L'Italia ha un nuovo capitano, Alberto Giraudo. Lo ha scelto per l’ATP Cup Fabio Fognini

Italiani

L’Italia ha un nuovo capitano, Alberto Giraudo. Lo ha scelto per l’ATP Cup Fabio Fognini

Tocca al n.1: è il regolamento anti-ITF. Chi la spunterà nella guerra fra le due sigle? Intanto l’Italia subito battuta a Madrid cerca, con un team diverso e il capitano qui intervistato, la rivincita a Perth. Il caso Barazzutti non esiste?

Pubblicato

il

 

Comincia l’ATP Cup, evento contraltare della Davis Cup by Piquè, con una formula che più o meno la scopiazza anche se viene disputata nelle fasi preliminari in 3 sedi diverse – 24 Paesi, gironi a 4 squadre anziché a tre e per saperne di più leggete l’articolo di Lorenzo Colle  –  e con tanti soldi in piazza, perché la guerra la si vince se si hanno i mezzi, altrimenti non conviene neppure scendere in campo.
Ho già scritto in tempi recenti che la nuova Davis   piaccia o non piaccia, abbia successo oppure no, è stata “rivoluzionata e messa in campo in quattro e quattr’otto, con tutti i suoi pochi pregi e molti difetti, per anticipare la disputa dell’ATP Cup che aveva lo scopo di scippare l’organizzazione della manifestazione a squadre nata nel 1900 e da allora sempre gestita dall’ITF”.

Novak Djokovic, non una voce qualsiasi considerato il suo ruolo all’interno dell’ATP,  ha auspicato una pace ITF-ATP che porti a un unico evento a squadre, ma non so se tutti i giocatori siano d’accordo perché finchè ci sono da spartirsi due grosse torte al posto di una…se possono arraffano tutto. Soprattutto i giocatori di secondo piano. Magari quelli che sono n.2 del loro Paese e sia con la Davis Cup sia con l’Atp Cup possono rimpinguare notevolmente le proprie casse. Se poi un domani uno dei due eventi – o anche il terzo, la Laver Cup cara a Federer il cui futuro può considerarsi ad oggi piuttosto incerto una volta che Roger non la giocherà più – farà flop finanziario, beh intanto le due, tre torte saranno state ben digerite.

A fagocitarle volentieri anche i capitani dei vari eventi. John e Patrick McEnroe a Ginevra furono assai chiari: per loro “più eventi a squadre ci sono meglio è e meglio sarà, sono eventi diversi”.

Il bello è che anche i giocatori che non si sono mai distinti per particolare attaccamento alla bandiera, alla patria, sembrano adesso entusiasti di poter giocare per il proprio Paese, fondamentalmente – almeno questa è l’impressione – perché dopo tante, troppe settimane di sport e stress individuale all’anno, la possibilità di giocare con maggior relax un evento condividendone emozioni, serate, coach con coloro che di solito sono soltanto rivali da abbattere, finisce per essere gradevole, simpatica e perfino utile…perché a giocare e ad allenarsi accanto a dei campioni c’è sempre da imparare.

All’ATP Cup, come è noto, partecipa anche l’Italia, un’Italia diversa da quella scesa in campo a Madrid nella prima Davis Cup rivoluzionata da Haggerty e Piquè – aspettiamo a dare verdetti definitivi sul suo conto, è assolutamente normale che una prima edizione abbia mostrato evidenti difetti – perché alla Caja Magica c’era anche il n.1 Berrettini mentre a Perth a competere con Russia, USA e Norvegia ci saranno Fognini e Travaglia in singolare e probabilmente Bolelli in doppio al fianco di Fognini, a meno che il capitano schieri Lorenzi.

Già, il capitano. E’ nuovo pure lui. E’ Alberto Giraudo, torinese di 36 anni e amico oltre che sparring-partner di Fognini. Non è parente, a scanso di equivoci, dell’ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo.

