Compie oggi 34 anni un uomo capace di trionfare per dodici volte agli Open di Francia, Rafael Nadal, e la Gazzetta dello Sport per celebrarlo ha intervistato lo zio Toni, suo mentore e allenatore fino al 2017. La carriera del maiorchino ha ruotato permanentemente attorno al torneo parigino – che per molti anni è stato la sede dei festeggiamenti del suo compleanno – ed è inevitabile che certe vittorie siano state più sentite di altre. “Il successo del 2010 è stato molto importante. Forse come il primo. Perché Rafael aveva perso con Soderling l’anno precedente. (indiscrezioni da parte di Tsonga parlano di un problema di salute, ndr). Per noi era stata una sconfitta scioccante quella agli ottavi, puntavamo al quinto titolo a Parigi. La prima cosa che mio nipote mi disse appena rientrato negli spogliatoi fu ‘l’obiettivo del prossimo anno è tornare a essere il migliore sulla terra rossa‘, e così fu” ha detto Toni.
Quest’anno sembra che si dovrà attendere la fine dell’estate per poter tornare a competere ufficialmente sulla terra, e per un agonista come lui non è facile stare ai box così a lungo: “La competizione è la sua benzina“. Ma in questo periodo i problemi che la famiglia Nadal ha dovuto affrontare sono stati altri. “Ci siamo confrontati di più sull’Accademia, sui ragazzi che erano rimasti bloccati durante l’isolamento. Si è preoccupato che tutti passassero quelle settimane al massimo della sicurezza, senza troppe ripercussioni sul piano emotivo, lontani dalle famiglie”.
Comunque Toni, un grande amante del lavoro, riesce a trovare qualcosa di positivo anche in una pausa dalle competizioni così prolungata: è sicuro che farà bene alla longevità del nipote. “Se il corpo e la salute lo assisteranno, penso che abbia ancora almeno tre o quattro anni davanti. Chissà, magari di più, perché questo 2020 gli sta permettendo di rallentare e non sforzare il fisico. I giocatori più ‘anziani’ saranno quelli che trarranno più beneficio da questo periodo“. Parole che ricordano molto quelle dette da Alex Zverev oltre un mese fa. Toni ha poi continuato mettendo nel gruppo anche Federer e Djokovic: “Se sommiamo l’esperienza al tempo avuto per mettersi in sesto, penso che saranno loro quelli con più chance di vittoria quando la stagione ripartirà“.
Parlando proprio di questi due grandi rivali, Toni ammette la maggior difficoltà che il serbo ha creato a Rafa. “Come indicano anche i risultati è Nole l’avversario più ostico. Perché anche se giochi bene, non sai mai come e quando poterlo attaccare, non ti lascia uno spazio per infilarti. Invece con Federer, per quanto sia un fenomeno, avevamo una tattica più chiara, ci dava più possibilità per colpirlo”. Inoltre sostiene che il record di Slam dello svizzero sia in pericolo: “Penso che sia Rafael che Djokovic potranno sorpassare Roger. L’età è dalla loro parte. Se Rafa dovesse vincere a Parigi quest’anno arriverà a quota venti come lo svizzero, poi si vedrà”.
E proprio sulla possibilità di disputare l’edizione 2020 del Roland Garros Toni Nadal sembra prudentemente ottimista. “Credo che i tornei sulla terra si giocheranno e anche il Roland Garros. Ma sugli Stati Uniti ho molti dubbi“. Ovviamente Parigi a fine settembre offre tutto un altro tipo di condizioni meteorologiche rispetto alla primavera, ma non sembra creare preoccupazioni a Toni. “Rafa ama il clima più caldo perché resiste molto bene alle condizioni difficili. Però, alla fine, penso che non cambierà molto se sta bene“. Ancora una volta gli altri 127 tennisti in tabellone sanno da chi dovranno mettersi in guardia.