Australian Open: avanzano Serena, Osaka e Barty, Gauff batte (di nuovo) Venus

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Australian Open: avanzano Serena, Osaka e Barty, Gauff batte (di nuovo) Venus

Risultati diversi per le due sorelle Williams. Serena lascia tre giochi a Potapova. Venus ancora eliminata dal baby prodigio del tennis americano. Senza problemi Wozniacki e Kvitova, la numero 1 passa in rimonta

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Serena Williams - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Il tabellone completo (con tutti i risultati aggiornati)

Il torneo di singolare femminile degli Australian Open comincia tutto nel segno del tennis (afro)americano, quello del presente e quello del futuro. Quello del presente, a dispetto dei suoi 38 anni, porta il nome di Serena Williams, sempre alla caccia di quel 24esimo Slam che le permetterebbe di eguagliare il record di Margaret Court. Nel suo match di primo turno, Serena ha regolato in meno di un’ora con un pesantissimo 6-0 6-3 la promettente russa Anastasia Potapova, n.90 del ranking WTA, nata quando lei aveva già vinto il suo primo Slam. La leggenda statunitense ha realizzato più del doppio dei vincenti della sua avversaria (24 a 11) e commesso un errore in meno (16 a 17). Dopo la vittoria ad Auckland, la prima in un torneo WTA da mamma, la più giovane ma anche più vincente delle sorelle Williams ha confermato di essere in grande forma e determinata a conquistare il titolo. Al prossimo turno affronterà la slovena Tamara Zidansek, n,64 del mondo, che ha superato con un duplice 6-3 la wild card sudcoreana Na-Lae Han.

Con i suoi 15 anni, Cori “Coco” Gauff rappresenta invece il futuro del tennis americano e secondo molti l’erede naturale di Serena. Al suo esordio assoluto agli Australian Open, Gauff ha sconfitto con il punteggio di 7-6 6-3 la più grande delle sorelle Williams, Venus, come era già successo nel primo turno dell’ultima edizione di Wimbledon. Nel primo set, la giovanissima tennista di Atlanta non ha capitalizzato tre set point ma è riuscita a far la differenza nel momento decisivo del tiebreak, vinto per 7 punti a 5. Nel secondo parziale, Gauff è di nuovo partita meglio e questa volta Venus non è più riuscita a farsi sotto. Impressionate il suo rendimento al servizio: 77 per cento di punti con la prima e 61 per cento con la seconda. A dispetto della sua età e degli enormi margini di miglioramento, Coco ha dimostrato ancora una volta di più di essere già una giocatrice vera. Al secondo turno se la vedrà con la rumena Sorana Cirstea, che ha eliminato a sorpresa in due set (6-2 7-6) la ceca Barbora Strycova, testa di serie n.32 del tabellone. 

E poteva benissimo giocare per gli Stati Uniti, dove è cresciuta tennisticamente, anche Naomi Osaka, campionessa in carica e n.4 del mondo. Rispettando in pieno gli onori del pronostico, Osaka ha avuto vita piuttosto facile nel suo primo turno contro la ceca Marie Bouzkova, n.57 della classifica mondiale. 6-2 6-4 il punteggio finale in favore della nipponica. Dopo un primo set molto agevole, Osaka è andata sotto 4 a 2 nel secondo parziale. Le è servita una striscia di quattro giochi consecutivi per mettere a posto le cose. Al secondo turno, la due volte campionessa Slam affronterà la cinese Saisai Zheng, n.41 del ranking, che si è a sua volta imposta per 6-3 6-2 sulla qualificata russa Anna Kalinskaya. Tutto facile, anzi facilissimo, per l’altra protagonista della finale del 2019, ovvero Petra Kvitova. La testa di serie n.7 ha dominato il derby ceco contro Katerina Siniakova, n.58 del mondo per 6-1 6-0. Al prossimo turno la attende la spagnola Paula Badosa che con il medesimo punteggio ha fatto a fettina la svedese Johanna Larsson. 

Die another day, come un film di James Bond, potrebbe essere il titolo del match di Caroline Wozniacki, trionfatrice a Melbourne nel 2018, contro la statunitense Kristie Ahn. La danese ha cominciato quello che, come da lei stessa annunciato, sarà l’ultimo torneo della carriera, con una vittoria per 6-1 6-3. Insomma, non è ancora finita. 

Arrivata a Melbourne fresca (anche troppo per una top player) del titolo ad Adelaide, Ashleigh Barty impiega un set per ingranare – leggasi iniziare a giocare a tennis – e poi dilagare contro Lesia Tsurenko, n. 120 del ranking che l’aveva battuta a Brisbane due anni fa. “Mi piace avere il peso di una nazione” aveva detto Ash, forse più per convincere sé stessa, perché quel peso si percepisce tutto nel primo parziale quando sul 5 pari cede per la terza volta il servizio con il braccio ingessato dalla tensione. “Ho esagerato un po’ nel voler cercare troppo in fretta il punto” sarà la sua analisi a fine match. Prevedibilmente, la tensione si ingigantisce sull’ucraina nel game successivo, ma Lesia riesce comunque a far suo il set per l’assenza della numero 1 del mondo. Il match di Tsurenko finisce lì, regalando a piene mani fra dritti tremolanti e seconde di servizio che non riesce a far girare, mentre Ashleigh, ancora irriconoscibile, tiene almeno qualche palla in campo e tanto le basta per il 6-1. Con lo stesso punteggio chiude anche la partita finale, durante il quale Barty mostra finalmente qualche timido sprazzo della giocatrice che è e che deve necessariamente ritrovare se vuole arrivare in fondo al torneo.

ha collaborato Michelangelo Sottili

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