema principale per gli spagnoli è in risposta: non possono permettersi risposte molli o alte e cariche di top spin che sarebbero preda dell’argentino a rete, la cui copertura è adeguata. Una volta iniziato lo scambio poi la pesantezza e la precisione dei colpi di Rafa sposta l’ago della bilancia, ma è una situazione di gioco per l’appunto non scontata. Il prosieguo del secondo set vede quindi i turni di servizio degli spagnoli scorrere via rapidamente, mentre gli argentini incassano meglio di Rocky Balboa sui propri ma continuano a muovere il punteggio fino a portare a casa il parziale.

Con il terzo la tensione inizia a diventare un fattore vero per entrambe le coppie, da capire chi a questo punto le gestirà meglio. Tanto per cominciare i decibel dei versi di Rafa ad ogni colpo cominciano ad aumentare, segno di solito che il maiorchino è in modalità “scaliamo la marcia”. E anche il pubblico di fede spagnola risponde alle sollecitazioni di Rafa. Ormai più che il campo centrale de la Caja Magica sembra di stare in una plaza de toros e il clima è da corrida vera. La pressione ambientale porta i suoi frutti con la Spagna che infila subito il break nel secondo game, impallinando il servizio di Mayer. Il set scivola via abbastanza regolare fino al 5-3 Spagna, con Nadal al servizio e il pubblico a intonare il classico “a por ello” in una bolgia notevole. Il maiorchino completa così l’opera senza aver perso il servizio in tutto il giorno, in cinque set giocati fra singolare e doppio, e regala il punto decisivo. L’Argentina invece, dopo due ore e 26 minuti di battaglia, esce a testa altissima, con la consapevolezza di aver sparato tutte le cartucce a sua disposizione.

NADAL – “È stata una partita emozionante come deve essere in Davis. Il clima in campo era eccellente e non poteva essere migliore. Il pubblico ci dà un extra di adrenalina ma va coinvolto. Un pensiero a Roberto (Bautista Agut) che comunque con grande forza anche nella situazione in cui si trova ha continuato a mandarci messaggi di incitamento. Per cui il pensiero di tutti noi va a lui e speriamo di poterlo riabbracciare prima della fine della manifestazione“.

GAUDIO – “I tifosi argentini sono stati incredibili. È stata una settimana eccitante nella quale è stato bello vedere giocare i team tutti assieme. Fra le cose che cambierei del format sicuramente la programmazione, almeno 10 giorni servirebbero. Siamo ovviamente dispiaciuti, abbiamo perso contro la migliore squadra, quella che giocava in casa e che schierava il numero 1. Abbiamo avuto la chance della vita e ci è scappata per poco. Con tutto il rispetto per gli altri, se non ci fosse stato Nadal non avremmo perso. Nadal c’è sempre quando le cose vanno bene e quando vanno male, tira sempre fuori il meglio. Parlando invece dell’ATP Cup, a mio avviso nel lungo termine non possono sopravvivere due manifestazioni simili a distanza di un mese l’una dall’altra“.

PELLA – “Il nostro obbiettivo era vincere. Abbiamo fatto tutto il possibile ma oggi ci siamo confrontati con una belva e questo ha fatto la differenza“.

SCHWARTZMAN – “Ovviamente non sono contento. Ho chiuso l’anno male, ma sono contento di fare parte di questa squadra. Come si fa a confrontarsi con Nadal? Credo che nessuno lo sappia“.

GONZALEZ – “Nadal ha gestito la pressione alla grande e ha fatto la differenza nel terzo set“.

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