Perché a Perth il capitano non è Barazzutti? Perché Corrado, 66 anni, ha chiesto spiga. Sarà a Melbourne per l’Open di Melbourne Park. E la scelta del capitano – conseguenza di una delle tante scaramucce fra ATP e ITF – spetta al n.1 di ogni squadra. Non, come per la Davis, alla Federazione di un Paese.

L’ATP non voleva che le federazioni – come tali tutte affiliate all’ITF –  potessero mettere il naso sulle convocazioni, né dei giocatori né dei capitani. Così ha messo nel regolamento che il capitano lo scegliesse il n.1 del team, di modo che questi volendo potesse scegliere anche il proprio coach che avrebbe potuto anche non essere un tecnico federale. Piccole astuzie (?) politiche.

Quando pareva che Berrettini avrebbe giocato l’ATP Cup ecco che la scelta del capitano sarebbe toccata a lui. Difatti era stato anticipato che il capitano sarebbe stato Vincenzo Santopadre, coach di Matteo.

Ma poi Matteo ha dato forfait ed ecco allora che, temendo il forfait anche di Fognini (che legava la sua partecipazione alla nascita del secondo erede), pareva proprio che il principale candidato al ruolo di capitano fosse Vagnozzi, coach di Travaglia (nonché ex coach di Cecchinato con il quale però i rapporti non sono idilliaci dopo il divorzio).

Ma è nata Farah e Fabio si è dato disponibile. Toccava a lui la scelta e  posso immaginare che Fabio abbia sentito per primo Barazzutti e che Corrado abbia declinato.

Come è noto Barazzutti sostituirà l’argentino Franco Davin come coach personale di Fabio. La separazione pare essere stata consensuale. Con Davin Fognini ha centrato l’obiettivo top-ten, ha mancato quello della qualificazione alle finali ATP di Londra: “Abbiamo sbagliato scioccamente la programmazione” ha detto Fabio. Se l’abbia sbagliata più lui o più Davin…non è dato sapere, anche se si immagina che sia stata più condivisa che discussa, perché di solito l’ultima parola ce l’ha il giocatore.

In FIT sul doppio incarico di Barazzutti – capitano di Coppa davis e coach di Fognini – non ci hanno trovato nulla da ridire. Di certo non è dispiaciuto a Corrado…arrotondare le entrate. Di fronte ai soldi…

Eppure se sorgessero casi di competizione nelle convocazioni Davis e poi nella scelta su chi far scendere in campo fra lo stesso Fognini e magari un altro giocatore (Sonego? Cecchinato? Sinner?), beh, mi pare che si potrebbe configurare un vero e proprio conflitto di interessi. Oggi il problema non si pone, perché Fognini è chiaramente uno dei due migliori singolaristi azzurri, ma se domani non fosse più così?

Se domani Fabio, 33 anni, avesse perso qualche colpo, oppure il giovane Sinner o anche i meno giovani Sonego e Cecchinato lo avessero avvicinato, eguagliato, sopravvanzato, le decisioni di capitan Barazzutti resterebbero sempre e comunque al di sopra di ogni dubbio e/o sospetto?

Vabbè, per ora si vede che nessuno si è posto il problema. Intanto a Perth esordisce nelle vesti di capitano Alberto Giraudo. Chi è?

Beh chi segue il tennis italiano a livello nazionale ne ha certo sentito parlare, ancor prima di averlo visto vicino a Fognini nella fortunata settimana di Montecarlo.

Classe 1983, il 26 giugno, e nato tennisticamente fra le Pleiadi, alla corte dei Bucciero, con lo stesso allenatore di Lorenzo Sonego, Gipo Arbino – il coach con la pipa ed ex parà, 63 anni e una passione infinita – e il Green Tennis.

Alberto, mancino, discreto talento, una testa così così per uno sport che richiede equilibrio e massima disciplina, era arrivato a sfiorare un posto tra i primi 500 ATP, n.495, dacchè aveva 13/14 anni e c’erano altri buoni giocatori con me, Matteo Gotti, Antonio Gramaglia, Niccolò Vercellino, giocavo anche con Bolelli….

