Ljubicic parla dell'off-season di Federer: "Per lui non è diversa dall'estate"

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Ljubicic parla dell’off-season di Federer: “Per lui non è diversa dall’estate”

DIRIYAH – L’allenatore del campione svizzero: “Sono contento di vederlo ancora così motivato. Ora stiamo costruendo la base, adesso deve fare molte piccole pause”

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Roger Federer e Ivan Ljubicic - Madrid 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

da Diriyah, il nostro inviato

Durante lo svolgimento della Diriyah Tennis Cup vinta da Medvedev in finale contro Fognini, nell’area hospitality sede del torneo si è fatto vedere anche Ivan Ljubicic, ex numero tre del mondo e attuale allenatore di Roger Federer. Il croato era in Arabia Saudita per un clinic di avviamento al tennis riservato a bambini e ragazzi tra 6 e 16 anni, che ha tenuto in condivisione con Mel Benson – ambasciatore del programma ‘She Rallies‘ di Judy Murray.

Lo abbiamo intercettato per rivolgergli qualche domanda su un tema che non avrete difficoltà a immaginare. A volte Ivan è un po’ restio a parlare di Federer, specie dopo un paio di uscite pubbliche che hanno creato dei malumori nel team dello svizzero, ma in questa occasione si è prestato con grande disponibilità a rispondere alle nostre domande.

Perché Roger continua a competere nel Tour? Questa è una domanda che dovete fare a lui“, comincia ‘Ljubo’. “Io provo soltanto a farlo rendere al massimo e sono contento di poterlo avere così motivato. Ama lo sport, anche quando non è in campo: lo guardiamo insieme, giochiamo con i ragazzi: io ne ho due, un figlio e una figlia, lui ne ha quattro, insomma non ci annoiamo. Spero possa andare avanti ancora per molto tempo“. Dalla parole di Ivan traspare un feeling che si estende anche fuori dal campo, condizione tutt’altro che scontata quando si ha a che fare con uno degli atleti più famosi del pianeta.

Inevitabile parlare di off-season o pre-season che dir si voglia, e di come questo periodo di pausa dalle competizioni agonistiche debba essere impostato da un tennista che sta per cominciare la stagione che lo porterà a compiere 39 anni. “C’è molto tennis e molto lavoro fisico, ogni giorno è un po’ differente. Ora stiamo costruendo la base, non è facile come quando aveva una sola vera ‘off-season’ e nel resto della stagione si andava spediti, adesso deve fare molte piccole piccole pause. Questa parte della stagione, per Roger, non è quindi differente da aprile o dall’estate, quando stacca per due o tre settimane. Lavoro, lavoro, lavoro: so che a volte sembra che tutto gli venga facile, ma senza un duro lavoro non esiste successo“.

Dopo aver trattato l’argomento-Roger, il tema diventa il mondo della racchetta in generale. Chiediamo a Ljubicic cosa ne pensa del tennis di oggi: “Il tennis è nel suo momento migliore e può soltanto migliorare. C’è sempre un po’ di nostalgia del passato ma dobbiamo essere oggettivi e dire che il mondo nel 2019 è migliore di dieci, venti, cinquanta anni fa. È diverso, ma penso anche che sia migliore”. In un’epoca in cui l’eccesso di nostalgismo sembra una trappola in cui è davvero facile cadere, Ljubicic espone invece un punto di vista pragmatico e marcatamente ‘moderno’.

Ivan Ljubicic durante il clinic che ha tenuto a Diriyah

Quanto agli interpreti che saranno protagonisti nel 2020, invece, Ljubicic non vede troppo spazio per le novità. “Vedo ancora i big 3 al top il prossimo anno. Sono i migliori del mondo e finché non mi verrà dimostrato il contrario, saranno sempre i migliori giocatori del mondo. L’unica domanda può essere se saranno in grado di giocare abbastanza da mantenere questa posizione, ma è difficile immaginare che qualcuno possa giocare meglio di loro per dodici mesi“.

Gli facciamo il nome di Thiem, che classifiche alla mano deve essere considerato il quarto incomodo assieme a Medvedev. Guarda caso, sono gli unici due giocatori in top 10, oltre ai tre dioscuri, ad aver giocato una finale Slam. “Thiem può vincere tornei, certo, ma può essere il numero uno del mondo il prossimo anno? Forse, ma non credo. È difficile dire ora che potrà essere il numero uno. Magari potrà essere numero due e attaccare il numero uno, magari tutti e tre caleranno assieme, non possiamo predire il futuro“. Ljubicic non fa comunque mistero della sua stima per l’austriaco: “Thiem è un giocatore fantastico, ha battuto Roger tre volte quest’anno e abbiamo grande rispetto per lui. Credo abbia il potenziale per vincere Slam un giorno, ma ricorderò sempre quando Coria perse la finale contro Gaudio al Roland Garros 2004 e tutti dicevamo ‘non importa, vincerà altri Slam’. (per i meno ferrati sull’argomento: no, non è successo e Coria non ha giocato altre finali Slam, ndr). La verità è che non lo sai, devi cogliere le opportunità che arrivano.

La vetta della classifica occupata attualmente da Nadal, invece, potrà essere attaccata con profitto nei prossimi mesi? “Al numero uno vedo ancora uno dei tre ragazzi. Rafa e Novak sono più giovani di Roger e probabilmente giocheranno un po’ più di lui, quindi che rimanga un affare tra loro due è la risposta più logica, anche se non mi piace molto questo gioco. Tutti e tre sono in un grande momento della loro carriera, stanno giocando un gran tennis e ogni volta che si affrontano danno vita a partite fantastiche“.

In chiusura, l’allenatore croato riserva una battuta anche alla partnership tra il suo connazionale Ivanisevic e Novak Djokovic. “Sembra che stia funzionando. Per loro è facile perché si conoscono molto bene, come me e Roger, e quando gli amici iniziano a lavorare insieme… semplicemente funziona. Ma alla fine devi ottenere risultati e loro li stanno ottenendo“. E come si fa ad ottenerli, come si arriva così in alto? “Tradizione, cultura, mindset, buona educazione tennistica: metti tutto insieme e poi la rabbia e le motivazioni aiutano a comporre una combo vincente”. Detta così, sembrerebbe una passeggiata. Ma, spoiler: non lo è affatto.

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