Nei Dintorni di Djokovic: Donna Vekic sogna in grande. “Nel 2020 punto alla Top 10”

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Nei Dintorni di Djokovic: Donna Vekic sogna in grande. “Nel 2020 punto alla Top 10”

Dopo un ottimo 2019 che l’ha vista arrivare ai quarti a NY (“Il più bel momento della stagione”) ed entrare nella top 20, la 23enne tennista croata alza l’asticella: “Quest’anno ho battute diverse delle prime dieci, non è un caso”

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Donna Vekic - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Dopo una rigenerante vacanza alle Maldive, adeguatamente documentata sul suo profilo Instagram, dalla seconda metà di novembre Donna Vekic ha iniziato la preparazione per la prossima stagione agonistica. Stagione che la vedrà ai nastri di partenza – per la prima volta – da top 20. Per la precisione da n. 19 WTA, il best ranking che ha raggiunto ad inizio novembre. Merito di un ottimo 2019, che ha visto la 23enne tennista croata arrivare per la prima volta ai quarti di finale di uno Slam (a New York) e conquistare due finali, a San Pietroburgo e a Nottingham. Ma se la maggiore soddisfazione dell’anno è arrivata da un risultato Slam, lo stesso dicasi per la maggiore delusione, come ha confidato lei stessa in un’intervista rilasciata ai media croati: l’eliminazione al primo turno di Wimbledon – 7-5 al terzo – per mano della statunitense Allison Riske, capace poi di arrivare sino ai quarti di finale (e lottare fino alla fine con Serena Williams).

I quarti a New York sono stati il più bel momento della stagione. Il peggiore, la sconfitta contro Riske a Wimbledon. Avevo grandi aspettative per Wimbledon, anche se già il giorno prima del sorteggio avevo sognato che avrei giocato contro Riske ed è proprio andata a finire così. Quella sconfitta mi è rimasta dentro, ma mi prenderò la rivincita la prossima volta”.

Sebbene già con il precedente coach, Nikola Horvat, la tennista di Osijek era riuscita ad uscire da quella spirale negativa in cui si era ritrovata tra il 2015 e la prima metà del 2016, quando non era riuscita a confermare i risultati che nelle due stagioni precedenti l’avevano fatta conoscere al grande pubblico (forse anche per le difficoltà a gestire, da teenager, la pressione generata dalle tante aspettative che prima l’ingresso nella top 100 a neanche 17 anni e poi la vittoria al torneo di Kuala Lumpur aveva generato in patria), è innegabile che la scalata vera e propria di Donna Vekic verso le posizioni più nobili della classifica sia iniziata con coach Torben Beltz. Sono due anni che la giocatrice croata è seguita dall’ex allenatore di Angie Kerber, che insieme al 43enne connazionale aveva conquistato due Slam e raggiunto il vertice della classifica mondiale, ed è sempre più soddisfatta della sua scelta.

Ho un ottimo team, abbiamo tutti la stessa visione su come deve svilupparsi il mio cammino e ci troviamo bene insieme. Ci troviamo bene anche fuori dal campo e anche quando ho qualche problema di carattere personale lui (Torben Beltz, ndr) c’è sempre per me. Ha indirizzato il mio lavoro nel miglior modo possibile ed è per questo mi fido molto di lui. Quando in certe situazioni non la vediamo allo stesso modo, credo a lui”.

Se nel circuito maschile i “grandi vecchi” continuano a dettar legge, soprattutto a livello Slam, in campo femminile invece già da un paio d’anni le giovani generazioni stanno facendo con costanza la voce grossa nei Major. Ha iniziato Jelena Ostapenko – allora fresca 20enne –  al Roland Garros 2017 (ma già l’anno prima sulla terra parigina trionfò una 22enne Garbine Muguruza, capace poi di vincere anche Wimbledon l’anno successivo), ha proseguito un’altra rappresentante della generazione 1997, Naomi Osaka, con la doppietta US Open – Australian Open, è arrivata poi la vittoria dell’attuale Ashleigh Barty (coetanea di Donna) ed infine l’esplosione della teenager Bianca Andreescu: “Bianca ha giocato veramente bene a Indian Wells, a Toronto e a New York. Ma non so se reggerà senza infortuni. Ne ha già avuti diversi sinora. Serena? Sinceramente, non credo giocherà ancora a lungo”.

La domanda è: cosa manca a Donna per arrivare al loro livello, per fare un ulteriore salto di qualità?Niente di particolare, ma un po’ di tutto. Mi serve ancora un po’ di tempo e anche un po’ di fortuna, già quest’anno se 5-6 partite fossero girate a mio favore ora sarei una top 10. Non c’è grande differenza in termini di punti e di livello. Ma ognuna ha la sua strada, ha il suo modo di arrivare, io cresco di anno in anno. In questa stagione sono migliorata molto fisicamente, grazie al lavoro con Zlato Novkovic” (l’ex preparatore fisico di Ana Ivanovic, con il quale lavora da inizio 2019, ndr).

Un salto di qualità che Donna ha nel mirino già per la prossima stagione, ricca per lei di obiettivi. I primi sono quelli legati ai colori croati. A partire dalla promozione in Fed Cup, dove da anni la nazionale biancorossa è relegata nel gruppo I della zona Euro-Africana (“Il format è cambiato, ma il prossimo anno siamo ancora lì, da dove è veramente difficile salire”), ma il pensiero è in particolare alle Olimpiadi: “Sì, il prossimo è l’anno olimpico e io mi sono qualificata: giocare le Olimpiadi è sempre stato uno dei miei obiettivi e dei miei desideri”. Ma l’obiettivo più importante è ovviamente un altro, quello che certificherebbe il salto di qualità: la top ten. “Credo non si tratti di un obiettivo incredibile, ma realistico. Ho battuto diverse giocatrici tra le prime dieci quest’anno e non è stato un caso. Tutte noi top 30 siamo lì”.

Un obiettivo che condivide con l’altra top player croata, l’attuale n. 15 del mondo Petra Martic, e che se raggiunto da entrambe certificherebbe anche il sorpasso a livello nazionale del tennis femminile su quello maschile. Come Donna stessa sottolinea, non senza un pizzico di polemica (“Sì, sono molto orgogliosa di questo e credo che la cosa dovrebbe venir messa maggiormente  in evidenza. I ragazzi sono stati per anni al vertice, e adesso ci siamo arrivate anche noi ragazze”) ma allo stesso tempo con l’augurio che a condividere con lei e a Petra questo periodo d’oro del tennis croato in gonnella possa presto esserci anche la sfortunatissima Ana Konjuh: “Sì, sta tornando. È stato veramente catastrofico quello che le è accaduto. Spero che ora torni e possa rimanere nel tour per tanto tempo”.

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