I sette re di Roma: Novak Djokovic

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I sette re di Roma: Novak Djokovic

Nella settimana in cui si sarebbero dovuti giocare gli Internazionali d’Italia, un articolo per ognuno dei sette migliori giocatori della storia del torneo. Si comincia con il più recente, Novak Djokovic

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I due finalisti dell'edizione 2008, la prima vinta dal serbo: Djokovic e Wawrinka
 

Dall’10 al 17 maggio, se non fosse intervenuto il coronavirus a complicare tutto, si sarebbero giocati gli Internazionali BNL d’Italia. Per lenire un po’ la nostalgia, e sperando che il torneo possa essere recuperato quest’anno, abbiamo preparato una serie di articoli sui Sette Re di Roma da pubblicare fino a domenica, il giorno in cui si sarebbe disputata la finale. Abbiamo selezionato i sette tennisti che più degli altri hanno contribuito a scrivere la storia di questo torneo in Era Open.

Partiremo dal più recente per andare indietro nel tempo: oggi è il turno di Novak Djokovic, quattro volte campione di Roma.


Negli ultimi quindici anni, due soli tennisti hanno vinto gli Internazionali d’Italia più di una volta. Uno è naturalmente Rafael Nadal, re assoluto della terra rossa e di conseguenza anche del Foro Italico, con nove successi. Considerato lo scarso feeling di Roger Federer per il torneo italiano, l’altro non può che essere il terzo dei tre grandi tennisti di questa epoca, l’attuale n.1 al mondo Novak Djokovic. E i suoi risultati straordinari sui campi in terra rossa romani sono oscurati solamente da quelli ancora più straordinari del suo rivale spagnolo. Perché nei fatti Djokovic ha vinto più di tutti gli altri nella storia in questo torneo. 

Fanno quattro titoli in totale per lui. Uno in più di Thomas Muster, tanto per fare un nome, quello che negli anni Novanta era considerato il ‘King of Clay’ prima dell’avvento di Nadal. E Djokovic ha sempre preferito il cemento alla terra, per dare una dimensione della sua grandezza. Il primo trionfo arriva per lui nel 2008, a soli 20 anni. Djokovic è reduce dal suo primo successo Slam in Australia. Nadal esce sorprendentemente di scena al primo turno, vittima di una non perfetta condizione fisica e di un Juan Carlos Ferrero spietato. Nole ne approfitta per agguantare il suo quarto Masters 1000, battendo in rimonta in finale per 4-6 6-3 6-3 uno Stan Wawrinka al suo primo significativo exploit della carriera.

Ma per essere re bisogna battere i re. La consacrazione per il fenomeno di Belgrado sul centrale del Foro Italico giunge nel 2011, l’anno della sua esplosione ad alti livelli e una delle migliori stagioni in Era Open (dieci titoli di cui tre Slam). Dopo aver battuto in serie Wawrinka, Soderling e Murray, tre che sulla terra qualche partita importante l’hanno vinta, Djokovic supera in finale in due set tiratissimi, conclusi entrambi con il punteggio di 6-4, il campionissimo di Manacor. Fanno 41 partite vinte consecutivamente in stagione e la prima posizione mondiale è sempre più al centro del suo mirino: la raggiungerà un paio di mesi più tardi, battendo ancora Nadal in finale a Wimbledon.

I momenti salienti della vittoria di Nole a Roma nel 2011

Il tris per Djokovic al Foro Italico è targato 2014. Lui e Nadal sbarcano nella Città Eterna da teste di serie n.2 e n.1, come è spesso accaduto nella carriera dei due fenomeni. E come altrettanto spesso è successo, finiscono per ritrovarsi in finale. Nadal, che aveva perso le tre precedenti sfide contro il rivale, si aggiudica il primo set per 6-4. Ma Djokovic è in grande stato di forma e si prende i due successivi set per 6-3 insieme al trofeo. La sua però è una vittoria di Pirro perché, nella finale su terra rossa che conta di più, al Roland Garros, a prevalere sarà di nuovo Rafa.

Nole concede il suo personalissimo poker romano l’anno seguente, il secondo in cui vince tre Major su quattro. Djokovic è in stato di assoluta grazia tennistica nella prima metà del 2015 in cui fa sempre centro: Australian Open, Indian Wells, Miami e anche Montecarlo. Rafa è ancora alle prese con il recupero della condizione dopo l’infortunio che gli è costato la seconda parte di 2014 e viene eliminato da Wawrinka; Nole ha così la strada spianata e si toglie pure lo sfizio in finale di negare a Federer la sua prima gioia romana, dominandolo per 6-4 6-3 in poco più di un’ora di gioco. 

Ma la love story tra Roma e Djokovic, oltreché di amore, quello che il pubblico capitolino ha sempre riservato al balcanico, forse maggiore rispetto a quello di altre città in cui ha vinto persino di più, è fatta anche di delusioni. A partire dalle altre cinque finali perse.

Una contro Zverev nel 2017, una contro Murray nel 2016 e le altre tre indovinate un po’ contro chi? Ovviamente Rafa. L’ultima sconfitta subita contro il toro di Manacor corrisponde anche all’ultima partita giocata al Foro Italico, la finale della scorsa edizione. Una partita strana, dai tre volti. Primo set Rafa 6-0, secondo Nole 6-4, e terzo ancora Rafa 6-1. A dimostrare chi è stato il vero Re di Roma nell’ultima decade è mezzo. E chi è destinato a rimanere tale ancora per lungo, forse lunghissimo tempo. Ma a dimostrare anche che se c’è stato un vice-re, quello è stato indubbiamente Djokovic. 

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