“Ho vinto qualche torneo da 15.000 dollari, vinsi quello di Trento che aveva partecipanti di tutto rispetto allora, Granollers, Bautista Agut, Golubev, Stoppini, uscii dalle qualificazioni annullando matchpoint e vinsi il torneo senza perdere un set”.

A 17/18 anni Giraudo passò allo Sporting di Torino, fin’ gli studi di geometra, ma aveva deciso di voler vivere di tennis “e così mi sono fatto 9 anni da A1, giocando i campionati di A per un sacco di circoli, Arese con Colangelo e Crugnola, e prima ccn l’Alba con uno squadrone che comprendeva Fognini, Seppi, Golubev, Vico, Vagnozzi e arrivammo secondi dietro al Tennis Capri. Ma anche cinque anni a Sarnico, sul lago. Con Von Scheppingen, Ocera, Sirianni, Pedrini e arrivammo ai gironi finali. Poi anche con l’Ata Battisti, con Vagnozzi che ora mi ritroverò insieme a Travaglia a Perth…vedi i casi della vita!”

Prosegue: “Ho perso un po’ di tempo all’inizio carriera perché non sapevo bene a chi rivolgermi, non c’erano forse le giuste competenze…quando arrivai a Leonardo Caperchi, che aveva allenato Fognini e Naso, era già un po’ tardi. Lui era bravissimo…poi è andato in America, credo che l’Italia gli stesse stretta…”

Alberto Giraudo al torneo di Montecarlo 2019 vinto da Fabio Fognini

E tu quando hai smesso di credere di poter diventare un vero professionista?
“Sui 27/28 anni…a quell’età sono andato alla Scuola Maestri di Tirrenia, prima di venire al Royal Club di Torino, in piazza Muzio Scevola, dove abbiamo aperto una Accademia, dove oggi ci sono 170 ragazzini, 9 maestri, un osteopata, uno psicologo, altre figure altamente professionali”.

E ora questa esperienza di capitano di una squadra nazionale, nella prima edizione dell’ATP Cup…
“Eh sì, una sorpresa. Pochi giorni fa mi chiama Fabio e mi dice: ‘Sei pronto a fare il capitano dell’Italia in Atp Cup?’. E io gli dico: ‘Ma e con Corrado come la metti?’ E lui: ‘Non ti preoccupare! Ci parlo io’.

Allora adesso a Perth dovrai decidere la formazione, il doppio…e poi sul campo interpretare un ruolo nuovo, non soltanto dare l’asciugamano …
“Beh sì, sarà interessante, un’esperienza nuova e stimolante. Su chi dovrà giocare ne parleremo tutti assieme, anche con l’amico Vagnozzi. Per il singolare dovrebbero giocare quasi certamente Fabio e Travaglia, per il doppio vedremo lì come stanno. Fabio si trova certo bene con Bolelli ma anche con Lorenzi…

Dove siete tu e Fabio (il 30 dicembre; n.di Ubs)?
“A Barcellona. Abbiamo 24 ore da Barcellona con stop a Dubai il primo, arriviamo il 2 a mezzanotte…alla vigilia del match con la Russia, Fabio non sarà freschissimo, ma per fortuna gli altri sono già tutti là. Ed è meglio dover giocare subito con la Russia che tanto è favorita con Medvedev e Khachanov. Meglio togliersi subito i più forti. Così Fabi avrà più tempo per recuperare stanchezza e jet-lag. Gli incontri da vincere per qualificarsi sono gli altri, con la Norvegia di Ruud e gli USA di Isner, Fritz e…non so chi faranno giocare per il doppio”.

Bene, allora non mi resta che augurare in bocca al lupo ad un neo capitano di squadre nazionali.
Alberto Giraudo non avrà molto in comune con Harry Hopman ma da qualche parte si deve pur cominciare.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement