Fognini scherza con la Gazzetta: "Se saltasse Montecarlo potrei smettere!"

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Fognini scherza con la Gazzetta: “Se saltasse Montecarlo potrei smettere!”

L’azzurro ha commentato le incertezze del calendario dovute al Coronavirus.

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Dopo aver guidato l’Italia al successo contro la Corea del Sud a Cagliari, vincendo singolare e doppio, Fabio Fognini ha parlato con Federica Cocchi de “La Gazzetta dello Sport”, spaziando su vari temi ma con un solo collante, vale a dire l’influenza che la diffusione del Covid-19 sta esercitando sulla stagione tennistica. Le cancellazioni dei vari tornei si sono inizialmente limitate a Futures e ITF, passando dall’Asia all’Europa, ma nei giorni scorsi diversi eventi hanno iniziato a essere cancellati anche in Europa, culminando (per ora) con il Challenger di Madrid. Se anche eventi del circuito maggiore dovessero iniziare a saltare, uno dei primi indiziati potrebbe essere il Master 1000 di Montecarlo, vinto lo scorso anno proprio da Fabio, che infatti ha esclamato, ovviamente scherzando nonostante il fuorviante titolo dell’intervista: “Se non mi fanno andare a Montecarlo smetto di giocare a tennis!”.

In realtà, le preoccupazioni legate al virus, che come sappiamo vede nell’Italia il Paese più colpito d’Europa, sono temporalmente molto più vicine della kermesse monegasca (in programma del 13 aprile), visto che l’isolamento della Lombardia e di altre 14 province ha alterato la programmazione imminente di Fognini, che ha affermato di aver dovuto cancellare degli impegni con gli sponsor a Milano e che dovrà fare scalo a Barcellona per poi andare direttamente a Indian Wells, dove si terrà il primo 1000 della stagione. Proprio il primo torneo del Sunshine Double, però, ha annunciato delle misure per limitare la diffusione del contagio (ricordiamo che negli Stati Uniti il Coronavirus ha già causato la cancellazione del festival cinematografico SXSW di Austin, in Texas, e che proprio la California è il secondo Stato più colpito dopo quello dello Washington).

Per questo motivo Fognini, arrivando da un Paese con un tale numero di casi (5.883 al momento della stesura), non è certo di poter prendere parte all’evento – al momento dice di aver avuto delle garanzie da Andrea Gaudenzi e Tommy Haas, che lo lascerebbero partecipare “quasi sicuramente” previo misuramento della febbre, perché in quel caso, ça va sans dire, non ci sarebbe nulla da fare. Il ligure ha anche sottolineato che i tennisti, viaggiando in continuazione, sono più soggetti e al contagio e alla circolazione della malattia, cosa che contribuisce ai timori attuali.
Rimane infatti la sensazione che all’interno del tour ci sia grande fermento al riguardo, e Fognini è stato uno dei pochi a parlarne apertamente. Anzi, tornando a parlare della stagione europea sulla terra battuta, il nostro numero due non si è detto sicuro del regolare svolgimento dello swing sul rosso: Nell’ambiente la preoccupazione è tanta e il rischio che l’epidemia si diffonda, pure. Madrid, Roma, Parigi, chi lo sa a che punto sarà la diffusione del virus per allora? Basteranno le porte chiuse? Sono tutte domande a cui non sappiamo rispondere ma che ci mettono in allarme”.

Giustamente, l’unica cosa da fare in questo momento è continuare ad allenarsi come se nulla fosse, visto che “piani di riserva al momento non ce ne sono”, e viene da pensare che questo valga un po’ per tutti. Altrettanto giustamente, Fabio ha affermato che non ci si può che attenere alle norme prestabilite, e ha espresso anche la sua preoccupazione di genitore, affermando che se da un lato i bambini sembrano più al sicuro dal contagio, dall’altro non è semplice stare tranquilli davanti a un’epidemia di tale portata. L’intervista si è però conclusa su una nota positiva, con un augurio a tutti gli italiani in cui non poteva mancare la consueta ironia: “Ragazzi, teniamo duro. Sono sicuro che questo un giorno sarà solo un pessimo ricordo. Adesso dobbiamo stare alle regole e restare uniti, vicini… Si, insomma, vicini, però a un metro di distanza”.

E questo weekend Fognini ha dimostrato ancora una volta di tenere al suo Paese, scegliendo di giocare in Davis nonostante gli strascichi dell’infortunio di febbraio: “Lo ripeto sempre, per me indossare la maglia dell’Italia è importante. […] Come me anche gli altri che sono venuti qui e hanno conquistato un posto per le finali”. Quest’ultima affermazione è sembrata contenere una velatura polemica, e infatti ha concluso il ragionamento dicendo che “quando sarà il momento bisognerà sedersi e decidere chi ci sarà [a Madrid per le finali di Davis] e chi no”.

Infine ha alluso (a sorpresa) a una potenziale reunion con il suo compagno Slam Simone Bolelli, con cui ha conquistato il punto decisivo del tie, reunion che per ora non s’ha da fare: Giocare con Simone poi è sempre bello, pensavamo di fare di nuovo insieme una stagione di doppio ma tra il mio infortunio e i guai legati al virus non so se ci riusciremo“. Per adesso, però, Sunshine Double, Montecarlo, doppio, tutto è in forse, e non sappiamo per quanto lo rimarrà.

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