WTA, diario di un decennio: il 2011 - Pagina 3 di 4

Al femminile

WTA, diario di un decennio: il 2011

Seconda puntata degli articoli dedicati agli anni ’10 in WTA e alle sue protagoniste: da Li Na a Petra Kvitova, da Caroline Wozniacki a Samantha Stosur

Pubblicato

il

Petra Kvitova e Caroline Wozniacki
 

Wimbledon 2011
I Championships del 2011 meritano di essere sottolineati in chiave storica perché rappresentano un passaggio significativo sul piano generazionale. La vittoria della 21enne Petra Kvitova (nata l’8 marzo 1990), infatti, è la prima affermazione in uno Slam di una tennista nata negli anni ’90. Questo dato rimarrà a lungo una eccezione del decennio: per trovare un’altra giocatrice degli anni ’90 in grado di affermarsi in uno Slam occorrerà attendere sino al 2016, quando a vincere il Roland Garros sarà Garbiñe Muguruza (nata nel 1993).

Eppure, la prima settimana dei Championships che aprono alla gioventù è passata alla storia per l’opposto: per un match indimenticabile, che vede protagoniste una giocatrice di 31 anni e una di 40, quasi 41 (e non è un errore di battitura). Mi riferisco al secondo turno fra Venus Williams e Kimiko Date-Krumm. Di seguito uno stralcio ripreso dall’articolo di fine anno dedicato alle partite memorabili della stagione.

V. Williams b. Date-Krumm 6-7(6), 6-3, 8-6 Wimbledon, 2T
A chi non piacerebbe assistere oggi non a una esibizione, ma a un match ufficiale tra Agassi e Safin sul Centrale di Wimbledon? Quale è il legame con Kimiko e Venus? Semplice, le “ragazze” sono coetanee di Andrè, anno di nascita 1970 (come Date) e Marat, anno di nascita 1980 (come Williams). Mentre i giovanotti si sono ormai dedicati alla politica e al no profit, le ragazze sono ancora in campo a dare spettacolo.

Piove, e si decide di chiudere la copertura: il pubblico ancora non lo sa, ma sembra che il tetto sia stato concepito per lasciare fuori dallo stadio non solo lo scorrere dell’acqua, ma anche lo scorrere del tempo. Sull’erba quasi impeccabile del secondo turno, Williams e Date incantano gli spettatori con un genere di tennis che ricorda quello del secolo scorso. Kimiko è una specie di highlander dello sport: a 40 anni le sue geometrie, gli anticipi e il gioco piatto tengono a lungo in scacco Venus, plurivincitrice del torneo. Poi le cose finiscono come logico, ma per quasi tre ore la macchina del tempo del Centre Court funziona meglio che nei film di fantascienza.

Ecco gli Highlights che gli organizzatori di Wimbledon hanno ricaricato su Youtube in versione più estesa sette anni dopo, nel 2018. A dimostrazione del segno che questo match ha lasciato nella memoria di chi l’ha seguito:

Ultima nota, forse necessaria per i più giovani. Kimiko Date era stata semifinalista a Wimbledon quindici anni prima, nel 1996, battuta in tre set da Steffi Graf in un match durato due giorni, a causa di una interruzione per pioggia. Prima dell’avvento di Naomi Osaka, Date vantava i migliori risultati di una tennista giapponese a livello WTA incluso un best ranking da numero 4 del mondo nel 1995.

Petra Kvitova campionessa Slam
Dopo il successo tanto a lungo rincorso di Jana Novotna nel 1998, il tennis ceco torna a conquistare Wimbledon, con una giocatrice mancina come Martina Navratilova. Petra Kvitova vince il suo primo Slam a soli 21 anni (è nata l’8 marzo 1990), dimostrando di saper interpretare l’erba al meglio, grazie un tennis di attacco senza confronti. Quando gli statistici analizzano il suo gioco concludono che nessuna, nemmeno Serena o Sharapova, mette in campo un tennis così spiccatamente offensivo quanto Petra.

Kvitova ha una formazione del tutto particolare: mentre le sue coetanee del circuito avevano già deciso a 15-16 anni di tentare la strada del professionismo e si allenavano parecchie ore tutti i giorni, lei ancora andava normalmente a scuola giocando due tre-volte la settimana. Eppure il talento era tale da renderla ugualmente tra le migliori giovani a livello nazionale in un paese come la Repubblica Ceca.

Anche da professionista è in grado di essere competitiva con allenamenti più limitati rispetto alle colleghe. Ma siccome nella vita non si può avere tutto, quello che Kvitova ha avuto in più in termini di talento tecnico ha dovuto pagare sul piano fisico: non ha una grande resistenza, soffre di asma, e fatica moltissimo nelle giornate calde; per cui in certi tornei estivi se non riesce a chiudere la partita rapidamente rischia di sciogliersi al sole.

La sua antagonista del 2011 per il primato in classifica è la coetanea Caroline Wozniacki, nata quattro mesi dopo di lei. Sono due tenniste agli antipodi. Caroline è maestra in difesa, e propone un tennis estremamente costante ma forse con picchi di rendimento inferiori. Al contrario la giovane Petra tende agli estremi: se gioca al meglio ha pochissime avversarie in grado di tenerle testa, ma se le cose girano male può perdere quasi da sola.

Il 2011 è per Kvitova il classico anno della affermazione, in cui si scende in campo con poca pressione perché nessuno pretende nulla di particolare da lei, e tutto quello che si riesce a raggiungere è guadagnato. Petra vince all’esordio stagionale a Hobart, poi vince l’indoor di Parigi, superando in finale Kim Clijsters (che grazie alla finale torna per una sola settimana numero 1 del ranking).

Poi conquista il Premier Mandatory sulla terra di Madrid, sfoggiando forse il miglior tennis dell’anno. Per questo si pensa possa fare bene anche al Roland Garros, ma in realtà perde contro la futura vincitrice Li Na dopo aver condotto per 3-0 nel terzo set. In quei giorni dello Slam su terra, Petra fa un sogno fuori contesto: invece che sul rosso immagina di essere a Wimbledon; e sogna di vincere il torneo: si vede mentre festeggia mettendosi in ginocchio e poi solleva il Venus Rosewater Dish, il grande piatto d’argento che spetta alla vincitrice.

Qualche settimana dopo il sogno diventa realtà. Conquista il torneo mettendo a segno 222 vincenti totali, battendo in semifinale Vika Azarenka e in finale la favorita Maria Sharapova (già campionessa nel 2004). Chiude la partita al primo match point, e lo fa nel modo perfetto: con un ace. Subito dopo festeggia la vittoria in ginocchio, prima di sollevare il piatto della vincitrice.

Dopo il successo a Londra ci vorranno alcuni mesi per riassestarsi; fatica moltissimo nell’estate sul cemento americano e solo alla fine dell’anno ritrova il miglior tennis. Vince a Linz e soprattutto la prima edizione delle WTA Finals a Istanbul. Il titolo conquistato in finale contro Azarenka le permetterà di chiudere la stagione al secondo posto del ranking a poco più di 100 punti di distacco da Caroline Wozniacki.

a pagina 4: Caroline Wozniacki numero 1 del ranking

Pagine: 1 2 3 4

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement