Rino Tommasi e Gianni Clerici, due Maestri inimitabili. Io non sono Giotto...

Editoriali del Direttore

Rino Tommasi e Gianni Clerici, due Maestri inimitabili. Io non sono Giotto…

Tanta nostalgia, tanti ricordi del direttore, tante battute dei gemelli diversi, l’uomo delle lettere e quello dei numeri. Lo storyteller che affascina e Computer-Rino che i dati li interpreta. Questa domenica Sky la dedica a loro

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Rino Tommasi e Gianni Clerici. Che amici, quanti anni vissuti fianco a fianco in mille tornei, in mille viaggi, un centinaio di Slam e cabine televisive, quanti momenti indimenticabili, quanti ‘colpi immortali’, quanti ‘circoletti rossi’ – “il contrario di un diminutivo, era anzi un superlativo!” Gianni dixit – quanta nostalgia! Un ricordo di Adriano Panatta

Due amici, certo, ma anche due grandi impareggiabili Maestri con la M maiuscola. Non sono il solo ad aver imparato molto da Rino – e mai abbastanza direbbe lui! – e a dovergli riconoscenza infinita per l’esempio e il continuo stimolo che ha dato alla mia passione per il giornalismo, lo sport e il tennis in particolare. Tanti hanno imparato da lui e oggi lavorano in Gazzetta, FIT, Ubitennis, Sky – e proprio su Sky domani, domenica 7 giugno, l’intera programmazione di Sky Sport Arena sarà dedicata a Gianni e Rino.

Esser considerato da Rino, forse, l’allievo prediletto – come gli scappò detto una volta in pubblico, non senza immediatamente correggere il tiro “capita anche a me di sbagliarmi…!” – per me, che gli voglio bene come fosse un secondo padre, (anche a causa della morte prematura del mio 42 anni fa), è un grande, impagabile onore.

Due Maestri inimitabili, i “due gemelli diversi” – parti uguali ma distinte di un duo cult della TV: l’uomo delle lettere e l’uomo dei numeri.

Inimitabili perché Gianni è sempre stato uno storyteller che riesce a intrattenere, ad affascinare, quasi a rapire con i suoi “affreschi” raccontati anche chi non è interessato al tennis, “uno scrittore prestato al tennis” come disse di lui Calvino.

Inimitabili perchè Rino – “un cervello essenzialmente matematico però capace di digressioni epico-fantastiche” è la definizione di Giuan Brera – ha sempre spiegato come nessuno tutti i numeri che si era studiato e che la sua prodigiosa memoria gli ha sempre consentito di ricordare e interpretare perché, come dice: “il computer ha tutti i dati ma non capisce di tennis!“. 

Rino Tommasi

Uno ti teneva agganciato al suo racconto, in cui intervenivano personaggi mai incontrati, il tassista dall’aeroporto all’hotel, il campione in ascensore… che stava al pianterreno – “Gianni, se un giorno ti daranno una camera d’hotel al pianterreno saremo rovinati” gli dissi io – l’altro era il grande opinionista che, a dispetto di una sintesi obbligata da sole 25 righe concesse dai direttori meno illuminati della Gazzetta, più che un’opinione emanava una sentenza che faceva giurisprudenza. “Opinioni e Sentenze” senza appello, ma subito approdate in Cassazione senza vizi di legittimità e merito, ma pronunciate e ribadite all’infinito perché le capissero anche le orecchie e i cervelli più duri e resistenti.

Entrambi incredibilmente pronti alla battuta e ancor più alla replica immediata, con Gianni che dice “Io sono stato utilizzato dalle TV soltanto per interrompere di tanto il tanto il Tommasi” e Rino che ribatte “Il Dottor Divago può dimenticare chi ha vinto e che è successo, ma vi dirà sempre perché”. Gianni che dice “Se la gente dice che siamo volgari io rido, la più grande volgarità nella vita è non avere sense of humour” e Rino che risponde: “Viviamo in un Paese libero, siamo solo due amici che guardano e commentano una partita di tennis”.

Gemelli diversi perché Gianni è uomo colto a 360 gradi, letteratura, poesia, musica, pittura, è interessato a tutto, Rino – altra citazione di Brera – “è uno dei più ‘culti’ giornalisti sportivi in assoluto”, è sport a 360 gradi, tutti gli sport, come quasi tutta di sport è la sua immensa libreria, in tutte le lingue: “Se si vuol saper tutto o quasi tutto di un campo e fare bene una cosa non puoi cercare di farne altre. Le faresti tutte meno bene”.

Assolutamente diversi anche nel tipo di spirito. Quello di Rino era più spesso autoironico, pur sapendo di poter incorrere in giudizi negativi da parte di chi non sarebbe stato in grado di capirlo: “Per un giornalista è molto più importante scrivere in fretta che scrivere bene. Se poi scrive anche bene allora è Tommasi!”; “La modestia è un difetto che non ho mai avuto, non vedo nessuna ragione per essere modesto”; “Mi hanno nominato direttore ad personam. Non so bene cosa voglia dire, ma se significa che sono il direttore di me stesso mi va benissimo perché significa che ho la migliore redazione del mondo”.

Gianni ama più prendere in giro chi gli sta vicino: “Tommasi a volte si addormenta in telecronaca, poi si sveglia e dice ’40-15’ e quel che mi stupisce sempre è che il punteggio è giusto”. “Dalla prima riga di un commento su Ubitennis si capisce se chi scrive è tifoso di Federer o Nadal”.

Gianni Clerici Wimbledon 2015

Ma anche a Rino piace stuzzicarmi:Ubaldo si è inventato Ubitennis perché così gioca a fare il direttore”. E quando io gli dico: “Rino se tu continui a restare della tua opinione e io della mia, non arriviamo a nessun punto…”. E lui: “Certo che ci arriviamo, tu hai torto e io ho ragione!”.

Inimitabili perché di Giotto che supera il maestro Cimabue ce n’è stato uno solo. Gianni è molto più difficile da… imitare e somigliare. Nessuno ci riuscirà mai. Quanto a Rino, beh vorrei avere la sua capacità di sintesi che non ho. Tento di essere opinionista, ma tendo a voler spiegare troppo. Lui era più sbrigativo. Chi capisce bene, chi non capisce… peggio per lui. Ma alla fin fine il vero problema è… che io non sono Giotto.

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